Torino: come possiamo intervenire nella guerra tra imam?

postato il 2 Apr 2007

La trasmissione di Santoro pare sia stata suggerita da rivalità tra marocchini che vogliono essere riconosciuti come rappresentanti all’estero, così almeno sostiene un articolo di M.T.Martinengo su “La Stampa” di ieri.
Sullo stesso giornale un’ intervista a Abdellah Abou Anas, ex-imam di Via Saluzzo, denunciata da “Anno Zero”, mette in luce come non ci sia più spazio per islamici pacifisti e come molte donne e giovani non frequentino più le nove moschee di Torino proprio perchè si predica la guerra santa o quantomeno l’integralismo.
Karima, una giovane musulmana fidanzata ad un torinese e intervistata da Francesca Paci, sostiene che oggetto dell’intolleranza degli “ubriachi di dio” siano quelli come lei che credono che l’Islam sia moderazione.
Qualche settimana fa sono stata ad una cerimonia organizzata dalla associazione marocchina per ricordare Sued, una cara amica di AlmaTerra morta prematuramente un anno fa sulla terribile autostrada Torino-Milano. A differenza della cerimonia fatta allora ad AlmaTerra, associazione di immigrate e femministe torinesi che pratica con successo l’integrazione da credo vent’anni, a cui partecipò anche la associazione marocchina, questa volta si rifiutò di fare la commemorazione insieme. Suad non si riconosceva certo nell’integralismo islamico pur essendosi impegnata moltissimo per la sua gente e ne aveva subito anche la violenza.
Mi piacerebbe che in nome suo si iniziasse un lavoro insieme alle donne islamiche che conosciamo o che si sentono minacciate come noi dalla violenza dell’integralismo. Un lavoro che avesse molto presente l’educazione nelle scuole a partire dalle elementari e che aprisse un dibattito a tutto campo anche con tutti gli operatori che da una vita lavorano per l’integrazione, come Fredo Olivero, direttore della Pastorale Migranti, che dall’attentato alle torri non si stanca di denunciare al Prefetto, al Sindaco e pubblicamente sui media che le moschee torinesi, salvo quella della pace, sono luoghi eversivi che organizzano la Jihad, e proprio per questo raccolgono non più del 5% dei musulmani.
La comunità marocchina è la più numerosa a Torino e, sebbene il regno del Marocco non sia certo integralista, anche se oppressore del popolo del Saharawi, e abbia riformato il codice di famiglia in modo favorevole a riconoscere diritti alle donne, il rischio che riemerge, dal caso di Bouriqi Bouchta espulso dall’Italia nel 2005, non è di poco conto nè per noi italiani nè per quel 95% di musulmani che vuole integrarsi e si è ribellato al danno che ha ricevuto dall’ultimo caso denunciato da Santoro. Tra l’altro, credo importante che proprio uno come lui, considerato un estremista di sinistra, l’abbia denunciato.

Questi fatti aprono una fase nuova che non solo Sindaco e Prefetto, ma tutti quelli che abitano Torino devono capire.
Io propongo un tavolo di discussione in vista di progetti concreti per la convivenza pacifica, i diritti e l’autodeterminazione delle donne musulmane, l’isolamento degli integralisti e dei violenti. Credo che la associazione marocchina torinese non vorrà sottrarsi.
Il prossimo anno europeo sarà proprio per l’integrazione.

Pubblicato in: Donne, Esteri, Europa,
Commenta

Lascia un commento

Chiudi

Un'esperienza su misura

Questo sito utilizza cookie tecnici e, previa acquisizione del consenso, cookie analitici e di profilazione, di prima e di terza parte. La chiusura del banner comporta il permanere delle impostazioni e la continuazione della navigazione in assenza di cookie diversi da quelli tecnici. Il tuo consenso all’uso dei cookie diversi da quelli tecnici è opzionale e revocabile in ogni momento tramite la configurazione delle preferenze cookie. Per avere più informazioni su ciascun tipo di cookie che usiamo, puoi leggere la nostra Cookie Policy.

Cookie utilizzati

Segue l’elenco dei cookie utilizzati dal nostro sito web.

Cookie tecnici necessari

I cookie tecnici necessari non possono essere disattivati in quanto senza questi il sito web non sarebbe in grado di funzionare correttamente. Li usiamo per fornirti i nostri servizi e contribuiscono ad abilitare funzionalità di base quali, ad esempio, la navigazione sulle pagine, la lingua preferita o l’accesso alle aree protette del sito. Comprendono inoltre alcuni cookie analitici che servono a capire come gli utenti interagiscono con il sito raccogliendo informazioni statistiche in forma anonima.

Prima parte1

cm_cookie_lauracima