esodi
postato il 9 Nov 2023
Non mi fa dormire quello che sta succedendo nel Mediterraneo con la vendetta israeliana in corso a Gaza e in Cisgiordania e le conseguenze del tornado con l’allagamento in Toscana, dove sono arrivati gli angeli del fango ad aiutare la popolazione che ha perso casa e lavoro. La speranza nell’aiuto del governo è flebile visto che le Marche sono state lasciate al loro destino e l ‘Emilia Romagna ha ricevuto solo solidarietà e aiuto da volontari finora.
Difficile capire che fare per uscire dall’angoscia e per sentirci utili visto che la diplomazia non è riuscita a trovare neppure un giorno di tregua dai bombardamenti di Putin in Ucraina e per la Palestina non riesce né a ottenere un cessate il fuoco umanitario, né l’uscita da Gaza dei feriti con le autoambulanze che Israele bombarda incessantemente con gli ospedali, le scuole, i campi profughi sostenendo che nei tunnel ci sono militanti e armamenti di Hamas.
Scrive Domenico Quirico su La Stampa di oggi, anniversario della caduta del muro di Berlino il 9 novembre 1989, nell’articolo: “L’esodo: tre ore, quanto ha concesso Israele, non sono molte tre ore per fuggire.
Tre ore ha strappato il potente Biden all’implacabile Netanyahu, con le sue inutili portaerei di latta e i sottomarini nucleari.
Tre ore. Dunque non ci si può permettere di esitare, di avere paura. A guardare la fuga da Gaza a piedi verso la fragile sicurezza della sacca di disperati al confine con l’Egitto, dove una umanità brulica, fermenta, hai l’impressione di leggere un libro dal quale un severo censore abbia cancellato ogni frase superflua, lasciando solo crudeli informazioni che comunichino l’essenziale[ … ]Sono diventati gli esuli: le vittime delle pulizie etniche, gli scarti delle terre che bisogna svuotare per renderle sicure, da usare come trincee[ … ]Israele e Hamas riprendono la loro guerra senza l’impiccio di questi inutili esseri umani.”
Il bombardamento è continuato anche in Cisgiordania dove sono ormai entrati i carri armati.
Le trattative per liberare gli ostaggi israeliani a Gaza con la mediazione del Qatar e dell’Egitto sono ferme. Le vittime non si contano più e non si possono seppellire, il blocco dell’acqua costringe a bere quella del mare, il blocco del carburante obbliga a trasportare feriti, malati e invalidi sui carretti e tutti all’esodo a piedi verso il deserto del Sinai.
L’occidente ha la possibilità di mettere in atto le promesse di risolvere conflitti che ha sempre millantato? O siamo ormai in un disordine mondiale crudele e irreversibile? Con popoli mendicanti e senza terra che si moltiplicano e lobby delle armi, della droga e delle tratte che si arricchiscono a dismisura insieme alle multinazionali che governano l’economia?
Congo, Siria, Nigeria, Tigrai, Somalia, Sudan, Nagorno Karabakh sono solo gli ultimi esodi che nessuna diplomazia ha saputo risolvere. Che hanno creato altri profughi disperati senza terra ne’ mezzi di produzione che dipendono dalle agenzie dell’Onu quando possono portare aiuti. Di tutto ciò non abbiamo informazioni dirette perchè la censura di Israele e degli altri paesi occidentali le bloccano.
L’Europa è nata tre anni dopo la caduta del muro di Berlino, la dissoluzione dell’URSS e la fine della guerra fredda e dei blocchi, attuando la speranza dei confinati a Ventotene durante il fascismo. Ma oggi è muta è impotente.
Nessun cambio di paradigma verso un altro mondo possibile si è attuato finora.
Il corso ecofemminista che abbiamo avviato martedì scorso e di cui trovate un primo resoconto nel mio post del 7 novembre ci ha dato indicazioni preziose verso quel protagonismo ecofemminista a cui lavoriamo da decenni.
è ora di attuarlo.