Provare a parlare, scrivere e pensare come usciti dalla caverna
postato il 25 Set 2009Il lungo intervallo dall’ultimo post che risale al periodo delle elezioni europee avrà disabituato al blog i pochi e le poche che saltuariamente lo seguivano.
Ho preferito concentrarmi sul libro che sto scrivendo anche perchè mi sembrava che i cambiamenti non erano ancora così chiari e la possibilità di esprimere un nuovo modo di essere al mondo fosse sempre più contrastata dalla “cultura berlusconiana” imperante nel nostro paese di cui troppe e troppi sembravano subire il fascino.
L’anomalia italiana di una classe politica al governo sempre uguale a se stessa e, se possibile, sempre peggiore nei suoi messaggi di superficialità, immoralità, falsità, complicità contrasta con i cambiamenti che, dopo la crisi finanziaria ed economica di un anno fa e la vittoria di Obama, si avvertono come sempre più evidenti quasi a far prevedere un crollo del paradigma neoliberista quasi equivalente al crollo del socialismo reale avvenuto 20 anni fa con la caduta del muro di Berlino.
Mi sono anche divertita su facebook a ritrovare amici e amiche dimenticate e a leggere, più che scrivere, messaggi. Una visione veloce e aggiornata della realtà materiale di tanti, che hanno condiviso e condividono con me esperienze e sensibilità, se non proprio amicizia.
Oggi mi sembra di nuovo possibile tentare di ragionare con più autonomia e meno scoramento di politica nel nostro paese.
Saranno vari segnali che arrivano da fuori, da NY ad esempio dove l’Onu ha ripreso autorità grazie alle scelte di Obama.
Oppure il fatto che la cultura del presidente del Consiglio si sta svelando e mostra il re nudo e criticato non solo dalla moglie, non solo dall’opposizioneche si è buttata sulla vicenda minorenni e prostitute come un sol uomo, non solo da tutta la stampa internazionale che ha ridicolizzato il nostro paese insieme a Berlusconi ma persino da autorevoli leader del suo partito. Ciò risulta non solo dalle dichiarazioni del presidente della camera ma anche da un numero considerevole di parlamentari, non tutti proveninenti da An, che gli hanno indirizzato una lettera chiedendogli trasparenza e partecipazione.
Per il mondo più vicino a me confesso di essermi sentita liberata da un peso quando i Verdi, mascherati nell’Arcobaleno prima e in SeL poi, sono rimasti fuori dal Parlamento italiano prima e da quello europeo poi. Il dispiacere di registrare la fine dei Verdi in Italia si è mescolato alla soddisfazione di vederli di nuovo forti in Europa e alla speranza che le due botte facessero rinsavire l’attuale dirigenza.
Alcuni amici infatti hanno dato vita ad una mozione congressuale che auspica una rinascita degli ecologisti in Italia e rifiuta di liquidare l’esperienza dei Verdi per scioglierla in un’improbabile sinistra e libertà, già pronta a confluire con il PD.
Mi sento come l’umano o (l’ umana?) di Platone che viene portato fuori dalla caverna a vedere la luce del sole dopo una prigionia troppo lunga.
Vorrei d’ora in poi provare a parlare come ciò fosse già avvenuto e non si trattasse ancora di un desiderio o di un sogno.