Dov’era chi doveva controllare l’acciaieria di Torino?

postato il 7 Dic 2007
Dov’era chi doveva controllare l’acciaieria di Torino?

Nella mia città è successo un ennesimo incidente sul lavoro gravissimo e annunciato che è costato la vita a 2 operai bruciati vivi mente altri 5 sono gravissimi al reparto grandi ustionati con briciature tra l’80 e il 95% dl corpo dopo essere stati trasformati in torce viventi dall’olio incaldescente sul loro posto di lavoro. Tutti adesso si lanciano in scandalizzate dichiarazioni e scoprono cose che avrebbero dovuto sapere prima e controllare: la ThyssenKrupp del famoso gruppo tedesco, è una fabbrica ad alto rischio ambientale e come tale rientra negli elenchi previsti dalla legge Seveso e deve essere sottoposta a norme e a controlli severissimi.

Questa fabbrica era già stata coinvolta 5 anni fa in un incidente con l’accusa di disatro colposo e per le lentezze della giustizia italiana i dirigenti sono tutti a piede libero e in questi anni hanno pensato bene di licenziare e tenere sotto ricatto gli operai rimasti facendoli lavorare 12 ore al giorno. Poi hanno pensato bene di risparmiare sulla sicurezza: estintori e telefoni fuori uso per esempio.

A Torino è maturata la scelta di un ministro del lavoro torinese: Cesare Damiano che scopre oggi le condizioni di lavoro nella fabbrica, come si deduce dalla sua intervista odierna.
A Torino è sindaco della città Sergio Chiamparino, cresciuto nel PCI torinese totalmente imbevuto della cultura operaia ed è vicesindaco Tom Dealessandri, sindacalista per anni e con delega al lavoro.
A Torino opera Guariniello, giudice dalle mille indagini aperte e di sicuro molto sensibile ai poblemi della salute in fabbrica.
A Torino ha un peso sindacale molto consistente quella Fiom che ha fatto bocciare alla Fiat il pacchetto welfare.

Che cosa non va nella politica, nel sindacato, nella magistratura del lavoro, nella prevenzione e in ogni forma di potere preposta al controllo delle condizioni di lavoro per cui sia stato possibile che un simile incidente accadesse?
Quanto vale la vita di chi lavora e produce con le mani e il corpo, e non fa parte dei privilegiati della politica che siedono nei consigli di amministrazione e in Enti sempre più inutili per cittadini che fanno il loro dovere chiedono il diritto al lavoro, alla salute, alla sicurezza e alla dignità economica prevista dalla nostra costituzione e dalle nostre leggi e non ce l’hanno più neache nella Torino operaia e capitale d’Italia, delle Olimpiadi e del miracolo Fiat?

Che sia l’ora per tutti noi di rovesciare le priorità? Meno chiacchere e più fatti e controlli, meno bene privato e di partito o clan e più bene comune, meno gettoni, nomine e spreco di soldi è più dignità per tutti quelli che fanno il loro dovere senza chedere piaceri e prebende. Chiedo ai nostri rappresentanti in Parlamento e nei consigli, a cominciare da quello comunale, e nei governi nazionale e locale di mettere almeno in questi giorni di morte e di agonia, le cose importanti al primo posto.

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