Tra Porto Marghera e il conclave ecologista
postato il 27 Gen 2011
Le ultime vicende giudiziarie di Berlusconi e lo squallido panorama di corruzione (ultimo avviso a Bertolaso) e prostituzione che ne emerge stanno accellerando la fine del berlusconismo ma non di certo di questa formazione di destra che è la sua creatura. Il PDL, se pur ha perso il gruppo di Fini e del MPL, continua ad avere un consenso altissimo nei sondaggi. Questo significa che l’opposizione parlamentare, quella vecchia di sinistra costituita da PD e IDV, quella di centro di Casini e quella nata a fine anno di Fini, poi costituitesi in un traballante terzo polo, hanno finora fallito tutte le iniziative istituzionali. Dalla mozione di sfiducia a Berlusconi alla richiesta di dimissioni di Bondi si sono sempre fatti bocciare in Parlamento è hanno perso deputati che sono confluiti in quel ridicolo gruppo di “Responsabili” per cui Berlusconi ha già pronte 19 poltrone al governo tanto, Minetti docet, in questo modo li paga lo Stato, cioè noi.
Il tentativo del PD di promuovere una democrazia dal basso con le primarie sta clamorosamente fallendo dopo Milano in cui è stato nuovamente battuto il candidato ufficiale del partito a favore di Pisapia, candidato di Sel e dopo Napoli per le accuse documentate di irregolarità, pressioni indebite,infiltrazioni di destra e della camorra, voto di scambio avanzate da alcuni candidati sconfitti, dal segretario e da Saviano. L’unità delle sinistre, i Verdi e SeL non paiono avere la capacità di presentarsi come forte opposizione extraparlamentare, anche se Vendola spera ancora nelle primarie x le politiche.
Nel frattempo la vicenda di Mirafiori ha dato vita a un nuovo movimento di operai che non si considerano sconfitti da Referendum, che si riconoscono nella Fiom e che hanno cercato subito l’alleanza con studenti, ricercatori e precari. Questo nuovo movimento, riunitosi lo scorso Week end a Porto Marghera, ospite di Casarini e del suo centro sociale, presenti ecologisti come Bettin e Guido Viale firmatari della costituente ecologista, è promotore della manifestazione con CGIL di oggi a Bologna, dello sciopero di domani e di una bella iniziativa Sabato a Torino promossa da Micromega ed ha ha cominciato a fare i conti con cosa si produce oltrechè come lo si produce.
Loretta Napoleoni, anch’essa firmataria di Io cambio, su cosa c’è dietro il voto di Mirafiori:”..una revisione degli accordi aziendali e una riforma del lavoro” per “ospitare gruppi multinazionali nel futuro” La Fiat ha acquistato Chrysler per diventare multinazionale e poter scegliere investimenti in paesi diversi. l’operaio polacco o serbo non è meno specializzato di quello di Mirafiori e costa meno e investire in Italia, dove non c’è nessuna politica industriale, nè del governo nè dell’opposizione, per la Fiat diventa ridurre costo del lavoro e diritti sindacali e di sciopero. A Mirafiori vuole produrre Suv. Per il mercato italiano, per quello americano? Auto energivore, inquinanti e per ricchi. Proprio quello che si deve smettere di produrre se si ha a cuore il nostro futuro.
Nel frattempo nel modo spontaneo e sotterraneo che lo caratterizza il movimento delle donne sta manifestando, spesso insieme a giovani, contro il modello berlusconiano che si diffonde tra anche i piccoli potenti (Cesare Fiumi pag 49 di Sette racconta la storia di 4 donne e un poliziotto, un carabiniere, un direttore di carcere e un ispettore immobiliare per sfratti che hanno chiesto loro prestazioni sessuali in cambio di favori nell’ultimo mese: la nuova Prostituzione italiana).
A Bologna bisognerà capire come si tiene tutto questo nello sforzo di unificare appelli, gruppi e proposte diverse in un’unica prospettiva che trasformi l’opposizione sociale in una vera opposizione politica.
Per un progetto così ambizioso non solo bisogna fare tutti un passo indietro per farne insieme dieci in avanti, ma dobbiamo buttare giù qualunque steccato e diffidenza tra di noi, chiederci come accogliere i tanti che attraverso appelli in rete non abbiamo ancora saputo coinvolgere ma hanno la stessa nostra necessità di trasformarsi in una nuova forza politica, appassionata e coerente.
Molti se ne sono usciti da partiti, altre e altri restano ma sono sempre più insofferenti, non solo nella Fiom c’è chi vuole andare nella nostra direzione, anche negli altri sindacati molti sono gli scontenti e sanno che non è più possibile riproporre uno scontro simile a quello degli anni settanta. Partiti e sindacati devono cambiare e guardare verso una prospettiva nuova” nè di destra nè di sinistra ma oltre”.
Ci rendiamo conto che la nostra sfida è quasi una missione impossibile?
Vogliamo pensare in grande?
Allora concentriamo le nostre intelligenze su questa sfida, elaboriamo idee e metodi nuovi e non disperdiamo energie nel rafforzare appartenenze o rivendicare primogeniture. Chi pensa di poter dirigere questo processo si faccia avanti, donne e uomini, con un atteggiamento di rispetto e di fiducia tra noi e nel progetto comune.
Non eleggeremo nessun papa in questo conclave (nome proprio poco appropriato) ma ci daremo un minimo di regole di convivenza per accogliere tutte e tutti e dialogare con tutte e tutti quelli che vogliono che si cambi da subito. Dovremo quindi darci dei tempi che segnino i passi in avanti, che intercettino anche le scadenze elettorali e entrino nel fermento che le caratterizza per portare contenuti, metodi e parole nuove. che si rivolgano a tutti gli ecologisti fuori e dentro partiti e sindacati, che ci facciano diventare maggioranza.
Già nella precedente Bologna, al varo della Convenzione ecologista e a Firenza all’assemblea di “abbiamo un sogno” ho molto insistito sulla necessità di articolare la nostra azione partendo dal territorio. Penso quindi che l’esperienza dei comuni virtuosi e delle liste civiche veraci sia assolutamente fondamentale e da estendere. Nei grossi comuni come Torino, Milano, Napoli e Bologna dove si vota tra pochi mesi non è facile trasportare queste esperienze ma è importante confrontare quello che siamo riusciti a capire e a fare per proporre e confrontare contenuti e metodi. Anche se non siamo in grado di presentarci come novità tutti insieme, almeno cerchiamo di incidere. Buon lavoro a tutti noi