La sconfitta di Segolène mette in crisi il sistema politico italiano
postato il 9 Mag 2007Purtroppo in Francia ha vinto la destra. Una destra che si dice riformatrice. Che è bonapartista. Il Sarko che non ha peli sulla lingua ed ha affossato il politicamente corretto. Che chiama feccia i “sans papier” delle “banlieu”, che vuol liquidare il ’68, ma il cui fascino risiede nel voler riabilitare il lavoro, l’autorità, la morale, il rispetto e il merito, nel promettere una politica “non insipida”, nel portare in primo piano doveri e valori, nel ricollocare la Francia nel mondo globalizzato reale. Attira simpatie nella nostra sinistra, in particolare tra gli outsider come lui, e tra i nostri intellettuali (Ceronetti e Spinelli p.es.).
La Segolène non ha saputo conquistare l’elettorato di Bayrou né le donne ma non ha perso il suo aplomb e non si farà affossare facilmente dal suo partito. Da noi ciascuno tenta di riconfermare le sue certezze ma tutti sono spiazzati: il nascente partito democratico che apre una sgradevole fase di litigiosità sui media con la lettera insofferente di Fassino a Prodi riaffermando un vecchissimo modo di far politica, grigio, rissoso e senza passione.
A Torino la Margherita vota in Consiglio Regionale con la destra per far partecipare la Regione al Family Day e Rosy Bindi ritorna sotto l’ala del Vaticano svuotandosi la sua convention fiorentina nel momento in cui dice che non invita i gay.
Bertinotti che ripete la necessità di rifondare la sinistra (che ha appena perso in Francia dopo la Germania) e la destra che inneggia a Sarko senza capirne la svolta. Casini che coglie l’occasione per proporsi come leader nuovo al posto di Berlusconi.
Nessuna donna politica italiana che faccia commenti significativi.
Le amministrative italiane e le legislative francesi ci daranno altri segnali importanti.
La gente non ne può più del nostro sistema politico decotto e vorrebbe due leader capaci di scontrarsi in campagna elettorale con la chiarezza e la correttezza francese. Battere un colpo . Soprattuto le giovani e i giovani considerate/i promesse come Finocchiaro, Franceschini e chi altri?
Chiamparino e Veltroni hanno subito virato a destra nel modo più scontato possibile. Chiti ha redatto una bozza di riforma elettorale per evitare il referendum che vergognosamente ripropone le liste bloccate in modo che ha decidere il prossimo parlamento siano le stesse dieci vecchie persono, grigie, litigiose e maschi.
Per questo ai tavoli si affollano persone che non amano il sistema proposto da Segni, nello stesso modo in cui lo fecero venti anni fa rispetto alla preferenza unica. Per dare una spallata a questi partiti e a queste leadership.
Commenti:
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Gentile Laura,
ho trentasei anni e 12 anni di attività politica svolta nei DS nella mia città ma da più di un anno ho lasciato tutto schifato e depresso.
Ho lavorato con entusiasmo e ho fatto parte della segreteria con ben 4 segretari diversi ma negli ultimi 3/4 anni ho visto un ulteriore deterioramento del modo di far politica e sono arrivato al punto di mollare per evitare di farmi venire l’ulcera.
I partiti attuali sono svuotati del loro ruolo democratico tanto che in città come la mia (50000 abitanti) 230 iscritti in larga parte over 70 determinano gli assetti di potere della città e persone spesso di basso profilo hanno creato dei “potentati” che non esagero a definire clientelari.Il Partito Democratico eredita questa situazione nella mia città ma credo che questo modello sia ormai diffuso fino ai vertici.
La discussione e il dibattito politico non esiste, manca la capacità dialettica e le decisioni avvengono sulla base di accordi e “scambi”, anzi non si vuole discutere le decisioni e le scelte politiche “devono” essere appannaggio dei potenti che dominano la scena, sostenuti dalle cosidette truppe cammellate (persone di bassissimo profilo che in genere godono di piccoli favori personali).
Per quello che ho visto e le persone che ho conosciuto sono propenso a non avere fiducia negli attuali quarantenni.
Cresciuti in logiche di partito vecchie anni luce si sono convertiti a questo ruolo di rinnovatori, riformisti, modernizzatori ma non mi convincono. La miscela tra il vissuto di queste persone, la loro ambizione di carriera e la loro mediocrità è devastante.Spero e fortunatamente qualche piccolo segnale mi è giunto, nella generazione di giovani 28/30enni. Chissà che questi ragazzi che non hanno mai visto il PCI, che vivono le difficoltà reali di oggi del precariato dell’insicurezza nel futuro, non sapranno traghettare questa sinistra malata verso qualcosa di nuovo?
Sogno vedere fra qualche anno un/a leader under 40 con a seguito una schiera di persone capaci di dare un calcio a questa classe politica che dopo 15 anni non ha saputo imprimere forza, idee, prospettive.
Speranze vane??
Per adesso rimango alla porta e spero che questa spinta emotiva di unificazione a sinistra sia animata da un minimo di senso di responsabilità e un po’ di reale passione “politica”
saluti
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Caro Giovanni,ti rispondi solo ora dopo che sono noti i risultati delle ultime amministrative.
Sto lavorando per formare giovani donne intorno ai 25 anni che stanno laureandosi. Fanno tirocinio nel mio ufficio di consigliera di parità. Vedo che impegnarsi in progetti le porta ad essere impegnate non solo nel volontariato ma anche in politica. Nelle ultime elezioni alcune si sono candidate o hanno appoggiato loro amici e qualcuna delle reti che ho messo in piedi neli centri per l’impiego, nella sanità, nelle agenzie formative è anche stata eletta. Certo che se non hanno il nostro sostegno saranno traumatizzate da questa classe politica che Sartori, il politologo, in TV ha definito di bassissimo profilo rispetto al resto dell’Europa e agli USA. Mi piacerebbe iniziare un forum su questo tema. Mi dai dei suggerimenti? -
almeno la hanno ricambiato i personaggi principali qui invece siamo al solito duetto..
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almeno lì hanno cambiato i personaggi principali dell’azione (uomini o donne che siano) qui invece dal 1994 il duetto è sempre lo stesso con qualche variante sul tema
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qual’è allora il modo per mandare a casa questa casta di destra e di sinistra in Italia? Ora ci raggiungeranno gli schizzi di fango delle nuove intercettazioni del caso giudiziario assegnato alla Forleo (ormai la maggioranza di magistrate sono donne e per questo il terzo potere tiene).
Il problema è: cosa possiamo fare noi , senza potere ma tanti?
Non andare più a votare come sta succedendo non mi pare una soluzione. Allontanarsi nauseati dalla politica attiva come ha fatto Giovanni, e in parte anch’io che però ho l’età che mi giustifica, neanche.
Fondare un altro partito ci pensano già i nostri campioni politici che rimestano solo per rimanere a galla.
Che fare?