basta violenze

postato il 25 Nov 2024
basta violenze

Nel giorno in cui si ricordano le violenze che le donne subiscono dagli uomini (un femminicidio ogni tre giorni) ovunque e continuamente voglio menzionare anche la recente decisione della Corte Penale Internazionale che ha emesso sia per Netanyahu e Gallant che per Hamas mandati di arresto per crimini di guerra contro l’umanità.

Lo evidenzio perché questa Corte, di cui purtroppo sia Usa, che Urss, Israele e Iran non hanno ratificato il trattato che la riconosce, mentre la Cina proprio non la considera sua interlocutrice, potrebbe avere una capacità di condanna, se la sentenza fosse eseguita, che metterebbe finalmente in difficoltà chi compie crimini contro l’umanità. E sarebbe l’istituzione sovranazionale in grado di perseguire realmente i tre destinatari dei mandati di arresto che ora invece se la caveranno tranquillamente.

Come possiamo noi in questa giornata non denunciare le vittime palestinesi uccise a Gaza dal fuoco israeliano, sostanzialmente donne con i loro bambini, senza essere tacciate di antisemitismo? E chi mai in Occidente arresterebbe il capo di quello che si considera il baluardo della storia e della cultura in Medio Oriente? Come possiamo affrontare con le nostre sorelle in tutto il mondo le violenze che gli uomini perpetrano contro le donne, tantopiù in zone dove hanno scatenato guerre di aggressione?

Il 25 novembre per noi riguarda le violenze dei maschi di casa e quelle di tutti gli uomini che le esercitano impunemente contro donne ovunque ogni giorno. Anche se faccio fatica a parlarne e a denunciarle oggi, come forse vorrebbe chi ha istituito questa giornata, per poi dimenticarcene da domani o dargli l’attenzione dei fatti di cronaca. Perché ogni giorno dell’anno e tutte dovremmo parlarne mentre per 8 su 10 l’interesse in Italia rimane di facciata e nascosta, anche da chi pratica la violenza e da chi ne è oggetto che normalmente neppure la denuncia. Per il 70% è difficile riconoscerla e la gran maggioranza mantiene un atteggiamento dubbioso in pubblico. Questo ci dice un sondaggio SWG, ripreso da quasi tutti gli organi d’informazione, senza entrare in questa polemica diversiva, che fa comodo a questo governo dalle esternazioni imbarazzanti e dalle radici missine, sovraniste e berlusconiane.

Per l’83% degli intervistati nel nostro paese c’è scarsa attenzione al problema e il 70% sostiene che sia invisibile e difficile da riconoscere. Che agisca fisicamente, che interessi pubblico e privato, praticamente ogni organizzazione, in primis forze dell’ordine e servizi sociali, famigliari e amici, ma anche governo, sanità, scuola, associazioni e comunità.

Quindi responsabilità politiche e sociali di tutti e di nessuno. Nonostante si sia riconosciuta la necessità di educazione alla affettività e sessualità non risulta che sia praticata.

Anche sull’identificare il sistema di potere patriarcale come responsabile ci sono molti dubbi e resistenze.

Valditara, ministro dell’istruzione e del merito, ha detto: “la visione ideologica vorrebbe risolvere la questione femminile lottando contro il patriarcato. Ma come fenomeno giuridico è finito con la riforma del diritto di famiglia”. E ha accusato l’immigrazione illegale di essere una causa della violenza.

Naturalmente oggi tutti si sono prestati a mettere la faccia se richiesti ma nessuno ha chiarito in questi due anni di governo quante iniziative politiche, sociali e culturali incisive siano state varate e quanti soldi siano stati stanziati per prevenire e contrastare violenze contro le donne e femminicidi.

Non parlo delle altre tante violenze di cui sono protagonisti ormai anche minorenni. Del fatto che accoltellare chi trovi sulla tua strada, chi non ti ha provocato, e a volte neppure visto, donna o uomo che sia, non è più infrequente.

L’immigrazione incontrollata, secondo Salvini, vice di Meloni, ha pericolose conseguenze sulla sicurezza delle donne. Meloni afferma: “Mi diranno razzista, ma l’immigrazione incide sui casi di violenza sessualeIn realtà i dati sono ben diversi, si tratta non solo di italiani ma spesso di famigliari o conviventi.

Linda Laura Sabbadini scrive oggi su la Repubblica che questa violenza è trasversale “ai territori, alle classi sociali, alle nazionalità e alle età” e non è solo fisica e sessuale. Ricorda che il 50% non ha lavoro e quindi non è indipendente.

Cosa sta facendo questo governo per assicurare un lavoro retribuito, dignitoso e regolare alle donne italiane che ufficialmente risultano disoccupate o inoccupate? Sappiamo bene che in questa società patriarcale, e quindi maschilista, una donna che non percepisca un salario ufficiale, con contributi versati, corrispondente alle reali ore lavorate come dipendente è soggetta a ricatti di tutti i tipi dagli uomini della sua famiglia o della sua cerchia. Può ammazzarsi di lavoro di cura, naturalmente non retribuito ma obbligatorio se è donna, e non ricevere nessun riconoscimento nè da chi cura nè dallo Stato. In questo modo è ricattabile e dipendente. Facilmente soggetta quindi alle varie forme di violenze che gli uomini riservano al “gentil sesso”.

L’art. 3 della nostra Costituzione è inattuato. Le nostre costituenti che sono state protagoniste sarebbero sconvolte a vedere che dopo decenni la situazione non sia per nulla migliorata nonostante l’approvazione del diritto di famiglia e la cancellazione del delitto d’onore.
Non accettino più queste violenze come normalità i nostri governanti, i media e i maschi.

Le nuove generazioni hanno il diritto di vivere in un mondo che metta al bando le violenze che subiscono le donne per mano degli uomini, che se hanno potere giustificano anche aggressioni e guerre verso altri popoli.

E noi ecofemministe abbiamo una responsabilità da far valere.

 

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