nostalgia

postato il 28 Lug 2015
nostalgia

Siamo in un periodo di grande confusione politica in Europa e nel nostro paese, foriera di grandi cambiamenti ma con possibilità di arretramenti e arroccamenti difensivi molto pericolosi. Il nostro mediterraneo da culla di civiltà si sta trasformando in una fossa comune nel mare e nei deserti Sinai, Sahara, Siria.

La troika che guida l’Europa affossa la Grecia senza pietà, come monito per chiunque altro paese alzi la testa. L’Ungheria innalza un ennesimo muro contro gli immigrati e blinda i clandestini in vagoni da cui non possano scendere .La Merkel, donna potente che comunque ha accettato molte proposte dei grunen in questi anni, rappresenta ormai, insieme alla Lagarde del FMI la faccia dura di un potere egoista che difende banche e non riconosce sovranità e diritti.

Che ne è, in questo quadro dalle tinte fosche, della speranza sollevata dai verdi alla fine del secolo scorso?Le previsioni sul riscaldamento globale si sono ormai avverate e stiamo sperimentando i disastri che i cambiamenti climatici portano con sé. ma siamo lontanissimi dall’idea di conversione ecologica e di quella di remissione dei debiti d Alex Langer. Non ponti ma muri per fermare chi scappa da guerre, torture e carestie. E dopo i missili per difendere il petrolio e cacciare via dittatori ci ritroviamo con non stati come la Somalia, la Libia e la Siria. Con il califfato e la diffusione di stati islamici che si dotano di costituzioni fondate sulla sharia. La laicità dimenticata. Destre al governo e religioni sempre più fondamentaliste che dispiegano odio e seppelliscono pietas. Che hanno come primo obiettivo di impedire la libertà delle donne.

Donne velate, sempre più in burqa, dipendenti da padri e mariti che fanno parte di clan medioevali e pretendono sottomissione assoluta. Studentesse rapite a scuola, e vendute sul mercato degli schiavi, spose bambine,

Il sogno delle donne verdi, che è stato l’ultima utopia del novecento è ormai dimenticato.

Come ridargli vita in questa politica maschile e gregaria ai poteri forti che fanno a gara per distruggere la vita sul nostro pianeta?

Poiché sono convinta che femminismo ed ecologia insieme possano riscattare le sofferenze e ridare speranza, voglio ripensare a quegli anni in cui ci siamo sentite così al centro da improntare cultura e politica. Anni definiti “matriarcato verde” dall’allora ministro Edo Ronchi.

E’ un invito che rivolgo ad ecologiste vecchie e nuove. Ricordiamo insieme per ricominciare.

Pubblicato in: Ambiente, Donne, Esteri, Europa

Commenti:

  • marella narmucci 29 Luglio 2015

    Brava laura che non dimentichi tu e sproni le altre a non farlo. da donna entrata nei verdi purtroppo all’inizio della fase di decadenza etica, morale e comportamentale, mi domando spesso come e’ potuto accadere che, nonostante i verdi in italia siano stati precursori di verita’ che si sono realizzate e ai quali gli altri partiti si sono dovuti necessariamente istruire e adattare, pochi oggi pubblicamente gliene riconoscano i meriti. e come e’ possibile che, tra i pochi verdi rimasti a rappresentare un partito che proprio per la sua eseguita’ non riesce a far percepire la sua esistenza (se non in pochi e frammentati territori), non si alzi forte e perentoria la richiesta di provare a lanciare un appello a tutte quelle persone verdi che da anni di sentono orfane di un partito che si e ‘ autodistrutto, a riunirsi. l’occasione potrebbe essere l’assemblea nazionale e se qualcuno, seppellendo asce di guerra, orgoglio, presunzione e rancore proponesse di allargarla a chi non fa piu’ parte del partito ma e’ ancora verde nell’anima, forse si potrebbe ricominciare. sono certa inoltre che solo una donna potrebbe essere l’artefice di una simile richiesta. dei verdi oggi c’e’ bisogno piu’ che mai!

  • Lia 30 Luglio 2015

    Già, come riuscire a fermare l’annientamento in atto della nostra specie e del nostro ambiente naturale? Più si va avanti e si hanno le prove che i timori e gli allarmi dei verdi erano fondati e più si continua a insistere sulle strade già battute. che hanno provocato questo scempio. e, tu ne hai citato alcune, ci sono molte donne che fanno parte del sistema e ne sono pedine fondamentali.
    non ho comunque ancora nessuna intenzione di arrendermi, troveremo il modo per svelare la verita’, esattamente come per emancipare la donna nei paesi che oggi la calpestano e la vessano, e’ necessario iniziare dalla cultura personale per sviluppare una rete di consapevolezza che diventi sempre più vasta.
    ricominciamo dalla famiglia, dalle scuole, dalla strada, dobbiamo essere come la goccia che lenta scava la roccia.
    complimenti per il blog ^_^

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