#governodilei

postato il 18 Ott 2019
#governodilei

Avrei voluto mettere nel titolo solo un emoji, un cuore verde che batte, per due motivi. Il primo riguarda il mio cuore, che alla fine di una bellissima giornata, in un luogo magico come S.Angelo di Ischia ha fatto le bizze, facendomi perdere i sensi e spedendomi con l’autoambulanza al reparto cardiologia, terapia intensiva, dove sono stata monitorata per 24 ore con una rara professionalità e gentilezza. Sulle cause misteriose so dire solo che probabilmente il mio cuore mi ha ricordato la mia età, 77 anni suonati, e mi ha invitata a rallentare il ritmo come stava facendo alternando a battiti più veloci. Mi ha fatto cioè sperimentare una aritmia con i fiocchi ed entrare nel club dei cardiopatici. Le conseguenze le misurerò nel tempo ma intanto mi sono arrivati così tanti segnali di amore e affetto in famiglia e da amiche e amici da commuovermi. Le amiche di Luna Rossa di Napoli, che mi aspettavano per parlare di ecofemminismo nella sede della città metropolitana, hanno annulato l’evento anche per togliemi le tentazione di andarci e poi di viaggiare tutta la notte come previsto. E l’hanno spostato attrezzando la sala per permettermi di partecipare da casa mia in streaming. Ma le vedrò prima a Milano nell’incontro che è la seconda ragione del cuore che batte. Un incontro che abbiamo preparato con cura e che può costituire una svolta importante per la mia e la nostra attività politica. Non mi dilungo ma vi posto qui l’intervento che, in questi giorni di riposo forzato, ho scritto, e vi chiedo di farmi arrivare i vostri preziosi commenti, o interventi che pubblicherò nel prossimo blog. Sono sicura che anche voi, come me e noi, non ne potete più di guerre, violenze, morti affogati e non soccorsi, respinti nelle carcere libiche o dal dittatore Erdogan che paghiamo profumatamente con i nostri soldi che versiamo in Europa, subendo i suoi ricatti e i suoi attacchi contro quelle sorelle curde che hanno difeso loro e noi dai macellai dell’Isis. Non ne potete più di stupri di guerra e famigliari o postdiscoteca, di maltrattamenti che spesso portano a femminicidi, di tutte le volenze e le vessazioni a cui le donne, fin da bambine, continuano a essere sottoposte in tutto il mondo e nel nostro paese, in questa società patriarcale in disfacimento, a cui i giovani si ribellano ovunque, sotto la guida di una tosta quindicenne, Greta. E soprattutto non ne possiamo più di istituzioni complici, in Stati governati da uomini incapaci e arroganti, guidati da politici che in Italia sono tutti maschi, preoccupati di non perdere il loro potere e, totalmente indifferenti al bene comune, al destino della vita sul nostro pianeta, alle condizioni sempre più difficili a cui condannano le donne con le loro scelte e le loro complicità. Solo la nostra responsabilità e il nostro protagonismo possono rovesciare questa situazione.

Vi aspettiamo quindi numerose tra pochi giorni:

Sabato 26 ottobre 2019 dalle ore 09:30 alle 15:00

ELF TEATRO – Via S.g.EMILIANI 1, Milano

Provo a raccontare con poche parole perché è nata la proposta  #governo di lei e perché abbiamo convocato questa riunione a Milano. Da circa 5 anni come sapete, durante la scorsa legislatura in Parlamento Europeo con Soraya post, alcune di noi, anche con esperienze istituzionali precedenti ma autonome e fuori da ogni partito da una decina d’anni, hanno cominciato a tessere una rete ecofemminista, poi rafforzatesi da un annetto a cavallo delle nuove elezioni europee insieme a 8 paesi europei. La nostra associazione IF fu varata a Roma il 3 marzo scorso e con gruppi, movimenti, associazioni e partiti femministi, nonviolenti e ecologisti, coordinati dalla capofila svedese, totalmente in linea con quello che sostenevamo per esempio rispetto a cosa dovesse contenere una legge sulla prostituzione, avevamo fondato la rete Fun, per sostenerci vicendevolmente, con l’obiettivo anche di eleggere eurodeputate sufficienti a costituire UN GRUPPO ECOFEMMINISTA al P.E. ed andammo a dirlo nella riunione di Roma del 1 dicembre. Avevamo a disposizione un simbolo da poter usare senza raccogliere firme, anche secondo la nostra legge elettorale, ma il regolamento ambiguo e poco chiaro, e il fatto che non eravamo pronte a presentare candidate (e il 40% di candidati) nelle 5 circoscrizioni, ci fece rinunciare a depositarlo. Nello stesso giorno in cui scadeva la possibilità, Salvini autorizzò forze di destra che, come noi non avevano rappresentanza nel parlamento italiano, e neppure in quello europeo, a differenza di noi, a presentarsi, senza modificare il regolamento e la legge. Questo per spiegare lo strapotere di capi e capetti della politica italiana, che scavalcano costituzione, leggi e regolamenti senza che nessuna/o obietti, per consolidare il loro potere e si riempiono e ci riempiono di falsità per illudere chi è più sprovveduto che stanno agendo nel nostro interesse. E usano i soldi delle tasse che paghiamo per i loro interessi. Le donne non evadono come ricorda Bocchetti e forse dovremmo valutare l’indicazione “no taxation without rapresentation”. Le donne e le bambine riempite di botte, stuprate, ricattate, derubate e uccise dai loro compagni , amanti, parenti, quelli che dicono di amarle, sono folklore di cronaca nei media, con un linguaggio complice vergognoso, come lo sono molte sentenze anche di magistrate donne. I centri antiviolenza non supportati e ascoltati. Luoghi dove possiamo ritrovarci senza dipendere dalla benevolenza delle istituzioni o dei/delle proprietarie sono ben pochi. L’uso civico dei beni comuni di cui tanto si parla tra giovani e movimenti non esiste per chi non occupa, come abbiamo fatto a Torino negli anni 70 con i consultori in ogni quartiere. Come il S.Anna per rendere accettabile il servizio sanitario a donne che partoriscono, abortiscono o devono farsi curare. Oggi a Torino si ripresentano le stesse discriminazioni nella città della salute.

E possiamo aggiungere tutte le nostre priorità, e quelle di figlie e nipoti: il cognome della madre, il lavoro (non pagato o pagato meno, precario, in nero, mobbing e ricatti pre e post gravidanza, molestie sessuali), la casa, il welfare, la scuola, l’educazione sessuale/sentimentale, civica, politica, all’autodeterminazione. Il contrasto ai cambiamenti climatici e la salvaguardia degli ecosistemi. Il contrasto alle violenze e alle guerre. Il Vaticano sta proponendo il peccato di ecocidio. FfF e XR, il movimento di giovani che riempie le piazze in cui si riproducono, come dimostrano i cartelli nelle manifestazioni, modelli sessuali imparati sui pornositi, unici luoghi dove gli adolescenti imparano il sesso. Aiutiamoci vicendevolmente a farne un elenco completo e a individuare deleghe governative locali e nazionali corrispondenti. Possiamo costruire insieme la società e le istituzioni che vogliamo. Il #governodilei  qui, oggi, a cento anni dall’utopia Insieme abbiamo tutte le competenze politiche,scientifiche, sociali, culturali, saperi ed esperienze necessarie. Non è utile costituirsi in partito perché rischieremmo di entrare in logiche prettamente maschili che sono in crisi totale. Non abbiamo mai usato tra noi “una testa, un voto” nè maggioranza e minoranza ma unità, nel rispetto totale di tutte le differenze che ci attraversano, su obiettivi condivisi. Ultimamente però sono affiorati meccanismi di chiusura, aggressione e poca capacità di ascolto di chi non è parte delle nostre cerchie. Pratiche maschili da mettere in discussione.

La delusione che abbiamo provato purtroppo alle europee, in Italia dove è prevalsa la destra più becera e maschilista, con programmi che non tenevano minimamente conto dei nostri bisogni e dei nostri interessi, se non erano esplicitamente contro di noi, con pochissime donne elette e temo tra loro nessuna femminista, e comunque non quelle che abbiamo sostenuto, e in Europa per la non rielezione di Soraya, rom svedese, eletta cinque anni fa nel PE con lo slogan fuori i razzisti e dentro le femministe, ci fece comunque andare avanti e confrontarci  in diverse situazioni locali per capire cosa è possibile fare in Italia visto che non eravamo riuscite a presentarci alle europee e avevamo sostenuto alcune candidate non elette e quindi non avevamo più in Europa nessun riferimento diretto. In Italia dove la situazione tutt’altro che facile come abbiamo visto, e che dovremmo decodificare insieme, perchè non so descrivere tutto quello che è successo in questo periodo e, credo che chi lo fa millanta, ma soprattutto scandalosa perché totalmente gestita da maschi, senza nessun protagonismo femminista. Tutte gregarie anche le elette italiane? Ho due riferimenti in parlamento: Rossella Muroni alla Camera, il cui nome è circolato come Ministra all’ambiente, e Loredana De Petris, che ha rappresentato Leu nelle consultazioni al Senato. Ma altre elette autorevoli e autonome o nominate nel governo nazionale o locali le conoscerete sicuramente anche voi e possono diventare riferimenti per tutte.
Se almeno alle prossime regionali avessimo candidate affidabili con un programma condiviso, potremmo partecipare con maggiore interesse, superando quella società delle estranee che ci è servita ma ora, non c’è più tempo, come dice Greta, una giovane che ammiro molto per quello che, da sola, è riuscita a muovere in tutto il mondo, dimostrando anche a noi una forza e una determinazione che disperiamo di avere.

Questo patriarcato predatore, violento e ignorante ci sta portando alla distruzione proprio perché è riuscito a neutralizzare la nostra autorevolezza, la nostra esperienza  e le nostre utopie. Herland  e tanti scritti ed esperienze di donne che ci hanno precedute, e che altre ricorderanno, ci danno forza e speranza. Non possiamo permetterci di essere ripetitive, di essere divise, di non essere protagoniste nella politica delegando donne o uomini che non ci rappresentano, e tantomeno di essere assenti.  Ciascuna continuerà ad occuparsi nella sua situazione, associazione, centro, e dedicherà energia e tempo che riterrà opportuno, a seguire quello che succede nelle istituzioni della propria città, regione e in parlamento e al governo, nelle scadenze elettorali locali, nazionali ed europee. Tutte le donne di qualsiasi età e condizione sono nostre interlocutrici (ai nostri tempi si discuteva se la moglie di Agnelli potesse essere interlocutrice del movimento), la sorellanza è il nostro legame, la verifica del successo o dell’insuccesso delle nostre azioni la misura. Questa è un’occasione che abbiamo creato per discutere con voi come rafforzare insieme situazioni locali e nazionali che già sono in rete, ed altre che se ne aggiungeranno, in totale autonomia da partiti e gruppi consiliari o parlamentari, ma in rapporto con elette che hanno interesse a stare con noi.

Una nuova prospettiva che si apre e si aggiunge a tutti i nostri impegni attuali se siamo interessate. Ci mettiamo a disposizione e chiediamo una partecipazione egualitaria con processi decisionali condivisi, nel pieno rispetto di chi sceglierà diversamente, con verifiche comuni sui risultati: speriamo di coinvolgere giovani e le donne che sono colleghe, vicine, anche se non si riconoscono femministe per ora, a partire dalla coscienza comune di un sistema patriarcale in crisi totale da cui vogliamo liberarci.

Sono certa che questa volta molte vorranno esserci, magari in streaming. E contribuire ad un altro mondo possibile, alla terra di lei.

Pubblicato in: Donne, Istituzioni, politica,

Commenti:

  • isa 18 Ottobre 2019

    Donne di tutto il mondo unitevi!
    Occorre un “sogno” che diventi anche un progetto concreto. Non c’è più tempo.

    I numerosi appelli per la solidarietà alle donne curde, le mille sfaccettature del porsi di fronte all’essere o non essere femministe, i manifesti di eco- femminismo, sono il grido di allarme di tantissime donne che in qualche modo cercano disperatamente di essere ascoltate ma che soprattutto invocano pratiche, politiche, spazi per dare finalmente voce alle nostre istanze.
    Ora le voci si devono unire, per poter contare e raggiungere risultati concreti.
    Da 5 anni ( il 5 dicembre sarà il nostro compleanno) ci stiamo muovendo su tutti i territori italiani per raccogliere criticità, richieste, buoni esempi per iniziare una contaminazione dal basso.
    Il tema che lega tutte noi è il tema del lavoro. (in Italia siamo le più disoccupate, quelle che fanno meno figli e che si stanno impoverendo sempre più rispetto al resto dell’Europa).
    Sul tema di un Patto delle Donne per il lavoro abbiamo costruito piattaforme nazionali e regionali. Sul Patto dobbiamo convergere e lavorare insieme.
    Le donne non devono essere #incluse, il termine inclusione è fuorviante, ci fa immediatamente passare nel segmento debole del mercato del lavoro, tra le fasce deboli dove il legislatore, maschio generalmente, ci ha da sempre collocato.
    Noi siamo l’altra metà della popolazione con talenti e competenze che non devono essere sprecate. Noi siamo l’altra metà del Pil e se noi lavoriamo, oltre a creare un indotto sul mercato, aumenta la ricchezza e il benessere per tutte e tutti, aumentano i consumi e il sistema economico tende a riequilibrarsi.
    E’ ora di metterci insieme in un contenitore “politico”, autonomo, libero , trasversale, con al centro il tema del lavoro ( e come il lavoro si crea) in una visione di sostenibilità ambientale, attenta alla cura delle persone e della madre terra.

    Isa Maggi
    Stati Generali delle Donne, coordinatrice nazionale

  • Elena Mazza 18 Ottobre 2019

    Buon viaggio e buon lavoro a tutte
    Elena Mazza Firenze

  • Gabriella 21 Ottobre 2019

    tutto perfetto e necessario, Laura, ma prima, la salute! Tanti affettuosi auguri, Gabriella Bianco!

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