Fermenti tra femministe e non solo. Ma si quaglia?
postato il 28 Gen 2014
Quest’anno ha portato con sé moltissime iniziative in cui mi sono trovata coinvolta in prima persona o ho coinvolto io altre ed altri.Così la mia tranquilla vita di pensionata e nonna è stata improvvisamente sconvolta e mi pare di essere tornata ai tempi del mio impegno politico, femminista ed ecologista, senza respiro.
Lo stacco è stato concentrato nei quattro anni di stesura del mio libro “il complesso di Penelope” che ho scritto pensando a un confronto con studentesse e studenti e invece è diventato anche dibattito con politiche e femministe che porta con sé altre iniziative, come il progetto sui valori della costituzione e le donne, pensato con l’assessora Isabella Sala di Vicenza e l’amica Roberta Radich, o il confronto a metà mandato delle giunte arancioni. L’incontro di Torino con le amiche di Milano e Genova, maturato anch’esso nel mio giro in Veneto come scrissi sul blog, è stato un confronto ricco e franco con molte valutazioni politiche interessanti che troverete nell’ottimo report postato su FB da Adriana Nannicini e pubblicizzato da Serena e dalle altre amiche della Rete delle reti , da Donatella Martini di Donne in quota, nei blog regionali di Politica Femminile a cui spero tante mandino le loro esperienze e comunichino le iniziative in merito. Oggi posterò il report di una amica su una riunione tenutasi a Grugliasco rispetto al malfunzionamento dell’inceneritore che conferma il fossato sempre più profondo che divide cittadine/i e amministratori. In mezzo consigli diventati teatrini senza potere.
Il 50% di donne che abbiamo voluto, quelle che abbiamo votato o sostenuto, stanno tentando di cambiare questa situazione e come?
Martedì prossimo Pia Locatelli presenterà il mio libro alla Camera dei deputati e mi piacerebbe che qualche giovane parlamentare si staccasse un attimo dal tormentone della legge elettorale per venire a riflettere con noi del fatto che se è lì, ciò dipende dalla forza delle donne: se dipendesse dai nostri politici avremmo tutte istituzioni maschili com’è stato dalle origini della nostra Repubblica e ancora oggi succede. Un consiglio di soli uomini in Basilicata o sbaglio? Anzi segnalateci queste situazioni. Le giunte maschili non sono più possibili dopo le sentenze che le hanno annullate e mi par di avere colto un provvedimento governativo che fissa al 40% minimo la presenza delle donne ma ne ho perso le tracce. Chi sa darmi informazioni al riguardo.. così diffondiamo e monitoriamo l’iter.
Dalla forza delle donne e allora mi aspetto che facciano leggi e prendano iniziative in favore delle donne.
Con la petizione sul cognome materno questo avevo intenzione di fare: pungolare Parlamento e Governo dopo l’ultima sentenza della Corte Europea che condanna il nostro Paese perché non permette alle madri di dare il cognome ai figli. Risale al 1989 la legge storica che presentai insieme a Guidetti Serra, Adele Faccio ed altre amiche in merito e che naturalmente non ebbe seguito. Ci provò la Bindi quando era ministra della famiglia fermata dai suoi come sui Dico, mi ha detto la settimana scorsa, e non dalla Binetti come molti pensavano. Lunedì prossimo consegnerò le numerose firme raccolte alla Presidente Boldrini ma la situazione è tutt’altro che rassicurante come scrive anche la giornalista Laura Preite il cui articolo è oggetto del mio precedente post.
Annuncio pessimo del governo con patria potestà anche sulla madre rispetto al cognome ai figli, commissione interministeriale annunciata dalla Viceministra Guerra per arrivare alla parità, così ci disse in un comunicato. In realtà tutto fermo. Il Parlamento a cui spetta legiferare su una materia così delicata non pare aver spostato il suo interesse dalla quotidianità sulle riforme elettoral/istituzionali di cui si parla da decenni senza farle mai. Le leggi depositate nei due rami del Parlamento sono poche, e con poche firme.
Ho scoperto che si può fare pressione e misurare come il paese sia molto più avanti dei suoi governanti anche con una petizione.
A questo punto mi manca lo spazio per raccontarvi come si è riaggregato un gruppo di ecologiste/i a partire dall’appello rispetto alle elezioni europee di Barbara Spinelli: il percorso è tutto in salita, soprattutto in Italia perché nel resto dell’europa i Verdi sono ancora forti ma non sono riusciti per ora a frenare le politiche neoliberiste che stanno impoverendo sempre più cittadine/i dei paesi mediterranei. Ma lo farò appena si coagula qualcosa di più. Solve et coagula era una delle ricette di Alex Langer per contrastare la durezza del potere. Mi piacerebbe che si coagulasse finalmente qualcosa di positivo in questo anno, che si cambiasse verso più democrazia, più giustizia, più governo dei processi alle donne. Ho l’impressione che si possa tentare, che la crisi possa favorire un cambiamento reale. Attenzione però a non sprecare troppe energie e a mantenere una grande autonomia individuale e collettiva. A non ripetere per non riperdere. Buon lavoro a tutte/i noi.