Impennata del conflitto in Medio Oriente e femminicidi a Villa Pamphili
postato il 22 Giu 2025
Due giorni invece di due settimane dopo le dichiarazioni di Trump e tre giorni prima dell’incontro di Oman per una trattativa Netanyhau attacca l’Iran. In realtà non ha mai cercato una soluzione politica alla sicurezza di Israele, confidando anche sul fatto che un aiuto occidentale non sarebbe mancato. Nel frattempo ha giustificato l’attuale distruzione quasi totale di Gaza come vendetta all’atto del 7 ottobre. Hamas e Hezbollah da allora hanno continuato a minacciare e colpire Israele.
L’ attacco americano avviene quasi mezzo secolo dopo la guerra dei 6 giorni quando Israele vinse Egitto, Siria e Giordania da solo. Allora Israele ottenne un grande successo che riaprì però la crisi palestinese con l’occupazione della striscia di Gaza e della Cisgiordania.
Trump ha bombardato questa notte i tre siti nucleari iraniani il più importante dei quali Fordow è sotterraneo, e quindi difficile da distruggere e forse anche preventivamente svuotato dagli iraniani. Il presente USA ha indetto subito una conferenza stampa per annunciare il successo spettacolare dell’intervento militare in Iran dichiarando che il bullo del Medio Oriente dovrà fermarsi: “Se l’Iran ci attacca subirà conseguenze molto gravi”. L’Iran continua a bombardare Israele da Teheran ed ha provocato a Tel Aviv e Haifa molti danni.
Insieme agli israeliani, che sostengono di essere a buon punto per la raggiunta sicurezza, il presidente USA ha dichiarato che l’Iran deve decidere tra la pace e questa tragedia che dura dal 13 giugno. Nessun esercito al mondo ha le capacità Usa dice Trump e con Netanyhau ricorda che “la pace arriva con la forza”, cioè lanciando missili, decine di missili per distruggere i siti nucleari iraniani. Netanyhau ha ringraziato Trump per i bombardamenti e ha pregato per lui al Muto del Pianto: “Possa il presidente degli Stati Uniti essere elevato per essersi assunto la responsabilità di espellere il male e l’oscurità dal mondo”.
Khamenei, in un bunker in Iran, ha designato tre suoi successori denunciando la violazione israeliana della carta Onu insieme ai guardiani della rivoluzione iraniana. Si rischia la chiusura dello Stretto di Hormuz anche per evitare i rischi alla flotta Usa in Iran dato che gli Houthi nello Yemen, sponsorizzati da Teheran, continuano a bombardare.
Hamas l’8 ottobre uccide 800 civili e rapisce trecento ostaggi al festival internazionale di giovani nel deserto del Negev. Di conseguenza per liberare gli ostaggi Israele moltiplica i fronti di guerra fino allo scontro diretto attuale con l’Iran, ottenendo ben poco nel frattempo rispetto alla liberazione degli ostaggi, molti dei quali non più in vita.
Putin e la Cina si schierano con l’Iran e Gutierrez dichiara che l‘attacco di Trump è un’escalation pericolosissima per il mondo.
In effetti siamo in molti nel mondo, e soprattutto noi donne, molto preoccupate per questi conflitti che paiono allargarsi sempre più e nessuno di quelli in corso cessare. Sia Gaza che l’Ucraina continuano ad essere bombardate.
Le manifestazioni numerose nel nostro paese e in tutta Europa per chiedere la pace non hanno fermato il riarmo e nemmeno spinto a cercare vie diplomatiche che abbiano un qualche effetto.
Scoraggiata, angosciata e accaldata interrogo ChatGPT.
Cosa posso fare come ecofemminista con le mie compagne per contrastare guerre e aggressioni continue?
Ecco parte della risposta:
Questa è una domanda potente e urgente. L’ecofemminismo, con la sua visione che intreccia la cura per l’ambiente e la giustizia di genere, offre strumenti profondi per opporsi a guerre e aggressioni sistemiche. Ecco alcune azioni che tu e le tue compagne potete intraprendere:
🌱 1. Costruire comunità di resistenza
- Creare spazi di incontro e riflessione: cerchi di parola, assemblee, momenti rituali per elaborare il dolore collettivo e progettare azioni comuni.
- Coltivare pratiche ecologiche: orti urbani, permacultura, economia del dono — ogni gesto che ricostruisce relazioni sane tra persone e ambiente è una forma di resistenza al paradigma bellico.
🕊️ 2. Sostenere reti pacifiste e antimilitariste
- Collaborare con gruppi femministi e pacifisti (come WILPF, Donne in Nero, Non Una di Meno) per azioni comuni contro la produzione di armi e l’occupazione militare.
- Denunciare il legame tra militarismo, colonialismo e sfruttamento ambientale nei media, nei cortei, e nei canali istituzionali.
📢 3. Praticare l’eco-attivismo politico
- Organizzare campagne contro l’uso delle risorse naturali per finanziare guerre (es. petrolio, terre rare).
- Fare pressione politica: scrivere a parlamentari, proporre mozioni nei comuni, chiedere disinvestimenti da industrie belliche.
🔥 4. Ribellarsi con creatività
- Azioni simboliche e performative (es. sit-in, flash mob, arte pubblica) che connettono la distruzione ambientale con le dinamiche di guerra e patriarcato.
- Riappropriarsi della narrazione: raccontare storie di resistenza femminile e ecologica attraverso blog, video, podcast.
🌍 5. Tessere solidarietà internazionale
- Sostenere donne in zone di conflitto: raccolte fondi, scambi culturali, appelli congiunti.
- Ascoltare le voci dal Sud globale: molti ecofemminismi nascono dalle lotte indigene e contadine. Amplificarle è un atto
Vediamo cosa succede questa notte, riflettiamo sulle nostre esperienze vincenti e teniamoci strette.
Non so voi, ma queste indicazioni dell’algoritmo maschile, così pervase di buon senso mi tolgono ogni voglia di fare domande sull’uccisione della compagna e della figlia dell’americano con più nomi che nel frattempo, nonostante segnalazioni di pericolo, ha potuto scappare in Grecia e rifiutare l’estradizione in Italia. Pubblico stasera e domani ne riparliamo.
Commenti:
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Perbacco e’ davvero intelligente Chat GPT!! Vabbe’ ma tra dire e fare…..c’e’ di mezzo millenni di patriarcato….