Dopo il terremoto tutti ecologisti?

postato il 9 Apr 2009
Dopo il terremoto tutti ecologisti?

All’angoscia del numero dei morti sempre crescente, delle scene di distruzione pressochè totale di città e paesi bellissimi che conservo intatti nella mia memoria si aggiunge quella di intervistatori improvvisati che fanno domande assurde, delle dichiarazioni del nostro presidente del Consiglio, presente ogni giorno sul luogo del disastro, che invita le persone terremotate a portare i bambini al mare o a considerare il vivere nelle tende come l’esperienza del campeggio. Per fortuna, la dignità degli abruzzesi ha allontanato intervistatori e telecamere dai luoghi di dolore e ha imposto il rispetto per l’esperienza drammatica che stanno vivendo. Per fortuna migliaia di soccorritori e volontari stanno continuando un lavoro durissimo con la riconoscenza di tutti e la soddisfazione impagabile di estrarre un centinaio di persone ancora vive dalle macerie. Il contributo solidale di tanti farà sentire meno solo chi ha perso affetti, casa,città. Ma la domanda che rimarrà è: si poteva fare qualcosa per evitare tanto dolore? Le polemiche del primo giorno sulla prevedibilità dei terremoti e sulla denuncia arrivata al tecnico per procurato allarme, quell’imbecille di cui Bertolaso l’avrebbe tacciato in una pubblica riunione dove le previsioni sono state sconfessate come il sistema che aveva osato mettere a punto al di fuori dei circoli accademici accreditati, hanno fatto riflettere tutti noi sull’arroganza del potere politico e scientifico per le certezze di cui si circonda e che nessuno può metter in discussione. Poi, dopo una serie di dichiarazioni continue sull’impossibilità di prevedere i terremoti che serviva a tranquillizzare le coscienze del potere e a non sminuirne la credibilità, sul tecnico e sulle polemiche è calato un rapidissimo silenzio. A noi è rimasto il dubbio e la curiosità di sapere di più sul metodo messo a punto da questo tecnico e dai suoi giovani amici informatici. Per chi segue i dibattiti di questi giorni resta lo stupore di scoprire che cementificatori, sostenitori dello sfruttamento esasperato del territorio, politici e giornalisti che fino a ieri plaudivano al piano casa del governo che avrebbe sbloccato l’economia, si stanno tutti scoprendo improvvisamente ecologisti e criticano le costruzioni recenti e pubbliche crollate a L’Aquila, sono spiaciuti che il piano sismico dopo anni non abbia ancora le norme in vigore, si scandalizzano per l’avidità di chi ha costruito abitazioni insicure e di chi le ha autorizzate. Qualcuno pagherà per esempio per l’ospedale o la casa dello studente che ha seppellito giovani ospitati? Chi controllerà i piani di ricostruzione e l’idea folle, già fallita a Gibellina, di ricreare città e paesi ex-novo? Sarà preso ad esempio un piccolo paese rimasto totalmente intatto che in questi anni un giovane imprenditore aveva restaurato con criteri antisismici e che ci hanno fatto vedere in questi servizi televisivi senza darne particolare rilievo? Eppure, proprio perchè soldi non ce ne sono, tant’è che il governo rimanda il decreto a dopo Pasqua perchè non ha trovato i fondi, essere più ecologisti vorrebbe dire non sprecare più risorse, salvaguardare vite umane e il nostro territorio che tutto il mondo ci invidia per le sue bellezze naturali e culturali.

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