Difficile trovare parole per dirlo

postato il 22 Apr 2013
Difficile trovare parole per dirlo

È perché da tempo non ci aspettiamo più nulla di credibile da questa politica maschile che non abbiamo voglia di commentare e di spiegare gli ultimi avvenimenti politici che ci hanno fatto ritornare a Napolitano? Ci rendiamo conto che non siamo sole: ormai chi vive in Italia crede sempre meno alla possibilità di cambiare lo stato delle cose votando. Le elezioni in Friuli hanno visto un’affluenza più bassa che mai: un elettore su due è stato a casa. Cinque stelle in calo e Serracchiani sul filo del rasoio senza maggioranza.
Votazioni parlamentari basate su vendette di potere ci regaleranno un governo che, a giudicare dai nomi che circolano, cancellerà ogni speranza di cambiamento. Sulla scena vecchi maschi rispolverati per ricoprire il vuoto di politica in un parlamento che è il più giovane e quello con più donne della storia della repubblica. Il problema è che continuano a comandare sempre gli stessi e che i nuovi maschi, come Grillo e Casaleggio, sprecano occasioni e procedono senza una reale capacità di governo. Sembrano sollevati dal ritrovarsi all’opposizione dopo aver bruciato prima la possibilità di un governo che li vedesse protagonisti come meritavano e poi rinunciare a concorrere alla elezioni di Prodi che forse apriva qualche possibilità.
Non se ne esce senza donne protagoniste.
Sto seguendo il discorso di insediamento di Napolitano che denuncia, con la voce incrinata, calcoli di convenienza, e tatticismi hanno condannato alla sterilità e all’inconcludenza i dibattiti parlamentari, al nulla di fatto nel campo delle riforme, a partire dalla legge elettorale che, con l’abnorme premio di maggioranza, ha prodotto l’ingovernabilità. Denuncia le sordità che hanno prodotto lo stallo fatale. Dice che non si può più sottrarsi al dovere della proposta per le riforme indispensabili. Ci aspettano sfide di esito incerto nelle crisi che stiamo attraversando. Valuta positivamente il lavoro dei saggi e ribadisce la necessità di passare ai fatti. Il cambiamento deve misurarsi sui problemi concreti del lavoro, dell’impresa, della ricerca. Dovrà contrastare il diffondersi della corruzione nelle amministrazioni e nella società. Ribadisce il No alla contrapposizione tra Parlamento e piazza mentre riconosce l’impegno de parlamentari grillini, riconosce che la rete è un utile stimolo ma i partiti devono rinnovarsi e i movimenti rappresentati in Parlamento devono convergere nello sforzo, sono depositari della volontà popolare e non esponenti di una fazione (senza vincolo di mandato). Indispensabile un governo che abbia la maggioranza delle due Camere: sulla base dei risultati elettorali nessuno ha voti sufficienti per governare e quindi occorrono intese. In Europa nessun paese è governato da un solo partito e in Italia l’incapacità di alleanze è segno di regressione: se non si supera si dovrebbe prendere atto dell’ingovernabilità del nostro paese. Finisce chiedendo ai nostri rappresentanti passione, rigore, umiltà.
Discorso che non possiamo non condividere ma il problema è il governo che ci aspetta e la frustrazione delle speranze che il voto aveva portato.
L’amica Dominijanni tenta oggi un’analisi politica con l’inquadramento simbolico in una interminabile morte del patriarcato. Io desidererei inquadrare un’analisi politica di questa fase difficile dal nostro punto di vista concreto e differente, quello della vita reale e vorrei farlo con le amiche che sentono più forte questa responsabilità. Non mi arrendo allo sconforto e all’invisibilità delle rappresentanti donne. Credo che dobbiamo comunque porci nella prospettiva di dirigere noi e non più di dividerci nel supportare leader maschi. Ma questo la sapete perché lo ripeto incessantemente. Il problema è che ora dobbiamo passare ai fatti, e non è facile costruire con attrezzi diversi da quelli del padrone.

Commenti:

  • caterina 22 Aprile 2013

    Condivido le considerazioni di Laura tanto da ver postato il suo pensiero anche sul mio sito. ADESSO LA DOMANDA: CHE SI FA? cONTINUIAMO CON LE PETIZIONI o le lettere al presidente che nemmeno le leggerà?

  • laura cima 23 Aprile 2013

    Caterina, io non vedo alternativa ad organizzarci e poi decidere se trattare con forze politiche, se dare vita a un movimento e a liste gestite dalle donne, se chiedere alle donne più autonome dei partiti (Puppato, Serracchiani nel PD e chi in 5 stelle?) di candidarsi a dirigere confrontandosi con noi. B asta lasciare il campo a maschi vecchi e nuovi

  • Maria Cristina Migliore 23 Aprile 2013

    Fare analisi il più possibile complete e equilibrate è un punto di partenza importante.
    Alla tua analisi – Laura – vorrei aggiungere che – proprio perchè le relazioni che vengono costruite tra i partiti sono di stampo maschile, è successo che Bersani e il PD si siano posti in relazione con il M5S in modo arrogante. Gli 8 punti di programma del PD di Bersani sono stati una presa in giro. Irritante poi che mentre si cercava di allearsi con il M5S lo si attaccasse dicendo per esempio che non ha democrazia interna.
    Se il PD avesse veramente voluto costruire un’alleanza con il M5S avrebbe dovuto avvicinarsi a questa nuova realtà politica con maggior rispetto, riconoscendo che date tutte le malefatte di questi ultimi 20 anni (es. aver fatto cadere Prodi, non aver voluto una nuova legge elettorale, la copertura al Monte dei Paschi, etc.), forse era il caso di coprirsi il capo di cenere e accettare la sfida lanciata dal M5S, chiamando il M5S a concordare insieme i punti di programma di un governo.

    Nel M5S io non vedo solo Grillo e Casaleggio. Io vendo un interessante esperimento di democrazia partecipata.

    Ora, facciano questo governo PD-PDL per cambiare la legge elettorale. E non pensino di aver sconfitto il M5S.

    Noi donne? a Torino il movimento delle donne è stato spaccato dal fatto che alcune di noi guardassero con curiosità al M5S. Una parte consistente del movimento delle donne di Torino si è schierato a difesa del sistema partitico, proprio quel sistema che ci ha sempre escluse.

    Io da tempo sono convinta che dobbiamo fare una nostra lista di donne e uomini, persone consapevoli delle differenze di genere. E siccome sono più numerose le donne consapevoli, sarà una lista governata da donne.

    Ma qui a Torino non mi pare ci siano i presupposti.

  • annamaria acone 23 Aprile 2013

    Chiedo scusa, ma vorrei tanto diffondere il tuo blog su FB affinchè venga letto anche da chi ti conosce meno di me. Ma, non so se per mia responsabilità o per motivi tecnici, non riesco a reinviarlo. Se possibile, vorrei conoscere il modo di farlo onde leggere con calma e magari discutere con altre persone. Ti ringrazio Annamaria Acone

  • laura cima 29 Aprile 2013

    mariacrsitina, mi piacerebbe un luogo nostro dove discutere anche a Torino e rendere possibili i presupposti per un movimento politico diverso da questi che ci hanno condotto alla rielezione di Napolitano e al governo Letta. Parlavo stamattina con un’amica dell’Emilia Romagna, a cui mi ha legata per anni l’esperienza comune della rete delle consigliere di parità e convenivamo che ci mancano le parole per dirlo, per concretizzarlo il nostro desiderio politico organizzativo: lobby, lista, convenzione e tantomeno partito non vanno. Io ho detto che dovremmo dare vita a un metapartito, ci devo pensare meglio. Ma questo è il punto che progetto politico e che spazio per costruirlo ci diamo?
    Annamaria, basta che tu condividi su FB o fai copia e incolla da qui. Fammi sapere se sei riuscita

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