La scena pubblica

postato il 6 Set 2010
La scena pubblica

Il tormentone politico dell’estate è ruotato intorno alla diatriba Fini-Berlusconi che ha riempito prime pagine dei giornali e dei telegiornali, sempre uguale a se stessa, con i dubbi collaterali se l’autunno ci avrebbe portato elezioni anticipate.
Nel frattempo un numero crescente di donne, giovanissime e meno giovani, native e immigrate sono state uccise nel nostro paese per mano di uomo, marito, compagno e anche padre. Con motivazioni non dissimili da quelle con cui in Iran si vuole lapidare Sakineh, se non si crede all’accusa di omicidio dell’amante e nonostante l’adulterio non sia più reato in Italia da decenni. Ma questi fatti di solito hanno solo riempito la cronaca nera.
Donne e uomini giovani e meno giovani disoccupati disperati hanno dimostrano nei modi più diversi la loro disperazione e la voglia di non arrendersi.
La scuola si è riaperta con le manifestazioni dei precari che in gran parte hanno ormai i capelli bianchi in attesa di un ruolo che non arriva mai ed ora perderanno il lavoro grazie alla Gelmini e al governo di cui fa parte.
Un sindacato diviso ha di fatto assecondato il progressivo restringimento dei diritti sul lavoro.
Il Papa, il Presidente della Repubblica, la presidente della Confindustria, il governatore della Banca D’Italia hanno autorevolmente ribadito a più riprese che il governo non si occupa di economia e lavoro che sono la priorità politica del nostro paese, in crisi sempre più profonda.
L’Istat ci dice che un giovane su quattro è senza lavoro e molti ormai non lo cercano più. Forse per questa incapacità di fronteggiare la situazione sempre più difficile si parla nella maggioranza e da parte di Berlusconi di riformare la nostra Costituzione che all’art.1 ci ricorda che la Repubblica è fondata sul lavoro e Barbara Spinelli nel suo editoriale “La nave dei folli ritornerà” preannuncia una vendetta di chi è ormai ai margini di un mercato del lavoro senza possibilità di accesso ad un posto che gli garantisca il diritto al suo futuro.
Ora a Mirabello Fini, Futuro&Libertà, Fare futuro hanno sancito la fine di quesa maggioranza.
Oggi la scena pubblica è tutta coperta dalle conseguenze di questa esplicitazione e dall’ambiguità che rimane nel momento che contemporaneamente c’è l’impegno a votare i 5 punti che saranno presentati dal governo come programma e che non prevedono nulla nè per l’economia nè per il lavoro.
Quindi ci aspettano ancora molti mesi di chiacchere, temporeggiamenti e nulla di fatto.
L’unico aspetto positivo di questa situazione riguarda la giustizia e la democrazia perchè Berlusconi ha dovuto rinunciare sia alla legge sulle intercettazioni che a quella sul processo breve.
L’opposizione è ormai frantumata tra Casini, Rutelli, Bersani e Vendola e non sa fronteggiare questa situazione. I Grillini e il popolo viola ripercorrono la strada della contestazione ma anch’essi non hanno proposte chiare sui giovani e sul lavoro. Gli ecologisti e i verdi stanno ancora cercando un possibile percorso comune verso qualcosa che possa ripercorrere i successi di EuropeEcologie. Rifondazione e i Comunisti Italiani hanno poca voce e poche proposte.
La scena pubblica autunnale si preannuncia vuota di significato politico quanto lo è stata quella estiva.

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