Iolanda Apostolico e Narges Mohammadi

postato il 7 Ott 2023
Iolanda Apostolico e Narges Mohammadi

Il coordinamento ecofemminista nazionale ha promosso una raccolta di firme di solidarietà alla magistrata catanese Apostolico che in due giorni ha raggiunto più di mille firme. La trovate nel mio precedente post e vi chiedo di sostenerla tantopiù che il vice di Meloni, insieme alla premier e al Presidente del Senato, ha scatenato contro di lei un’aggressione di cui parlano tutti i media. Poiché oggi è imputato di sequestro nel processo di Palermo per il suo comportamento di cinque anni fa, quando era ministro dell’interno, quando impedì a Catania di far sbarcare i migranti dalla nave Diciotti non ha trovato di meglio che pubblicare ovunque un video in cui per un attimo compare la magistrata tra poliziotti e manifestanti. Si è scagliato contro di lei, come ha già fatto con altre magistrate sgradite, criminalizzandola e chiedendo al Csm un provvedimento disciplinare nei suoi confronti.

Matilde Betti di Bologna, Luciana Breggia e Rosaria Trizzino toscane, non a caso tutte donne, sono state intimidite da Salvini per aver contrastato il decreto sicurezza che chiudeva i porti come oggi la Apostolico che secondo lui ha smontato il pessimo decreto Cutro visto che ha liberato tre migranti che lui voleva rinchiudere.

Ieri Sallusti che lo ha applaudito ha anche dichiarato che la rimozione da direttore de La Stampa di Giannini sia stata richiesta dal presidente Mattarella, cosa palesemente falsa falsa (“farneticanti illazioni” secondo  il consigliere per la stampa del Quirinale Giovanni Grasso). Ormai anche quel giornale doveva essere sembrato a questo governo troppo critico nei sui confronti e nessuna manifestazione di dissenso può più essere tollerata in vista delle prossime elezioni. Già le sostituzioni in Rai hanno fatto un repulisti e ora cominciano quelle nei giornali.

Dunque non solo in Iran la libertà è negata e le donne sono perseguitate dal governo della sharia. Anche da noi questa destra attacca le donne e condiziona l’informazione per limitare qualsiasi dissenso.

Siamo felici che il premio Nobel per la pace sia stato assegnato ieri, in questa giornata in cui da noi si sono manifestati chiaramente i rischi alla nostra democrazia, all’attivista Narges Mohammadi, perseguitata dal 1998 dal regime, incarcerata 13 volte e condannata 5 volte per complessivi 31 anni di carcere e 154 frustrate per averlo criticato. Il presidente del Comitato norvegese ha motivato il premio per la sua lotta contro l’oppressione delle donne, i diritti umani e la libertà e ha chiesto al governo iraniano: “ascoltate il vostro popolo”. La premiata, nel giorno in cui alla madre di Armita Gerovand, in coma per essere stata picchiata nella metro dalla polizia morale, come Masha Amini che fu uccisa perché non indossava il velo, è stato impedito di vederla, ha dichiarato che non avrebbe mai smesso di lottare per la democrazia, la libertà e l’eguaglianza, a fianco delle madri dell’Iran, fino alla liberazione delle donne. Marito e figli hanno dovuto riparare a Parigi per non essere perseguitati.

Vent’anni fa, per le stesse motivazioni il Nobel fu assegnato a Shirin Ebadi che ho conosciuto quando venne in Italia e che, quando le confessai la mia preoccupazione per il modo in cui le donne venivano perseguitate dal regime mi disse: “le iraniane sono forti, non si sottometteranno mai e continueranno fino alla liberazione”.

Seguiamo il loro esempio.

Pubblicato in: Diritti umani, Donne, Esteri,

Commenti:

  • Daniella Ambrosino 7 Ottobre 2023

    E’ terribile che dopo vent’anni dal Nobel a Shirin Ebadi stiamo ancora a questo punto e la determinazione delle donne iraniane a liberarsi debba pagare un prezzo così alto.

  • Laura Tamiro- Ge 7 Ottobre 2023

    E’ un susseguirsi di azioni, epurazioni, dichiarazioni e cortine di fumo sulle difficoltà e gli sperperi economici, tipico dei regimi . E’ noto che i regimi avversano anzitutto le donne, la cui autonomia ed autorevolezza riduce il campo di azione dei tiranni;sono ammesse ala ribalta solo le figure femminili asservite, come paravento. Lo avevamo già visto sotto Berlusconi, che era stato fermato dall’Europa appena prima che l’Italia finisse nel baratro, e noi commissariati. L’Iran deve esserci di monito, come la tendenza destrorsa generale che sbuca dalle democrazie quando i tempi si fanno difficili. Le donne, anzitutto, devono coalizzarsi e rendersi conto dei rischi di questa deriva che le danneggia più di tutti. Giustissimo quindi prendere le reciproche e decise difese , e darsi voce difendendo i principi fondamentali e legali della nostra democrazia Costituzionle, ora messi a rischio da barbari senza scrupoli nè limiti. La Storia spesso si ripete, ma chiediamo che si ripeta la migiore.

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