IO CAMBIO PERCHE’ ABBIAMO UN SOGNO
postato il 19 Ott 2010Venerdì e sabato scorso a Bologna è decollata la Costituente ecologista che dovrebbe essere battezzata ufficialmente da Daniel Cohn Bendit il 18 novembre a Roma perchè rientri nella rete della ecologia politica europea e mondiale in grande crescita.
In Germania nei sondaggi i Grunen stanno superando l’SPD, a Berlino i sondaggi li danno al 42%. In Brasile e in Colombia nelle ultime elezioni grande affermazione delle candidate verdi ed in Francia Europe Ecologie, dopo aver attenuto i recenti successi elettorali sta per trasformarsi in un partito e candiderà alle prossime presidenziali Eva Joly.
Massimo Marino ha parlato nel suo intervento di un grande movimento paragonabile al ’68 che esplode contemporaneamente in tutto il mondo libero con gli stessi contenuti e obiettivi e la stessa ragione fondante: salvare il nostro pianeta e le speci che lo abitano, compresa la nostra, dalla distruzione a cui lo sviluppo umano insostenibile lo sta conducendo. Una moltitudine inarrestabile che Paul Hawken ha cercato anche di catalogare in una banca dati mettendo insieme tutti i comitati noti a livello mondiale che si occupano di ambiente, di diritti, di lotte di indigeni e tutti quelli promossi da donne per i loro diritti e per cambiare il mondo. Uno de lati positivi della globalizzazione e della diffusione della rete con cui si comunica in tempo reale, salvo censure come quelle della Cina, in tutto il mondo è che oggi possiamo verificare che i contenuti sono simili e che l’elaborazione rappresenta una grande novità storica non contenibile in nessuno dei partiti che sopravvivono dal novecento.
La differenza fondamentale di questo movimento mondiale da quello che si sviluppò intorno alla caduta del muro di Berlino a fine anni ottanta in Europa è che, a differenza di allora, ormai contiene la visione di un altro mondo possibile e non solo obiettivi ambientali. E’ successo cioè che tante altre istanze si rivolgessero in tutto il mondo all’ecologia politica come unica forma di rappresentanza in grado di rappresentarle.
Il metodo di lotta e organizzativo è totalmente nuovo rispetto ad altre formazioni. Nella maggioranza dei casi supera gli schieramenti di destra e di sinistra e si manifesta chiaramente come non violento. I vecchi movimenti di liberazione e le guerriglie hanno dovuto cedergli il passo e stanno per essere riassorbiti.
L’altra caratteristica è che le donne hanno un ruolo di fondamentale rilievo e spesso ne sono le leader naturali.
Nella stessa domenica in cui la costituente decollava, a Roma manifestavano decine di migliaia di lavoratori e lavoratrici, di disoccupati e di precari, di rappresentanti di partiti di sinistra radicale, dipietristi e popolo viola, ambientalisti e centri sociali nel contenitore Fiom che aveva coinvolto anche la CGIL ma non il PD.
Una manifestazione di forza rispetto ai licenziamenti della Fiat, agli accordi sindacali sottoscritti solo da Cisl e Uil, al governo dove non emergeva nessuna richiesta/impegno di riconvertire le industrie chimiche metalmeccaniche e, in particolare della Fiat e dell’indotto verso una produzione ecocompatibile. Nè una richiesta di fermare il tentativo governativo e delle lobby del nucleare di invalidare il risultato referendario. nè la richiesta di investire per sanare l’attuale dissesto del territorio italiano, per ricostruire i centri terremotati, per fermare la cementificazione, per liberalizzare l’energia e investire nelle fonti rinnovabili.
Cioè per lanciare finalmente in Italia una sana green economy su cui sta investendo persino la Cina. Che potrebbe dar lavoro a molti attuali disoccupati e cassa integrati, che godrebbe della creatività e della ricerca di tanti e tante giovani se solo si permettesse loro di non emigrare.
Mi piacerebbe che si aprisse un dibattito serio su queste prospettive che si stanno divaricando e che invece dovrebbero riunirsi in un grande movimento politico veramente riformatore, al passo con il resto dell’Europa e del mondo.