tutte in vacanza?
postato il 1 Lug 2021
Da qualche tempo sono più silenziosa e siamo più zitte. Tutte in vacanza? Tutte stanche delle ipocrisie della politica? Deluse da quelle e quelli che speravamo ci rappresentassero nelle istituzioni e da chi decide quali dovranno essere i prossimi, nelle elezioni di autunno. Perché sono stati ben pochi i momenti nella storia in cui alcune donne coraggiose hanno saputo sottrarsi al ruolo di gregarie dei potenti che decidevano nelle segrete stanze come consolidare il loro potere di padri padroni, sempre escludendo le donne di corte perché non abbastanza affidabili, e sempre convinti di avere la verità in tasca.
Qualche giorno fa è circolata in rete una frase di cui sono convinta: una donna che pensa fa paura, una che mette in pratica quello in cui crede, terrorizza. A meno che non la si possa usare, il potere che governa il mondo la esclude subito da qualunque luogo decisionale importante e poi la cancella letteralmente. Nei libri di testo in uso nelle scuole di ogni ordine e grado, come nei media ogni giorno, quanti pensieri, quante analisi e quante realizzazioni di donne trovano spazio tra tutti gli uomini che riempiono ogni pagina? E tutti questi uomini dove ci hanno portato? Una pandemia che non finisce più, un aumento di malattie autoimmuni e rare e di tutte le tipologie di tumori anche in bambini e giovani, catastrofi climatiche e surriscaldamento del pianeta pericolosi e ormai irreversibili, gli straricchi che si accaparrano tutte le risorse pubbliche e private e la stragrande maggioranza della popolazione del mondo di cui la maggior parte sono donne, sempre più povera e senza aiuti dai loro Stati. il rischio di un futuro molto difficile è davanti ai nostri occhi. E nessuna persona crede più a transizioni verso un mondo migliore come ci raccontano la Commissione europea e il nostro governo, e alle numerose e contraddittorie ricette maschili di tecnici o politici, che ogni giorno ci raccontano come si risolvono i numerosi problemi che affrontiamo quotidianamente. A parole ci fanno credere che ci ascolteranno, usano anche il nostro modo di esprimerci tra virgolette quando vogliono neutralizzarci, ma nei fatti continuano le loro complicità e si distribuiscono incarichi con un metodo da clan a cui non possiamo partecipare. Questo modo di procedere ha impedito il tradizionale confronto democratico con la cosiddetta società civile, che viene ormai esclusa da qualsiasi consultazione e partecipazione reale.
Il nostro laboratorio ecofem e sostenibilità, nato in seguito all’iniziativa #dallastessaparte [nota 1] di un anno fa a cui, su richiesta di Alessandra Bocchetti, abbiamo subito aderito sperando, come sempre ci succede, che fosse la volta buona, ha lanciato un appello a molte donne che nelle istituzioni e nei partiti lavorano oggi, alla tante che condividono il nostro manifesto e gli obiettivi che ci siamo date. Abbiamo chiesto di mettere insieme almeno le informazioni di cosa sta succedendo nei territori per definire candidate da far vincere su programmi che condividiamo nelle prossime elezioni di ottobre. Molte amiche ed associazioni hanno promosso con noi la nostra ultima lettera, o hanno aderito a fine maggio. Il paese delle donne, che storicamente ha seguito dagli anni ottanta il nostro impegno politico di movimento e nelle istituzioni ha partecipato al nostro webinar di confronto e poi ha intervistato le prime tre associazioni promotrici: il laboratorio ecofem e sostenibilità, Il femminile è politico. Potere alle donne e Iniziativa femminista (Laura Cima, Pina Mandolfo, Eliana Rasera). Il Corriere della sera, in occasione della giornata per l’ambiente ha pubblicato il ricordo di Elena Pulcini, una prestigiosa partecipante al laboratorio che il Covid ci ha portata via.
Nel frattempo abbiamo sotto gli occhi la frantumazione del M5S, nella contesa prima tra Di Maio e Dibba, poi quella con Davide Casaleggio e ora, tra Grillo e Conte. Siamo state zittite ed escluse da Draghi, proprio mentre raccontava che le quote rosa sono offensive e discriminare le donne è immorale, da Zingaretti e ora da Letta, e nemmeno ascoltate da Leu. I candidati sindaci saranno tutti uomini, se i capi si metteranno d’accordo e le primarie daranno il risultato previsto dal segretario per accontentare i capicorrente, come lo sono i componenti del CTS, le governarce del PNRR, le nomine negli enti importanti. E noi continueremo a chiedere inutilmente, a far finta di niente per non disturbare il manovratore che prima o poi pensiamo ci premierà per la fedeltà dimostrata con qualche incarico di nessun peso politico, o cercheremo di vivere, o meglio sopravvivere in questo ambiente ostile? A denunciare gi stupri e i femminicidi nel nostro paese, o nella Libia che foraggiamo come la Turchia che respinge i migranti, e quindi si può tacere sull’uscita dalla convenzione di Istanbul. Noi intanto ci facciamo una manifestazione di solidarietà con tutte le nostre sorelle.
Non parliamo poi delle promesse di svolta ecologica di cui tutti ci raccontano e nessuno fa niente per promuoverla, dei soldi che dovrebbero essere per la Next generation per cui ci stiamo ulteriormente indebitando, e che abbiamo chiesto fossero #halfofit, metà nelle mani delle donne perché siamo la maggioranza. Intanto ogni giorno assistiamo alla barbarie che avanza: un numero impressionante di femminicidi, sedicenni che uccidono senza motivo, giovani suprematisti Breivik della Milano bene che si organizzano per fare violenze e pestaggi, giovani che stuprano in gruppo, che non hanno nessuna idea di futuro vivibile e magari, il cambio di sesso mutuabile è una delle poche libertà concesse, mentre anche dopo essere laureate a pieni voti, le studentesse si vedono occupare i posti di lavoro da ragazzi molto meno capaci di loro e devono emigrare all’estero per farsi riconoscere il loro valore.
Siamo proprio sicure che possiamo ubriacarci di sole e mare appena riusciamo a fuggire? Quando saremo capaci di guardare la realtà spassionatamente e assumerci la responsabilità politica che ci spetta? Cominciamo insieme a preparare le elezioni di ottobre da protagoniste? Vi invitiamo tutte e tutti quelli che ci seguono a collegarsi con noi e a segnalare candidate ecofem inserite o da inserire nelle liste. Questo blog è uno spazio per chiunque di voi voglia esprimersi in merito, la nostra proposta aspetta anche le vostre associazioni che la sostengano e le vostre firme su un ulteriore documento politico che, se riterremo e riterrete necessario, scriveremo questi giorni insieme. Ma soprattutto vi chiediamo di segnalarci quali donne sul vostro territorio vorrete far eleggere.
Come organizzarci: insieme per il #governodilei e di tutti.
nota 1: qui il documento completo il paese che vogliamo e qui il capitolo sostenibilità ecofemminismo
Commenti:
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Io sono bolognese, ho 68 anni, e negli ultimi tempi mi sono avvicinata a Potere al Popolo. Qui ci vive Marta Collot, giovane musicista-precaria-attivista politica molto preparata. Io voterò per lei.
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Il post è molto interessante. Apre numerosi spunti alla riflessione. Ci sarà ancora da crescere e combattere molto per le donne. Le donne devono completamente abbandonare le vecchie strutture subliminali che le relegano a ruoli subalterni socialmente accettati e condivisi nelle società contemporanee. Il lavoro è il fondamento della sua evoluzione, va difeso e le donne vanno aiutate a occupare posti sempre più in alto.