Credibilità e responsabilità

postato il 27 Mar 2013
Credibilità e responsabilità

Ho aspettato più di un mese prima di commentare risultati elettorali, primi passi dei neoeletti in Parlamento e tentativi di dare un governo possibile a questo nostro paese sempre più disastrato.
Ho aspettato perché volevo considerare gli aspetti qualitativi e non solo quelli quantitativi, pur importanti e significativi: tanti giovani e tante donne in parlamento, il M5S il partito con più voti alla Camera, Berlusconi che ottiene un risultato insperato, la sconfitta politica del partito di maggioranza relativa che al Senato non ha i numeri. Quel PD che se, un anno e mezzo fa, avesse avuto il coraggio di andare al voto senza regalare a Monti un governo che ha fatto danni anziché risanamenti, le elezioni le avrebbe vinte con una maggioranza certa.
Intanto l’insuccesso di formazioni improvvisate come quella di Monti, che non ha fatto che svuotare il partito di Casini e quello di Fini, fuori dal parlamento come la lista Ingroia, per mancato raggiungimento del quorum.
Provo a dire qualche cosa oggi, dopo aver visto la diretta dell’incontro Bersani e M5S che, come prevedibile, non ha dato frutti. Mi ha colpito l’insistenza con cui la capogruppo Lombardi, che non mi è stata simpatica dall’inizio e che pare contestata anche dai suoi, ha insistito ad avocare al suo gruppo, perché non compromesso con il sistema politico del ventennio precedente, la credibilità in nome della quale, unica forza, poter rivendicare di dare vita ad un governo. Una giornalista ha fatto un commento spiazzante che ha messo in imbarazzo i due capigruppo: “la credibilità non vi da i numeri al Senato”. A quel punto il buon Crimi ha tentato di richiedere responsabilità alle altre forze, quella stessa a cui li richiamava Bersani e non si capisce in nome di quale sicurezza innata pensano di poterla avere in Parlamento, senza avere neppure loro, i numeri per la fiducia. I soliti insopportabili insulti di Grillo hanno messo il cappello. Ma dove sono le idee e le proposte per non perdere altro tempo a rivotare una situazione simile o peggiore?. Le idee che dimostrano responsabilità e fanno guadagnare credibilità?
La credibilità mia per ora se la è guadagnata solo Laura Boldrini, per il suo impegno precedente, per il suo discorso alla Camera, pieno di rispetto sia per le istituzioni e la nostra storia che per tutti quelli che hanno ben pochi diritti. Nessuno è stato dimenticato, da esodati e disoccupati, a oppressi e poveri: noi donne ricordate ancora una volta per le violenze a cui siamo sottoposte dall’altro sesso. Se le è anche guadagnata, la mia credibilità, per la pronta risposta a Battiato che al Parlamento Europeo non ha trovato di meglio che infangare il Parlamento italiano per “le troie inaccettabili che dovrebbero essere rinchiuse in un casino pubblico”.
Grasso invece, coinvolto nella querelle Travaglio/Caselli, sta minando la credibilità rispetto all’altro candidato alla presidenza del Senato, Schifani, che ha fatto disobbedire una decina di grillini per responsabilità. Poche disobbedienti mi pare.
La vicenda dei due marò si è giocata in aula con la farsa delle dimissioni in diretta del ministro degli esteri Terzi, convocato in parlamento per spiegare gli ultimi contradditori sviluppi, che hanno sicuramente causato un colpo non indifferente alla credibilità del nostro paese. Farsa in cui il grido della moglie di uno dei marò risultava l’unica realtà credibile e dolorosa.
Farse di uomini, linguaggi e contese inaccettabili. E le elette?
Finora altre parlamentari vecchie o nuove, non hanno fatto dichiarazioni significative che si discostino dall’appartenenza ai tre gruppi maggiori che si fronteggiano PD,M5S,PDL. E’ perché non sono femministe? E’ perché non sono autonome? E’ perché non hanno relazioni con il movimento? Con i movimenti?
Bersani ha proposto una commissione per le riforme istituzionali e costituzionali (numero dei Parlamentari, sistema bicamerale, eliminazione province) di cui pare abbia offerto la presidenza ad Alfano: non so se ci saranno elette che vi parteciperanno con proposte autonome, ed esempio rispetto alla legge elettorale le due preferenze, un sistema proporzionale come quello tedesco che garantisce anche la rappresentanza territoriale e la governabilità? E noi che siamo fuori dalle istituzioni ma vogliamo collaborare lo facciamo attraverso quali vie? Un blog? Articoli di riflessione generale (Cigarini, Melandri)? Riunioni specifiche e appelli (Democrazia paritaria e SNOQ)?
La responsabilità compete a tutte e tutti in questo momento, con gradi diversi ovviamente tra eletti e non, tra segretari o boss di partiti e movimenti o cittadin*, Ma la credibilità va conquistata da tutt*, non è data per appartenenza.

Commenti:

  • Maria Grazia Negrini 28 Marzo 2013

    Sono d’accordo su tutto! Brava Laura!:-) G

  • silvia napoli 28 Marzo 2013

    Non sono proprio d accordissimo con tutto, però condivido la preoccupazione per le sorti dei movimenti”altri”, per le questioni femministe, ebbene, diciamolo, , per l insipienza delle stategie pd…insomma sono anche contenta di misurarmi con le novità e specie se non le conosco fino in fondo, però non vorrei davvero buttare il bambino con l acqua sporca e rinunciare ad un patrimonio di ideali e di lavoro svolto sin qui da tante e tanti. Mi sento anche purtroppo che le energie spesso vengono meno e che c è un mare di questioni a latere di noi stesse che ormai sembrano riguardare solo il nostro faticoso privato

  • marella narmucci 28 Marzo 2013

    Cara Laura, provo a dare il mio personalissimo contributo riguardo al ruolo delle donne parlamentari di questa Legislatura. A parte Roberta Lombardi che primeggia fra tutte con la sua presupponenza non personale bensì collettiva e manovrata da Grillo e Casaleggio,e Laura Boldrini investita da un ruolo che sta ricoprendo con grande umiltà e serietà, altre donne in Parlamento non le sento: almeno quelle del centro-sinistra. Anzi, paradossalmente mi sembrano più presenti quelle del PDl (Lorenzin in testa). Non abbiamo mai avuto tante donne in Parlamento… ma a fare che? E’ come se stessero aspettando con la valigia ancora da disfare, di chiuderla e tornare a casa. O forse, sono donne senz’altro colte, impegnate, preparate ma nelle professioni da loro finora svolte, e non persone competenti adatte ad amministrare un Paese e gestire le emergenze che escono quotidianamente in Italia. Ribadisco anche in questo blog una mia convinzione: mica tutti possono inventarsi politici? Almeno non nel modo in cui credo io e che da dopo Tangentopoli si è dissolto. Da lì, invece di reinvestire su valori, etica e competenza, si è preferita l’improvvisazione. E questo è il risultato. La Politica è una cosa seria. O ancora; forse dovremo nuovamente constatare che così tante donne elette sono uno specchio per le allodole? Ovviamente, spero di sbagliarmi, ma allora perchè le parlamentari non si danno una mossa?!?

  • laura cima 28 Marzo 2013

    Care Grazia, Silvia e Marella
    faccio fatica a parlare in questa fase perché si tratta di un cambiamento radicale che stiamo attraversando ed è difficile capire verso dove si va.Sono un’ottimista e credo come Hanna Arendt, che la politica debba essere di tutt*, non solo degli addetti maschi che ci hanno portato a questi disastri. Ma il cambiamento va governato non con l’improvvisazione e senza perdere la memoria come voi dite. Le donne, tutte, quelle elette e quelle fuori hanno molto da proporre se trovano il coraggio in questo deserto. Aiutiamoci ma non stiamo a guardare

  • Rosa 29 Marzo 2013

    Condivido sul tema della responsabilità di tutti e tutte, credibilità da conquistare perchè non dovuta per appartenenza. Le donne appaiono assenti dalla discussione generale, sicuramente lo sono nelle scelte dei partiti, vedi la questione dei capogruppo ruolo in cui sono scarsamente presenti.

  • Maria Cristina M. 29 Marzo 2013

    Non mi trovo in sintonia con quanto scrivi, Laura. In parte mi pare un gioco con le parole: la credibilità del M5S non ci sarebbe. E ci sarebbe quella di Boldrini che io non conosco e quindi non saprei se ce l’ha o meno. E un discorso non mi basta. Poi la simpatia o meno per le persone. Poi gli appelli alla responsabilità che sembrano il rispondere ad una domanda con la stessa domanda (Crimi e Bersani). Magari si riferiscono a due responsabilità diverse? Intendono la responsabilità in modo diverso?
    Mah, io da cittadina che non può seguire la politica istituzionale se non 20 minuti al giorno e anche meno, perché lavoro tutto il giorno e la sera mi occupo della casa, e dopo cena stramazzo stanca sul divano, perché se mi metto al pc poi soffro d’insonnia, per i troppi pensieri in testa, posso solo dire che io sento un gran bisogno di essere governata da gente che voglia ristabilire alcuni principi di base: le cose si fanno per il bene collettivo e non per favorire i propri amici, i soldi pubblici sono sacri e non vanno sperperati, le scelte si fanno non per appartenenza a schieramenti o di nuovo per gli amici, ma discutendo nel merito delle questioni. E via di questo passo. Questo restituirebbe senso alla cosa pubblica.
    Non so dire come si arriverà a ridare senso pubblico alle istituzioni e agli organi di governo, non sono un’esperta. Di certo non penso che governare con il PD porti in questa direzione. Già me la vedo una legge contro la corruzione o contro il conflitto d’interessi elaborata da un governo PD-Sel-M5S: le istanze di radicale cambiamento del M5S verrebbero neutralizzate. Questo è quello che immagino io, dal mio punto di osservazione che è quello di cui ho detto sopra.
    Circa le elette in Parlamento, ricordo quando anni fa dissi in un seminario con Marila Guadagnini che argomentava a favore della quote rose: dissi che solo mandare donne in Parlamento pensando che si produca cambiamento poteva essere un boomerang, perché non basta essere donne per portare cambiamento. E se poi le donne non facessero la differenza? Sarebbe un boomerang per tutte. In Emily in Italia-Torino lo abbiamo detto tante volte: il rischio di omologazione è elevato quando si frequentano ambienti disegnati da modelli simbolici maschili. Oggi ne sono ancora più convinta. Non so se le elette del M5S siano femministe o meno, e se lo sono, quanto lo siano. Però mi pare di vedere molta discussione, molto desiderio di fare, di portare cambiamento, di ristabilire il buon governo. Sono mosse da questo stesso desiderio le altre elette? Sono disposte a scombinare gli equilibri? A scelte di rottura?

  • laura cima 2 Aprile 2013

    Rosa e Maria Cristina,
    voglio entrare nel merito di qualche questione che sollevate e che ora, dopo la scelta di Napolitano, rischia di essere convogliata nello scandalo che non siano state scelte donne. Simbolicamente è una scelta inaccettabile e il dire che è meglio che non ci siamo perché i saggi produrranno un topolino, come ho fatto anch’io, rischia di ricordare la volpe e l’uva.
    Questa società politica, come dice Rosa, non vuole donne tra i piedi e quando è costretta cerca di inglobarle come sosteneva anche Emily, che non ho ancora capito perché si è sciolta e, se oggi è sostituita da SNOQ. Ma i decisori, anche negli enti e nelle istituzioni più alte, oltre che nei partiti, sono tutti maschi, che finora litigavano ma poi si accordavano spartendosi il potere.Oggi il successo del m5S (diretto in modo autoritario da 2 maschi) lo rende molto difficile, meno lo rendono le donne. Proverò a scrivere un altro blog intitolato Badanti o babysitter?

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