Dopo Eluana cosa rimane del pensiero sulla morte e sulla libertà

postato il 11 Feb 2009
Dopo Eluana cosa rimane del pensiero sulla morte e sulla libertà

Non ho voluto intervenire durante il gran chiasso che si è creato in Italia a partire dalle istituzioni per rispetto di Eluana e della sua famiglia. Sembrava che non ci fosse più spazio per un confronto sulla morte che il padre da anni chiedeva di portare avanti a livello istituzionale perchè chi si trova nella situazione di Eliana e i loro famigliari potessero avere risposte ad un mistero.

La sua richiesta a Governo, Parlamento, Magistratura e Presidenza della Repubblica vecchia di quindici anni, da quando si è avuta la certezza dell’irreversibilità del coma di Eluana, ha sollevato, dopo le sentenze della Corte di Cassazione e Costituzionale, un’isteria massmediologica e istituzionale che possiamo facilmente dipanare: a Berlusconi non è parso vero di utilizzare la situazione per poter accattivarsi un serbatoio di voti cattolici e, nello stesso tempo dare addosso ai due poteri che limitano il suo delirio di onnipotenza: la Magistratura e la Presidenza della Eepubblica, per aprirsi la strada verso una svolta presidenziale in Italia.

I metodi usati e la strumentalizzazione di Eluana sono stati di una volgarità fino ad oggi mai raggiunta. Dai rappresentanti istituzionali della maggioranza innanzittutto. Fini che rimprovera Gasparri perchè non sta zitto né dà un segno.
La svolta reazionaria di questo Papa, già misurata con i negazionisti, si è manifestata con una intolleranza e un fondamentalismo della Chiesa anch’esso non ancora misurato nel nostro paese, tant’è che persino il vecchio Andreotti se ne è scandalizzato.

Si è aperto un vulnus grave nella democrazia e nella laicità del nostro Stato che non lascia ben sperare nel futuro. Anche perchè alcuni leader dell’opposizione, tra cui Rutelli hanno ritenuto di votare una mozione della maggioranza che ricalca il decretino ad personam, subito abbandonato dopo la morte di Eluana.
Se mai si arriverà ad una legge sul testamento biologico, perchè di eutanasia non se ne parla, sarà compromessa da questa mozione. Questo significa che non potremo sottrarci, anche se ridotti in stato vegetale, ad essere alimentati e medicalizzati forzatamente.
A meno che non siamo espiantati subito di organi vitali come è successo a molti che si trovavano nelle condizioni di Eluana e che hanno permesso ad altri di continuare a vivere.
La libertà di rinunciare alla vita quando non si hanno più speranze di tornare ad una dimensione umana di relazione non ci sarà concessa. Nè a noi ante nè ai nostri famigliari post.

Ciò significa che siamo scivolando da uno Stato democratico e liberale che la nostra Costituzione ci ha garantito a uno Stato etico che decide per cittadine e cittadini della loro sfera privata, della vita e della morte.
Ciò per soddisfare i deliri di potere del nostro presidente del consiglio. E per l’opportunismo di molti altri.

Tutti quelli che lo hanno votato e che probabilmente hanno guardato il Grande Fratello, si accontenteranno di un pò di circo in cambio della libertà?

E’ facile suppore che da oggi scenderà il silenzio istituzionale sul mistero della morte e del confine tra vita e morte. E la morte tornerà ad essere un tabù da consumarsi negli ospedali, lontani da relazioni sociali, senza che se ne parli e si orienti la propria vita anche a questo pensiero.

Mi piacerebbe che tutti quelli che si sono scontrati fino a ieri riprendessero un confronto civile e rispettoso su questi temi e sulla libertà di vivere come si desidera e di affrontare la morte senza che uno Stato onnipresente pretenda di intromettersi per i propri interessi.

C’è un bel film che ho visto recentemente “the millionaire” che può aiutare a riflettere sulla dignità umana.

Commenti:

  • Elvia Franco 11 Febbraio 2009

    Speriamo che la vicenda dolorosissima di Eluana, serva a maturare le coscienze e induca a riflettere che nessuno ha il potere di estendere le sue credenze agli altri. Ai cattolici non viene impedito di essere quello che vogliono essere, ma devono capire, senza se e senza ma, che non possono avere pretese di universalità, ma solo di testimonianza, come tutti quelli che vivono in sè, e sinceramente, approcci alla vita differenti. La comunità di tutti, quindi lo stato, abbia a cuore il rispetto delle differenze, che annulla il relativismo, perchè si fa valore fondante e tessuto connettivo del vivere civile. Comunque queste righe sono soprattutto di stima e di affetto per la mamma e il papà di Eluana, e anche per il medico, il dottor Amato De Monte. Elvia Franco (Udine)

  • Laura cima 20 Febbraio 2009

    grazie elvia. So che stai approfondendo il tuo pensiero su questi temi tienici informati quando pubblicherai qualcosa

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