Svolta politica e sociale in Italia?
postato il 15 Ott 2007Più di tre milioni di persone hanno partecipato all’elezione dei dirigenti del Partito Democratico che da oggi è una realtà a tutti gli effetti. E’ vero che le liste bloccate senza possibilità di esprimere preferenze hanno ripetuto il modello della legge elettorale che ha prodotto questo parlamento nominato dalle segreterie dei partiti, che spesso i candidati a livello regionale rappresentavano il potere locale più che la novità e che le donne inserite in lista per garantire il 50% non usciranno elette nella stessa percentuale.
In alcuni casi, come nella regione Piemonte, il voto ha premiato Morgando, trascinato anche dall’ottimo risultato della Bindi, rovesciando le previsioni che davano Susta vincente perchè appoggiato dai poteri forti, dal sindaco di Torino e dalla presidente Bresso. Dimostrazione che il voto può cambiare il volere dei poteri forti e il coraggio di una donna che si candida e rischia può rompere equilibri che si credono consolidati.
Puo essere che qualcuno abbia votato più volte come denuncia “Il giornale” e questa questione è emersa anche nella precedente consultazione sindacale sul welfare ma, a meno di denunce circostanziate da parte delle minoranze, non dovrebbe trattarsi che di un fenomeno marginale. Manca comunque in tutte e due le votazioni la certezza di una lista di iscritti con diritto di voto precedente al voto e controllabile poi o unqualsiasi meccanismo di controllo per evitare voti plurimi della stessa persona. Sarebbe urgente una legge che regolamenti le primarie se se ne diffonde l’uso.
Naturalmente bisognerà aspettare che il nuovo partito superi un vaglio elettorale per capirne consenso e tenuta ma è indubitabile che per ora questa consultazione inusuale per farlo nascere ha riscosso un successo quasi pari a Prodi quando si presentò per le primarie da Presidente del Consiglio in pectore.
Come allora la consultazione di ieri potrebbe far crescere nei sondaggi la percentuale dei favorevoli a questo governo e al centrosinistra, pericolosamente scesa ai minimi storici negli ultimi mesi, soprattutto dopo la pubblicazione del libro “La casta” di Stella e Rizzo e le iniziative di Grillo. Se così fosse e se il governo Prodi riuscisse a superare lo scoglio della finanziaria, il PD segnerebbe un primo punto a suo favore. Il secondo lo segnerebbe se riuscisse in sei mesi a ottenere la riforma elettorale in Parlamento evitando il referendum.
Bisognerà vedere le scelte dei piccoli partiti, la cosiddetta sinistra radicale, Mastella e Di Pietro e se l’aperturadel PD è reale o solo sostenuta in campagna elettorale da Veltroni.
La consultazione precedente che ha portato i sindacati alla spaccatura della Fiom sul protocollo welfare del 23 luglio non ha ancora visto la soluzione delle polemiche che ne sono la coda e, nonostate l’alta percentuale di si, per ora non lascia intravedere una grande svolta sociale che vinca la povertà incalzante, la disoccupazione e la precarietà
Vedremo se il PD saprà portare avanti coerentemente una stagione di riforme che ridimesioni caste e poteri forti, dia speranze ai giovani e porti una maggiore giustizia sociale.