o ci stai o ti uccido
postato il 3 Apr 2025
Manifestiamo contro le spese per armi, la cosiddetta “difesa europea”, per la pace, contro le guerre. Ci indignamo per i dazi che Trump ha deciso di imporre.
Intanto la guerra di maschi contro donne che li rifiutano continua e provoca femminicidi terribili anche nel nostro paese, senza che governo centrale e governi regionali e locali, salvo rare eccezioni, se ne preoccupino più di tanto e prendano provvedimenti per prevenire ed educare al rispetto e alla non violenza
Ilaria e Sara, due universitarie di 22 anni accoltellate e uccise barbaramente per avere rifiutato, o non degnato, chi voleva possederle, fanno salire a 11 i femminicidi dall’inizio dell’anno. La rettrice della Sapienza, Antonella Polimeni che ha invitato gli studenti della Sapienza a manifestare e depositare fiori, ha dichiarato quello che mormoriamo tutte: ”non possiamo più assistere inerti” e ha sollecitato un coinvolgimento di tutte le istituzioni per contrastare l’attuale violenza di questi maschi rifiutati, anche giovanissimi, che non l’hanno accettato vendicandosi, in questo modo terrificante, uccidendo a coltellate le donne che dicevano di amare.
“L’ossessione che diventa rabbia, violenza senza controllo. E neanche adesso l’assassino riesce a dirsi pentito per quello che ha fatto”. “Contro la violenza di genere si facciano sentire anche i maschi” dichiara Mara Carfagna e la mamma di Sara avverte: “bisogna SEMPRE parlare per denunciare!!!”. “Lei pensava, coraggiosa, di gestire il suo No. Voleva solo che la lasciasse stare”. E invita a denunciare, sempre.[1]
A quanti femminicidi assurdi di maschi respinti dovremmo ancora assistere come si trattasse di fatti di cronaca che si susseguono? Quante persecuzioni dovranno ancora subire le donne che non vogliono essere tormentate da maschi violenti in calore che non accettano di essere rifiutati? E quante denunce vengono fatte e restano sottovalutate con tempi lunghissimi e relativi rischi aumentati per le donne che non si arrendono e vogliono giustizia? Quando si educheranno adolescenti e giovani maschi a scuola al rispetto e alla nonviolenza?
Temo che con questa diffusione, anche tra giovanissimi, della violenza agita anche con armi domestiche come i coltelli quando non accettano di essere allontanati e respinti, se non siamo capaci di invitarli a discuterne e cambiare atteggiamento, saremo costretti ad assistere continuamente a femminicidi di donne autonome che lo stato e le sue istituzioni, come le famiglie, non difendono.
Diffondiamo la coscienza della gravità di un patriarcato che non demorde, che vede personaggi politici come Trump e Musk accondiscendenti anche se le donne statunitensi hanno più volte manifestato per fermare le violenze e disarmare il patriarcato. Nel nostro paese dove abbiamo una presidente del consiglio che si vuol far chiamare al maschile e una leader dell’opposizione che deve continuamente difendersi nella società, nei confronti di questo governo e persino nel suo partito, misuriamo purtroppo la nostra debolezza politica quasi ogni giorno anche con le notizie drammatiche dei femminicidi.
Non possiamo ignorare i rischi che corriamo. Rafforziamo i centri antiviolenza e diffondiamo l’educazione a una sessualità rispettosa e responsabile per i giovani maschi. Diamo la certezza alle nostre ragazze che lo Stato impedirà violenze e persecuzioni alle donne e verifichiamo se la legge contro il femminicidio, proposta dalla ministra Roccella, puo’ contrastare a sufficienza le violenze che si susseguono.
[1] Le fonti di queste citazioni sono gli articoli di Salvo Palazzolo su La Repubblica del 3 aprile 2025 e di Francesca Schianchi e Riccardo Arena su La Stampa del 3 aprile 2025
Commenti:
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Brava Laura, condivido anche sul mio FB. Dobbiamo rilevare che quando articoli o servizi sui media parlano di violenza, non specificano che si tratta di maschi.