the day after
postato il 26 Nov 2019
Scrivo solo oggi su tre questioni drammatiche che riempiono i media in modo del tutto superficiale ma angosciante: la violenza sulle donne, allagamenti e frane in tutta Italia, ennesimo salvataggio drammatico in mare dalla guardia costiera, con altri morti, tutte e cinque donne compresa la madre le cui figlie si sono salvate.
Sulla prima questione voglio mettere in rilievo i dati che Linda Laura Sabbadini, appena tornata alla dirigenza dell’Istat dopo anni di mobbing, ha esposto nell’audizione alla Camera dei deputati. Le considerazioni e la complessità esposta nella relazione ci dimostrano ben altro approfondimento e per questo ne consiglio una lettura attenta ed un uso consapevole da parte di tutte e tutti. Anticipo qui solo le informazioni più importanti cominciando da quella gravissima finale che denuncia come la Task force governativa e il tavolo tecnico del dipartimento PO non funzionino e non mantengano gli impegni presi. Molto significativo che nei casi di separazioni giudiziali la richiesta sia per il 73% delle donne coinvolte e, mentre fino a 15 anni fa l’affido era quasi sempre alla madre, dopo la legge 54/2006 sull’affido condiviso, sono drasticamente scesi ed oggi solo il 4% dei casi prevede l’affidamento solo alla madre, e spesso i minori non sono ascoltati. Come sappiamo bene questa situazione ha aumentato esponenzialmente i ricatti dei padri, che nel 94% devono pagare l’assegno, e il rischio di uso strumentale dei figli basta pensare alla falsa questione Pas: quindi, sarebbe fondamentale pretendere un bilancio.
Nel corso della loro vita 3,7 milioni di donne, il 65% con figli che nel 71% hanno assistito, hanno interrotto una relazione in cui hanno subito violenza, nel 90% grave. E a questo punto l’Istat fornisce i dati vergognosi sull’opinione pubblica che oggi sono stati diffusi nei media: il 25,4% di italiani (maschi in maggioranza ma anche molte donne) ritengono accettabile il controllo del marito e gli schiaffi alla moglie, il 31,5% ritiene che le donne, se vogliono, possono evitare la violenza e il 23,91% pensa che il modo di vestire provocante delle donne causi le violenze. Una fotografia impietosa del livello di maschilismo che pervade culturalmente e socialmente il nostro paese, con la complicità della politica, dei media e delle istituzioni formative. Per questo nel 2020 partirà un questionario per giovani dagli 11 ai 19 anni sugli stereotipi che permangono sui ruoli, sulla violenza e il bullismo tra gli adolescenti. Il libro di Monica Lanfranco “crescere uomini” anticipa e rileva come quasi tutti ricevano l’unica informazione sessuale dai porno siti.
La ricerca Istat fornisce anche dati sui ricatti ricevuti dalle donne sul lavoro, pochissimi denunciati perchè ho verificato come Consigliera di parità che le molestie denunciate non portano quasi mai a condanne e sovente invece portano a una richiesta danni alla donna denunciante perchè la mancanza di prove certe facilita i ricattatori. L’80,5% delle violenze sulle donne sono provocate da conoscenti, di cui il 43,9% partner. Solo l’11% di donne alla fine del secolo scorso era oggetto di violenza, agita soprattutto su uomini, mentre oggi sono salite al 35%. Di fronte a questa drammatica situazione solo 281 centri, 0,05 anzichè 1 ogni 10mila abitanti. Il numero 1522 per le denuncie telefoniche è stato chiamato da 847 figli che hanno assistito alle violenze e che oggi denunciano gravi disturbi come si può immaginare.
I movimenti di giovani che si sono affacciati alla ribalta in questi ultimi mesi, FfF che ha portato in piazza purtroppo, pochi ma significativi cartelli che si rifanno a un modello violento di sessualità, e le sardine, ignorano questo problema. Nudm da quattro anni porta in piazza centomila donne nelle due date simbolo, l’8 marzo e il 25 novembre, ma si identifica transfemminista e lascia spazio a posizioni equivoche come ‘sex work is work’ e, in nome di una presunta libertà di scelta di vendere il proprio corpo o il proprio utero, pare non accorgersi di come questo movimento rischi di diventare funzionale a questo sistema patriarcale. Spero proprio che l’assemblea di Roma seguente al corteo, abbia aperto finalmente il dibattito e fatto un bilancio dei risultati. Spero in una presa in carico di tutte per pretendere da governo e media una maggiore serietà e impegno, a partire dal giorno dopo perchè altrimenti non si farà nulla fino al prossimo marzo. Come If abbiamo lanciato #governodilei perchè o diventiamo protagoniste del nostro “destino”, come ci è assegnato dal patriarcato anche attuale, e pretendiamo subito stanziamenti e provvedimenti utili che sono ovviamente mainstreaming ai vari ministeri e al Parlamento, e tra governo e governi regionali e locali e consigli, oppure la situazione peggiorerà ulteriormente come sta succedendo.
Esattamente la stessa situazione e le stesse considerazioni riguardano il giorno dopo le piogge e i danni drammatici che ne sono seguiti.
Nel mio nomadismo per fortuna mi trovo a Torino e non in Liguria dove sarei totalmente isolata. XR e FfF si stanno mettendo in collegamento con il movimento delle sardine che hanno invitato il 29 a manifestare con loro. Non è un caso che sia donna la morta annegata nella provincia di Alessandria: una badante che voleva raggiungere il suo posto di lavoro. Sicuramente sarà il lavoro non pagato di donne in tutta italia che ripulirà il fango e riparerà gran parte dei danni di alluvioni e frane e il disagio delle famiglie sfollate. Anche in questo è l’ecofemminismo che ci guida perchè come diceva Laura Conti in una intervista a Ipazia di Via Dogana dell’88, proprio quando il movimento ha preso il volo dopo Chernobyl entrando nelle istituzioni e costringendo ad uscire dal nucleare, l’amore per madre terra e le speci che la abitano, ci guida nella nostra mobilitazione. E’ più facile vivere facendo quello che ci piace e aiutando chi fa ciò che amiamo e contrastando chi fa le cose che non ci piacciono. La ricetta è molto semplice e non richiede grandi ricerche scientifiche. Abbiamo detto subito che le centrali nucleari, ma anche il Mose non ci piacevano. L’energia rinnovabile e il risparmio energetico, praticato da millenni, come la manutenzione della laguna ci piacevano. Oggi capiamo come quando abbiamo vinto ci siamo salvate insieme al sistema vivente e quando abbiamo perso, come per esempio con il Mose a Venezia, abbiamo messo a rischio tanto. Il Mose, come tante altre opere pubbliche che hanno sprecato risorse, è il simbolo più evidente di sviluppo insostenibile con la corruzione, lo spreco, l’arroganza maschile che accompagnano tecnica, scienza e politiche asservite.
Il giorno dopo il salvataggio in mare degli immigrati che rischiavano di annegare dopo l’ultimo rovesciamento di un barcone, le bambine che hanno visto la loro madre e altri i loro parenti scomparire nelle onde tra gli urli che nel video si sentono chiaramente, un altro compito immediato di #governo di lei è pretendere di bloccare i trafficanti libici e organizzare corridoi umanitari per chi voglia venire in Europa, imponendo alla nuova Commissione di Ursula Von Der Leyen, che non a caso tarda ad essere operativa, di considerare la riforma del regolamento di Dublino varata dallo scorso PE come nuova base per contrastare violenze, stupri e morti.
Il programma che ci poniamo è ambizioso ma ci conforta il fatto che stiamo già condizionando varie situazioni in cui donne libere ed autonome, anzichè affidarsi ancora una volta a partiti maschili, si organizzano insieme. A Torino in pochi giorni siamo più di duecento a mettere in discussione l’esclusione del materno infantile dalla città della salute che la politica maschile vuole imporre.
Coraggio amiche mie, si può vincere, andiamo avanti con responsabilità ed autonomia. Preveniamo concretamente ogni giorno anzichè manifestare e piangere il giorno dopo. Non c’è altra via. Quelle di affidarci a uomini, che non ci ascoltano e non vogliono che intralciamo il loro potere, a scienziati, economisti e politici, o anche a chi ci usa violenza dicendo di amarci, sono già state sperimentate e ci stanno portando tutte e tutti in un baratro.
Commenti:
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Grazie Laura della tua analisi completa e evidenziare che la presenza di Laura Sabbadini alla presidenza dell’ISTAT ci ha permesso di avere dei dati aggiornati sui molteplici volti del l’oppressione femminile
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Anche io voglio ringraziarti per le prospettive e il punto di vista che ci aiuti a far emergere. Ricordo il grande evento che realizzammo a Venezia’ Dalla parte delle donne: ambiente, giustizia e diritto al futuro. Cercavamo di ragionare su come tutto sia intrecciato, la violenza sulla natura, la violenza nelle relazioni. La prospettiva era quella di creare una relazione posiyivabtra le persone e non di dominio. E lo facevamo ascoltando le testimonianze e le voci di tante donne. Pinuccia
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Grazie, Laura, per le informazioni e l’analisi che condivido in toto. Due parole chiave che devo fare da bussola nelle nostre scelte, sia personali che politiche: responsabilità e autonomia.
Lorella