2020 anno cruciale

postato il 31 Dic 2019
2020 anno cruciale

Eccoci, un ventennio del nuovo millennio. Per questo l’anno che sta per arrivare segnerá un discrimine per la nostra civiltá e le nostre vite. Ci sono tutti gli elementi premonitori che anticipano la contradditorietá del nostro tempo in cui il patriarcato ha perso qualsiasi codice per mistificare il potere con cui si è affermato e ora cerca di resistere con la brutalitá predatoria disposta a tutto: spazio libero alla criminalitá organizzata, cordate di magistrati compiacenti, sottomissione degli organi di informazione, protezionismo e globalizzazione che coesistono, politica maschile in perenne campagna elettorale, seminatrice di paure e di odio o abborracciata e sotto ricatto, per gestire tutti i business, dalla droga, alle armi, al sesso, alle migrazioni, ai rifiuti,alla cementificazione. Fino a distruggere la nostra specie?

Sto leggendo uno dei tanti libri premonitori di Margaret Atwood, un romanzo di dieci anni fa dal titolo l’Anno del diluvio (www.yearoftheflood.com). Toby e Ren, due donne sopravvissute al “diluvio senz’acqua” che ha decimato l’umanitá, si avventurano in un viaggio pieno di pericoli, alla ricerca dei loro amici. Hanno attraversato insieme il periodo precedente, quando l’uomo, usando l’ingegneria genetica si è illuso di essere Dio e ha stravolto la Natura. “Tutto si vende, tutto si compra, l’identitá, il sesso, la giovinezza”. Una setta, i giardinieri di Dio, per venticinque anni cerca inutilmente di mettere in guardia dalla catastrofe:  “Chi salverá il Giardino che florido cresceva? In acqua, in aria, in terra giocavan  le Creature, finché giunsero gli avidi, spietati a massacrare. Destino miserando per gli Alberi fioriti: sepolti dalla sabbia, spogli di gemme e frutti. Poi l’acqua luccicante divenne limo e melma e degli uccelli in coro cessó il gioioso canto. Giardino, o mio Giardino, ti piangeró ogni giorno.”

I segni del cambiamento sono visibili ma stentano ad affermarsi, se non siamo in ascolto e curiose, anche  chi ha esperienza politica di lunga data non trova facilmente come mettere in pratica aspettative e concretizzare desideri che sembravano vicine a realizzarsi. Che possono fermare la catastrofe.  Parlo della capacitá delle donne di affermare quella che per ora rimane, soprattutto nel nostro paese un’utopia. Quello che noi della rete europea If, in Italia abbiamo chiamato #governodilei, le proposte di una societá a misura di donne, di bambini, di giovani, di emarginati e migranti, di anziani, una societá giusta e solidale, curiosa e aperta, rispettosa delle differenze e degli ecosistemi che abita, capace di rintracciare le proprie radici e le esperienze di chi ci ha preceduto consegnandoci la bellezza e l’accoglienza di madre terra.

Greta Thunberg, che ha iniziato a quattordici anni la sua lotta da sola e ha trascinato milioni di adolescenti e giovanissimi a mobilitarsi in tutto il mondo, resta il simbolo caparbio di questa utopia e, insieme, del rifiuto di uno sviluppo insostenibile, predatorio e violento. Le ragazze che si sono mobilitate seguendo il suo esempio, hanno preso in mano l’organizzazione dei cortei ma non sono state capaci di contrastare l’affiorare di messaggi che riproducono la sessualitá maschile dominante, quella che lascia spazio agli stupri, a pagamento o a predazione.  Non è piú diffusa la conoscenza di una sessualitá tenera e affettuosa, curiosa e di scoperta reciproca. D’altra parte se il modello é quello della pornografia che si trova in rete e noi, eco femministe non siamo state capaci di dare seguito alla grande intuizione di Carla Lonzi, con i suoi “Sputiamo su Hegel” e “orgasmo vaginale, orgasmo clitorideo”, se la liberazione sessuale ha dato seguito non solo ad un impoverimento di relazioni ma anche a rivendicare  sex work is work e Gpa libera da chi si dice transfemminista, è evidente che autodeterminazione ha perso il suo significato rivoluzionario. Dallo stupro, ai maltrattamenti, alle persecuzioni, al femminicidio,non siamo riuscite a contrastare la sessualitá predatoria maschile che ha pervaso tutto, anzi, questi sono reati che aumentano ogni anno.

Il movimento delle sardine ha leader piu grandi e maschi, ma quasi femminili nel modo di porsi, nella richiesta di una politica piú attenta a rispondere ai bisogni e a ridare speranza,nella denuncia e nel contrasto alla politica aggressiva e legata a meccanismi e logiche di conservazione del proprio potere. Nate a Bologna e in Emiliaromagna per togliere spazio pubblico a Salvini e alla destra nella campagna elettorale per le ormai prossime regionali, si sono rapidamente diffuse, riempiendo le piazze di tutta Italia e non solo. I cinque punti emersi come rivendicazioni generali non hanno nessuna differenziazione sessuale né obiettivi specifici e settoriali. Si contrappongono peró ai metodi della destra odiatrice, ed anche a quelli violenti  dei centri sociali e dei black block. Sono un movimento prepolitico, capace di riempire le piazze, che non vuole essere partito ma farsi sentire con i propri corpi ammassati, e i propri slogan e canti, per non essere invisibili come gli indifferenti che fanno finta di niente, o i deprivati che cercano il capitano per identificarsi con le sue rozze parole d’ordine, e mescolarsi con i suoi gregari che vogliono solo potere per il proprio clan.

Una anziana reduce dal massacro dei campi di sterminio, la Senatrice Liliana Segre, li ha coraggiosamente anticipati con una mozione e una commissione parlamentare contro l’odio, attirandosi tali e tante minacce da necessitare di una scorta. Una perseguitata dai nazifascisti questo riceve oggi dalla nostra societá malata, non solidarietá ma minacce di morte. In altri paesi europei, dove la parità perseguita da decenni ha aperto spazi all’emergere di protagoniste in politica, o dove dalla societá tribale colonizzata si aspira ad uscire senza diventare predatori e colonizzatori, giovani donne autorevoli, responsabili e appoggiate da sostenitori di entrambi i sessi, si stanno cimentando nel #governodilei, diventato di noi, perché non piú utopico ma molto concreto. Ne ho parlato nel mio precedente post.

Cosa ci impedisce, amiche care, di giocarci visibilitá e affossare questa obsoleta e inconcludente politica maschile italiana?La dipendenza sessuale, la sicurezza falsa dell’essere gregarie, la paura di uscire dal nostro cerchio dalla nostra cuccia calda? La convinzione di non essere all’altezza (ma di chi?? Conte, Salvini, DiMaio, Zingaretti/Renzi e Calenda?) Delle elette in Parlamento, nei Consigli e nelle giunte regionali, nei Comuni, delle ministre e sottosegretarie, nessuna riscuote la nostra fiducia? Nessuna ha il coraggio di lottare in modo autonomo dal partito e gruppo, quando e necessario per affermare una politica eco femminista?

Nei bilanci di fine anno personali e collettivi, nei buoni propositi per il prossimo 2020, possiamo tenere conto di queste considerazioni che, sono sicura, ci facciamo in tante? Possiamo affossare muri e creare ponti tra le nostre realtà, mettere in comune buone pratiche? Invadere non solo piazze ma anche le segrete stanze dove lorsignori decidono per noi? Smettere di essere invisibili e di farci rubare le tasse che paghiamo? Confrontare i nostri manifesti politici, i nostri statuti, i nostri processi decisionali, le nostre prioritá con i nostri linguaggi emotivi e senza veli, con la guida dei principi costituzionali elaborati dalle nostre madri costituenti insieme, fiere delle loro diversitá e del loro protagonismo? I partiti non le hanno volute in quella parte scricchiolante dei poteri, continuamente messa in discussione con referendum inutili: non credete che sia giunta l’ora di elaborare con la nostra esperienza e la nostra cura una visione di Stato amico, che sottoponiamo agli uomini per arrivare ad un patto, ben diversamente da loro che ci hanno sempre escluse? O credete ancora che la societá delle estranee separate, le terredilei siano l’unico spazio che possiamo ricavarci per sopravvivere in questo mondo? Considerando traditrici chi rimane nei luoghi misti. Oppure aspirare ad  un futuro  trans, magari anche antispecista, sia la via che ci salva?

Amiche mie, non abbiamo piú tempo par raccontarcela, per traccheggiare, per non vedere al di lá del nostro spazio chiuso. Come sempre questo blog è a disposizione di chiunque di voi voglia fare proposte concrete, una nuova piattaforma, Demosfera, è esplorabile, un nuovo gruppo ecologista aperto, con portavoce Pinuccia Montanari si incontrerá il 12 gennaio a Roma, nei pressi del Senato. Le prime elezioni regionali di gennaio, a cui ne seguiranno parecchie altre nei mesi seguenti, saranno  banchi di prova e non è escluso che si vada anche alle elezioni politiche anticipate. Il premier ha giá messo le mani avanti nella sua sconfinata coerenza: dopo il governo di destra e quello di centro (la sinistra sarebbe Leu?) ci ha detto che non fará il suo partito, ma continuerá a far politica. Cincinnato non è di moda.

Fatevi sentire e segnalate i vostri spazi disponibili al confronto. Auguri a tutte e un grande abbraccio circolare.

Pubblicato in: Ambiente, Donne, politica,

Commenti:

  • nicola 31 Dicembre 2019

    Grazie, Laura!

    Girerò l’articolo alle Donne di ‘OML Donne’ con l’augurio che si facciano sentire e segnalino il loro spazio al confronto

  • nicola 31 Dicembre 2019

    Grazie, Laura!

    Girerò l’articolo alle Donne di ‘OML Donne’ con l’augurio che si facciano sentire e segnalino il loro spazio al confronto

  • Sofia 31 Dicembre 2019

    Finchè l’italia è cattolica, rimane sotto la guida, morale e sociale, del papa. Ed è assolutamente chiaro che, a differenza dei paesi appunto protestanti, non prende nemmeno in cosiderazione la rappresentatività femminile, in primis a livello sacro e sacramentale. E di conseguenza, blocca l’uguaglianza a livello politico sociale ed economico. Già si arrabatta con estrema goffaggine e difficoltà a fronteggiare una pedofilia endemica, strutturale, maschile, espressione di un concetto di paternità tribale, abramitica. Non ha che un vago, etereo, irrazionale concetto di maternità, aggiunto alla bibbia col nuovo testamento. Non so da dove cominciare, per elencare i guai della chiesa romana: i preti che non si sposano, non riproducono, hanno un divario alienato da donne e bambini. Questo va bene per monaci e suore, ma non per chi fa vita pastorale. Si aggiunge il culto (comune a tutte le religioni abramitiche) della divinità maschile, del concetto di apocalisse, di dominio sulla natura…se non arriva una papessa, non se ne esce. E siccome sappiamo che gelerà l’inferno prima che questo accada, non ci resta che una vita in minoranza. Almeno nel separatismo si trova compassione e gentilezza. Non stupro e umiliazione.

  • Gabriella 31 Dicembre 2019

    Grandiosa lucida e spietata nel giudizio e nel pronostico. Grazie Laura. Auguro a te e a tutte e tutti noi di trovare l’energia non solo per resistere ma per reagire con nuova forza e creatività al declino catastrofico che una cultura maschilista e misogina ci presenta alle soglie del 2020. Si sono stati astuti violenti e bugiardi. È ora che si imbarchino per una lunghissima crociera che li porti lontanissimo…(i barconi setvono ai poveracci): sta a noi, ancora una volta con la forza dei giovani ambientalisti pacifisti femministi antirazzisti e antifascisti disegnare un futuro degno. E farlo presto. Un abbraccio lungo un anno. Gabriella

  • rossella 2 Gennaio 2020

    Grazie Laura, ci conosciamo ormai da anni senza esserci mai incontrate (ora sono in Italia, mi impegnerò perché accada). Condivido tutto; nonostante le amare constatazioni di Sofia, è necessario sbrigarci e farlo il più possibile tute insieme, come accadde anni fa. Trovare insomma il collante invece che insistere sulle differenze. Tanti auguri a tutte noi.

  • rossella perugi 2 Gennaio 2020

    Grazie Laura, ci conosciamo ormai da anni senza esserci mai incontrate (ora sono in Italia, mi impegnerò perché accada). Condivido tutto; nonostante le amare constatazioni di Sofia, è necessario sbrigarci e farlo il più possibile tute insieme, come accadde anni fa. Trovare insomma il collante invece che insistere sulle differenze. Tanti auguri a tutte noi.

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