Corte dei conti ed elezioni politiche

postato il 5 Feb 2008
Corte dei conti ed elezioni politiche

Non ci sono più parole per tentare di dare decenza alla crisi del nostro sistema politico e delle istituzioni e quindi ho scelto di non dire nulla sulla caduta di Prodi, la vicenda Mastella e il tradimento con Dini, lo spettacolo al Senato, l’incarico fallito a Marini, la decisione del PD di andare a perdere da solo e consegnare di nuovo a Berlusconi il nostro paese dove pochi lavoratori dipendenti riescono ad arrivare a fine mese per mantenere con il 40% del loro stipendio o più questo ceto politico e i loro clienti.

Gramellini nel suo buongiorno su La Stampa di oggi ci fa una filastrocca: “Siamo senza governo, senza uno Stato, senza un passato, senza che nessuno si sia mai vergognato, senza ritegno, senza contegno, senza denaro, senza riparo, senza progetto, senza rispetto, senza testa, senza ricambi. Senza più sogni e con troppi bisogni. Senza cultura ma con spazzatura…”

Mi pare importante la denuncia, all’inaugurazione dell’anno giudiziario 2008 della Corte dei Conti del presidente Lazzaro:
“La corruzione è patologia diffusa”, “occorre poter bloccare immediatamente le risorse che si stanno sperperando.

Conti pubblici in netto miglioramento ma sviluppo frenato dai pochi investimenti. E un Paese le cui istituzioni soffrono. Il riferimento è ai costi sempre più esorbitanti della politica, ai contratti pubblici e al frequente ricorso alle consulenze esterne.

“La Repubblica vive un momento di diffuso malessere e incertezza”, ha sottolineato il presidente. Secondo Lazzaro occorrerebbe “riconsiderare” alcune scelte per “ridare sistematicità all’insieme degli organismi amministrativi a tutti i livelli”. Lazzaro ha evidenziato il “crescere confuso di strutture, di modelli amministrativi, di sovrapposizioni di competenze tra amministrazioni centrali e enti locali, disarmonicità, conflitti irrisolti”, la formazione di “debito implicito e di altre gravi distorsioni gestionali legate alla creazione di società pubbliche spesso senza trasferire in tali società personale delle amministrazioni pubbliche che in origine gestivano il servizio”. Si ricorre invece a consulenze esterne pagate profumatamente.

Tangenti negli appalti e corruzione “nel settore dei lavori pubblici e delle pubbliche forniture, nonchè nella materia sanitaria”.
Il vero problema del settore pubblico, sul fronte delle decisioni e dei controlli, è il “non agire”, secondo la Corte dei Conti. “Il non agire protratto per anni – ha detto Lazzaro – può provocare danni di tale entità per i quali nessun giudice, probabilmente, riuscirà mai a pervenire a una quantificazione tanto meno ad ottenere il risarcimento”.

Si rendono conto i partiti che si candidano al governo del nostro paese con comode nomine di amici dei segretari al parlamento che bisogna ripartire di qui? E che non abbiamo nessuna voglia di andare a ratificare nomine di persone che non prendano impegni precisi al riguardo?

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