dal 25aprile al 1 maggio

postato il 26 Apr 2024
dal 25aprile al 1 maggio

Appena celebrata la festa della Liberazione, affogata nella polemica della Rai che ha impedito a Scurati di leggere il suo messaggio, vorrei riflettere con calma sulla situazione in cui ci troviamo e su quali soggetti politici possiamo contare verso la nostra liberazione, quella di noi donne innanzitutto perchè oggi, tra guerre, violenze, censure e i provita nei consultori, siamo le prime a rischio. Paradossalmente proprio quando una donna è diventata presidente del consiglio e un’altra presidente della maggiore f0rza politica dell’opposizione. Tra l’altro grazie ai voti presi all’esterno del suo partito, che aveva votato Bonaccini e non lei. Quindi con un interesse sollevato al di fuori di correnti e conti interni.

Ho trovato penoso l’atteggiamento di Meloni, che registrata la sollevazione popolare in rete per la censura a cui lei non era di certo estranea, ha pubblicato sul suo sito il discorso censurato aggiungendo una serie di illazioni che giustificavano, in qualche modo ingiurioso legato a compensi non accettabili secondo lei, il mancato intervento, e negando che fosse complice della censura Rai. Certo che avere giurato sulla Costituzione per diventare presidente del Consiglio, e poi dimenticarsi che la Resistenza e la Liberazione dai nazifascisti da parte dei partigiani che ne hanno permesso l’adozione è strano se si dimenticano le sue origini politiche. Lo ha fatto  per accontentare i votanti fascisti che l’hanno  eletta. Non le è riuscito molto tranquillo questa volta, nonostante il barcamenarsi da quando è stata eletta sia diventato abitudine quotidiana.

Chi non è fuggito in Sud America ma è restato qui anche se non ha collaborato a scrivere la Costituzione più bella del mondo, proprio perchè nata dal movimento di liberazione che ha cacciato i nazifascisti, si presume che voglia festeggiare il 25 aprile, con riconoscenza e orgoglio. E sia fiero di dichiararsi antifascista.

Purtroppo da quando Meloni governa con i suoi fratelli non è più così limpido il sentimento di tutte e tutti gli italiani in questa ricorrenza: Sono stati tollerati raduni con il saluto fascista, rimpianti sul “Mussolini ha fatto anche cose buone”, cioè oltre la bonifica delle paludi pontine? E quelle non buone vogliamo elencarle? Le leggi razziali, la marcia su Roma, l’alleanza con Hitler, l’averci trascinato in guerra con i nazisti non sono che le più evidenti. Le donne cancellate e solo buone a partorire soldati da mandare a morire? Vogliamo invitare la presidente a qualche dibattito storico? E chi l’ha votata e la sostiene?

L’antifascismo è l’atteggiamento collettivo di un popolo che ha dovuto patire, a differenza di altre nazioni europee il dominio fascista. E la riconoscenza verso partigiane e partigiani comune a tutte e tutti noi. Senza se e senza ma. Per questo la ricorrenza del 25 aprile doveva essere festeggiata da tutti e ogni sindaco italiano avrebbe dovuto partecipare ai cortei e organizzare dibattiti e festeggiamenti.

Il primo maggio, per noi ecofemministe, mi auguro sia un momento di festa visto che lavoriamo ogni giorno della nostra vita, pagate e gratis nel lavoro di cura. Ma facciamolo anche un giorno di discussione per sputare su Marx o no? Aspettiamo l’AI? E per ricordare tutte le nostre madri simboliche che hanno patito i grandi leader dei lavoratori. Una sicuramente è stata Rosa Luxemburg. Ma anche le nostre partigiane dimenticate e tutte le donne che in guerra hanno sostituito gli uomini al fronte per essere ricacciate a casa al ritorno dei reduci. Rileggo in questi giorni,  come ogni anno “Alle fanciulle e alle figlie del popolo” dove Anna Maria Mozzoni, cancellata dai maschi di potere di ogni colore come tanta altre, scriveva: ” Vieni o fanciulla e lavora con noi […] per te, o donna del popolo, che cosa è la patria? E’ il gendarme che viene a prendere tuo figlio per farlo soldato. E’ l’esattore che estorce la tassa del fuocatico dal tuo focolare quasi sempre spento, è la guardia daziaria che ti fruga addosso per assicurarsi che tu non abbia risparmiato qualche soldo sul pane sudato per i tuoi figli, […] è la prigione, il sifilocomio, il patibolo e la legge che da i tuoi figli in proprietà a tuo marito e che dichiara te stessa serva di lui

Lo consiglio a Meloni a cui piace tanto la parola patria.

[1]Fiorenza Taricone, Introduzione a Anna Maria Mozzoni, Alle fanciulle e alle figlie del popolo, Caravan Edizioni, Roma, 2015, pp. 7-8

 

 

 

Commenti:

  • Pinuccia 26 Aprile 2024

    Grazie

  • Wilma 26 Aprile 2024

    Sempre sul punt, Laura! Grazie, a nome di tutte noi ECOFEM

  • Ferdinanda 27 Aprile 2024

    Grazie Laura! Di Mozzoni sono una grande ammiratrice, ma questa connessione tra “patria” e “patriarcato”, così cristallina e incisiva non la ricordavo. Come erano intelligenti queste antiche femministe!

  • gabriella 29 Aprile 2024

    Un post da brivido….e rabbia… sempre più feroce. A un’età in cui dovrei poter finalmente essere un po’ serena e invece vedo fracassare, come nella tragica notte dei cristalli, tutto quello per cui ho lottato, per le donne, per le nostre figlie e figli, per me, per un futuro più giusto che vedo sempre più compromesso dall’avidità di potere, da sporchi affari, da pochezza culturale e da ideologie nefaste.

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