Propositi per un anno femmina: sarà comunque di cambiamento
postato il 2 Gen 2013
Il cambiamento non è sufficiente per darci speranza.Dobbiamo mettere a fuoco un progetto politico per una società più equa, più sana e più sobria, più femminile, più naturale e civile, rispettosa delle differenze e meno violenta. Oggi, tra agende e programmi elettorali che emergono, non è per nulla chiaro che cambiamento si può prefigurare in un Italia senza lavoro, con debiti pubblici e tasse crescenti, corruzione e mafie tutt’altro che debellate che proliferano su una cultura del cemento e delle grandi opere che persiste nonostante la crisi ormai drammatica.
L’anno passato, quello del governo Monti, ha cambiato molto del nostro modo di vivere e convivere. Ma in genere le nostre condizioni di vita sono peggiorate, soprattutto quelle di noi donne. Servizi e welfare sono stati drasticamente ridimensionati ed è tornato sulle nostre spalle il peso della cura di figli piccoli e grandi: senza posto nei nidi da quando finisce la maternità obbligatoria e si dovrebbe riprendere il lavoro, fino a tutto il percorso scolastico, anche dopo l’università, corsi professionali e master, quando si sperimenta la difficoltà di trovare lavoro nel nostro paese e le alternative finiscono per essere due: spingere all’estero i nostri figli, spesso con la morte nel cuore perché non sappiamo se torneranno, oppure tenerli sempre più frustrati nelle nostre case, dove le donne capofamiglia crescono. E, in questa situazione, spesso finiscono senza lavoro con un aumento della povertà crescente. Come tante e tanti che soffrono con dignità e in solitudine, abbandonati da uno Stato che di sociale ha conservato ben poco.
Su questa situazione ci servono dati e analisi: Marzano, presidente del CNEL, venuto a Torino a presentare il BES (indice di benessere equo e sostenibile che bisognerebbe cominciare ad usare), elaborato con l’amica Linda Laura Sabbadini dell’Istat, ha annunciato che sono state rese obbligatorie le statistiche di genere ma io non sono riuscita a trovare il provvedimento. Spero sia vero e che, di conseguenza, in questo anno potremmo finalmente disporre di dati disaggregati ad ogni livello e in ogni settore.
Per far ripartire l’economia, il lavoro alle donne è ormai riconosciuto in tutto il mondo come motore fondamentale, anche l’agenda Monti lo considera prioritario sebbene il suo governo non l’abbia promosso: dobbiamo pretendere che si investa al riguardo ma dobbiamo anche chiarirci su quale economia e quali lavori vogliamo. Dobbiamo tradurre il pensiero in azioni e programmi concreti e articolati. A Torino, in rete con chi elabora su lavoro ed economia abbiamo deciso di approfondire nel laboratorio di Politiche in-differenti tutto il campo della formazione, a partire da quella regionale e quella manageriale ed universitaria. La formazione è già oggi in gran parte nelle mani delle donne, a partire dalla progettazione stessa. Molte donne entreranno nei CdA, grazie alla legge che è già in vigore da sei mesi e quindi sarà più facile pensare ad aziende diverse da quelle che non sono state in grado di mantenere l’imprenditoria italiana a livelli di protagonismo nel mondo globale.
Ci sono alcuni dati drammatici, come quelli sui femminicidi e sulle violenze contro le donne che si ripropongono ogni anno, e che non tendono a regredire. Il nuovo parlamento e il nuovo governo dovranno occuparsene a differenza di quelli passati che non hanno neppure preso in considerazione questa violenza inaccettabile. Se vogliamo che anche la presidenza della Repubblica consideri una priorità la fine di femminicidi e violenze contro le donne, a differenza di Napolitano che non ha fatto altro che un accenno in questo discorso di fine anno ma nulla nel suo settennato, dovremmo promuovere una donna al suo posto. Pensiamoci da subito visto che nessuno sa chi mettere al suo posto e cominciamo a fare lobby. Un gruppo per proporre Emma Bonino e da tempo su FB ma langue. Ci sono altri nomi da avanzare?
Le istituzioni dello Stato sono comunque in via di femminilizzazione spinta a cominciare dal Parlamento: le parlamentarie, a cominciare da quelle del movimento 5 stelle per proseguire con Sel e PD, hanno candidato molte donne, spesso giovani, che ne modificheranno radicalmente l’assetto. Uno dei principali propositi sarà quello di favorire questo processo rendendolo politicamente significativo.
Commenti:
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Ottimo punto di vista, per iniziare l’anno, con grandi prospettive di lavoro. Continuo ad essere d’accordo sulla Bonino, e sono disponibile per sviluppare questo proposito. Buon anno a te, e grazie. Annamaria Acone
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Oltre a Bonino mi viene da considerare Rita Borsellino o Laura Puppato anche se ha una carriera politica da svolgere più “sul campo” che sul colle col suo programma. Donne che potrebbero rappresentare una buona sintesi e una spinta verso le considerazioni e le necessità ben espresse da Laura Cima, altro nominativo.
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Buonasera Laura,
Rientrata dopo 40 anni di assenza in Italia mi sono ritrovata in un’italia che lasciai da giovane con gli stessi problemi (anzi peggiorati) di quando me ne andai scontenta delle opportunitá che la mia patria mi offriva. Fui contenta di partecipare nel 2011 alla campagna di se non ora quando del 2011 e via di seguito…Vorrei sapere peró da Lei che cosa intende per femminismo. Con chiunque ne parlo (visto che mi chiamano femminista!) lo vedono come la campagna del 68 (a cui feci parte) ovvero molte donne e uomini interpretano tale parola come chi vuole la liberta sessuale…misinterpretazione degli anni 68 dove anche se questo era un elemento, non era di certo la ragione per la quale combattei…la ragione principale era proprio quella che state combattendo ancora oggi…quando in altri paesi la situazione é cambiata qui tutto o molto rimane come allora…per poter avere piú comprensione e adesione non si potrebbe cambiare il sostantivo “femminismo” in “generismo” “donnismo”? So che sono termini inesistenti nella lingua italiana ma essa si evolve e nella sua evoluzione potrebbe includere anche questo rinvigorimento della lotta per il nostro diritto di rispetto come esseri umani di sesso non maschile! Le auguro successo e spero di poter votarla…Donne si al potere…ma dipende quali! un sorriso Lella
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Cara Lella,
hai ragione : nelle istituzioni non è cambiato molto. Il femminismo ha cambiato i rapporti sessuali ma l’autonomia dell donne non è tollerata ancora da troppi maschi che uccidono 120 lo scorso anno e 5 femminicidi all’inizio del nuovo. I termini che proponi non sarebbero comprensibili. Il mio libro appena uscito, di cui trovi la scheda qui e recensioni su pagina FB il complesso di Penelope, analizza la situazione e propone di concentrarci a smantellare i luoghi di potere maschile