Le ragioni del grande successo dei nuovi ecologisti in Germania
postato il 4 Mag 2011
Qualche pomeriggio fa ho partecipato alla presentazione del libro: La Germania rosso-verde. Stabilità e crisi di un sistema politico (1998-2005) a cura di E.Bosco e J.Schmid, organizzata dall’Istituto Salvemini e dal dipartimento di scienze sociali. Ho assistito ad interventi nostalgici di una socialdemocrazia ambientale ormai sepolta per la grave crisi della Spd, che non resse alle riforme sul Mdl, fisco, sanità, assistenza e pensioni imposte dalla “Agenda 2010”, contestate dalla base e dal sindacato.
Da tutti i commentatori il ruolo dei Verdi veniva pressochè dimenticato finchè, alla fine del dibattito fu necessario cercare di spiegare come mai, a differenza della SPD, i Verdi erano in grande ascesa, avevano ottenuto la maggioranza in un lander importante dove avrebbero di conseguenza governato per la prima volta dirigendo il gioco.
La prima ragione che Schmid ricordò è che avevano assunto nel partito tutte le tematiche politiche e non solo quelle ambientali presentandosi in questo modo come un partito capace di governare tutti gli aspetti della vita.
La seconda ragione era che avevano conquistato anche i voti cattolici in un paese dove tradizionalmente la divisione tra protestanti e cattolici si era sempre riflessa in diversi partiti politici.
La terza è che avevano cambiato completamente la loro base elettorale per lungo tempo costituita da ex-sessantottini e anche i loro esponenti politici, coinvolgendo molti giovani.
Poichè tutti i relatori di giovedì scorso erano maschi come sempre più sovente succede, nessuno ha ricordato la quarta condizione: da sempre il partito dei Verdi ha accolto in modo paritario le donne che hanno acquisito incarichi di partito e di governo di grande responsabilità.
Mi auguro che queste quattro ragioni siano ben presenti ai promotori dell’incontro di Roma del 21 e 22 maggio per un nuovo soggetto ecologista che hanno in media venti anni di meno dei sessantottini e quindi, almeno da questo punto di vista rispondono ad un requisito. Ma i loro elettori dovrebbero essere venti e trentenni, le generazioni che non si riconoscono più nel vecchio sistema dei partiti e che spesso sono astensionisti e apolitici e comunque anticasta. Molti di questi giovani affollano le piazze di Grillo che li cattura anche con il suo linguaggio dissacrante.
Per gli ecologisti questo è un bacino di voti nuovo tutto da conquistare, in particolare quello delle giovani donne che in quegli anni fanno le scelte più importanti di vita e di lavoro e impattano contro il maschilismo sprezzante di questa società ben rappresentato dal suo premier.
L’area cattolica e quella anticasta dovrebbe essere ben rappresentata da chi ha sottoscritto “Abbiamo un sogno”. L’area della Costituente ecologista, costola dei Verdi e delle associazioni ambientaliste tradizionali aveva raccolto nel suo coordinamento l’indicazione della parità con il 50% e nella sottoscrizione all’appello “io cambio” alcune autorevoli firme di donne come Comencini, Napoleoni, Maraini che spero ritroveremo con noi in quel weekend di confronto.
Non mi è chiaro ormai quale area faccia riferimento agli attuali Verdi che, pur in occasione del grave incidente nicleare giapponese non hanno mai superato nei sondaggi la percentuale dell’1% quando ansava bene.
Queste tre sono le componenti che hanno intenzione di lanciare il nuovo soggetto politico. Ad esse faccio presente quali condizioni sono considerate fondamentali da chi è al di fuori del movimento ecologista e ne ha visto il rilancio in Europa, in particolare in Francia e Germania e nel mondo, meno che in Italia.
Speriamo che questa sia la volta buona.
Commenti:
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Laura mi trovi d’accordo su tutto. Se a Roma ci saranno tante donne, tanti giovani e tanta gente che mai ha avuto a che vedere con i Verdi, il dopo 21 e 22 sarà l’inizio di un lungo, non scontato, faticoso ma esaltante cammino costituente verso il Nuovo. Un Nuovo soggetto politico ecologista e civico che dice no alla delega “in bianco” e vuole essere dei cittadini vogliosi di partecipare. Se invece (e da parte nostra cercheremo di evitarlo), a Roma si dovesse iniziare con una resa dei conti fra Verdi ed ex Verdi, tra quelli che vogliono gestire quel simbolo e la loro cassa e quant’altro della “loro” famiglia, avremo solo perso tempo e non ci sarà bisogno di aspettare la domenica 22. Io sono convinto che parleremo del Nuovo, di come rilanciare il desiderio di Futuro, di conversione ecologica a tutto tondo, di umanesimo ecologico (o ecologia umanista), di come eliminare le fratture storiche fra mondo ecologista (di sinistra) e nuovo umanesimo con le donne, i giovani e le vecchie generazioni al centro dell’attenzione, custodi del mondo e della natura per poterla trasmettere alle future generazioni. Diceva Michelet che la natura può fare a meno dell’uomo e ad esso sopravviverà ma non p vero il contrario, l’uomo non può fare a meno della natura ed è destinato a perire quando la natura non ce la farà più a sostenere le nostre malefiche culture consumistiche all’infinito. Potrò sbagliarmi ma Angelo Bonelli merita un pizzico di Fiducia in più, almeno sino al 21 maggio. Ciao
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Caro Pino sul mio post di oggi ti propongo un argomento vecchio come il mondo che sarebbe nuovissimo in una assise come quella prossima.Sessualità e potere maschile discusse finalmente con un’ottica politica nuova. Tu hai visto il video della Zanardo? Pensa che effetto se fosse proiettato all’inizio dei lavori. Lei non è stata invitata invece ci sarà a puntoG, organizzato da Una ecologista femminista come Minica Lanfranco che possiede una radio http://www.radiodelledonne.it e un sito marea e dirigerà i lavori a Genova a punto G, 10 anni dopo il g8 vicenda rimossa come tante altre, ma che noi vogliamo invece ricordare e discutere: Sarebbe venuta volentieri a parlarne ma non è stata invitata. Neppure io so dove potrò parlare di questi temi. E chi altri o altre ne parleranno. Un abbraccio. Ciao