Abbiamo buttato il cuore oltre l’ostacolo
postato il 17 Set 2021
Mentre tante di noi erano già in vacanza abbiamo cominciato a confrontarci nel nostro google group ecofem e nel gdrive collegato su come organizzarci.
Non è stato facile trovare un accordo su come chiudere a nostro modo una campagna elettorale che si avvierà molto in ritardo, coinvolgendo le candidate ecofemministe che, su nostra sollecitazione diretta o indiretta, ci hanno mandato nell’ultima settimana i loro “santini”, ma soprattutto quelle che abbiamo seguito dall’inizio, molte delle quali fanno parte della rete. I numerosi webinar che abbiamo continuato anche nell’estate, e a cui si sono sempre aggiunte nuove amiche delle associazioni che hanno promosso e sottoscritto il nostro appello sono stati molto utili. Chi, sempre più delusa dalle scelte maschiliste dei partiti e delle liste che si stavano preparando a designare le candidate, rigorosamente scelte da capicorrente, segretari, governatori, e leader di vario tipo ma tutti maschi, voleva rompere gli indugi, bypassare queste tristi elezioni locali rimandate per la pandemia, e lanciare il partito delle donne. Chi, coinvolta nei processi elettorali, chiedeva di fare subito una convenzione tra diverse, sul modello già sperimentato nel passato da una grande madre, Lidia Menapace, per convenire insieme su chi sostenere e quali priorità portare avanti nelle città. In tutte quelle grandi abbiamo i riferimenti di candidate autonome, o addirittura indipendenti, che rispondono a tre dei quattro criteri che abbiamo indicato, e ritrovate anche qui nell’appello alla Convenzione che stiamo organizzando come chiusura della campagna elettorale. Infatti in nessuna città, anche piccola siamo riuscite a presentare una lista ecofemminista che avevamo indicato come prima possibilità. Anche perché molte amiche, rimaste dubbiose se presentarsi nel periodo estivo, hanno poi rinunciato per impegni sopravvenuti o per insoddisfazione del quadro generale o della lista o partito che le aveva invitate a candidarsi.
Alla fine abbiamo scelto l’unica regione in cui si vota, la Calabria, forse la regione italiana più difficile, sulla spinta dell’amica Maria Francesca Lucanto, ecofem dall’inizio, testimone di Fata Morgana anche nel nostro libro collettivo L’ecofemminismo in Italia, le radici di una rivoluzione necessaria, e promotrice della biblioteca delle donne Bruzie vicina a Cosenza, comune dove si vota.
Chiedo a tutte le amiche che stanno con ansia organizzando tutto per permetterci di partecipare di persona o in remoto a Lamezia di commentare questo mio blog, o di scriverne uno che ospiterò molto volentieri, raccontando di queste due settimane frenetiche. E la mia gratitudine nei loro confronti è veramente sconfinata visto anche le mie condizioni difficili che mi permettono una partecipazione limitata per ora.
Chiedo a chi ci segue ed è interessata di inviarci suggerimenti e contributi, Ringrazio tutte le amiche di #dallastessaparte per il lavoro svolto nei laboratori che ci è da guida per provare a tradurre in proposta politico/elettorale i tanti stimoli elaborati. Per ora abbiamo attivato salute, scuola e sostenibilità che metteranno in rilievo i nodi fondamentali con cui confrontarci e coinvolgere ora le candidate, e poi, le elette.
Naturalmente questi gruppi sono aperti a chi di voi è interessata.
Ma soprattutto vi invitiamo tutte alla nostra convenzione:
Convenzione delle donne
Lamezia Terme (CZ), 25 e 26 settembre 2021
Grand Hotel Lamezia – Piazza Della Stazione – Sant’ Eufemia
Dedicata a
Becky Moses
Giovanna Veneziano
Questo è un appello /convocazione
che non necessita lunghe narrazioni perché ogni cosa che riguarda il nostro malessere di donne consapevoli ci è ben nota. Troppo a lungo l’abbiamo narrato. Così come ci è nota la disposizione misogina, più o meno manifesta di chi, fin qui, si è sentito legittimato alla pratica del potere, dalla politica ad ogni forma di istituzione sociale e culturale. Non ci resta che ricercare nuove strategie. Ecco un unico ineludibile obiettivo:
La costruzione di un soggetto politico ecofemminista e femminista
Partiamo dal sud
che essendo considerato terra di sottosviluppo è, invece, proprio per la sua marginalità, un potenziale crogiolo. Da qui le donne vogliono disvelare l’inganno dello sviluppo, al sud come al Nord, e riproporre nuove alchimie economiche e politiche. Non guardiamolo come un sogno o un’utopia solo perché l’impianto millenario socio-cultura non ci ha previste al potere. Ma non è più tempo, nel rinnovato vigore dell’associazionismo femminista, di fare proposte inascoltate, organizzare incontri, lunghi ragionamenti, documenti e richieste di udienze ai partiti, abbiamo riportato in vita le manifestazioni di piazza che a nulla ci portano se non a una catarsi a fronte delle troppe, tante delusioni, promesse mancate, violenze e discriminazioni. Ci siamo illuse dell’appoggio di donne che abitano inconsapevolmente le istituzioni. Basta. È ormai il tempo della consapevolezza che il nostro disagio di donne, la nostra mancata cittadinanza in economia, lavoro, diritti, scuola e salute, oltre al malessere per l’incuria del mondo, resteranno inascoltati da un sistema che ci impedisce l’azione. Un impianto di potere maschile che ci esclude dai ruoli attivi negli equilibri di potere o che ci offre un emancipazionismo risarcitorio. Allora molte di noi si sono dette che sia tempo di perseguire l’impensato: la costruzione di un nuovo soggetto politico che dia il segno di una forza non più carsica. Potremo così incidere anche sul senso comune di un paese al collasso. Lo sorprenderemo dapprima ostile e perplesso e poi complice. Non fosse altro che per la particolarità e l’eccezionalità del gesto. Pian piano potremo affacciarci in un mondo che è tutto da rifare e approfittare della debolezza della politica e della crisi della qualità della rappresentanza democratica. Sappiamo che è tutto da costruire ma se guardiamo ad altri paesi ci accorgiamo che le donne hanno detto basta, la loro pazienza, come la nostra, è giunta al limite e hanno fatto sentire la loro voce in un modo nuovo. Hanno trovato il modo di agire per non più essere offese e discriminate. Una cosa è certa, e lo sappiamo bene, nulla ci verrà dato se ancora richiesto dai modi e dai tempi da noi fin qui agiti.
Solo l’esercizio del potere nel senso del “saper fare” è la soluzione possibile
Vi invitiamo a partecipare alla Convenzione che si muove da Lamezia Terme
per discutere con noi sulla possibilità concreta di essere in qualche modo presenti nella politica in partecipazione diretta e/o a sostegno delle candidate ma non quelle usate strumentalmente per attirare voti. Vi invitiamo a discutere su quattro ipotesi possibili: 1) Lista civica femminista; 2) Gruppo femminista “indipendente” in una lista civica; 3) Gruppo femminista “indipendente” in una lista di partito; 4) Gruppo femminista in una lista di partito.
La convenzione
è un primo passo di una alleanza spostabile, di volta in volta, come luogo fisico, ma stabile, ciclico, come territorio/luogo di riferimento privilegiato per intrecciare relazioni, scambiare e arricchirsi di energie, confrontarsi e costruire progetti. La forma convenzione ci permette di convergere in un centro, partendo e rimanendo intatti i propri luoghi di origine, di significazione, e con le nostre differenze per stabilire un patto, dar forma a un potere come potenza femminile, da far vivere nella politica e nella società.
Il nostro appello è già condiviso da gruppi, coordinamenti, associazioni vecchie e nuove. Dobbiamo essere molte, una forza in movimento. Aspettiamo le vostre adesioni in vista del primo incontro a Lamezia Terme il 25 e 26 settembre