La speranza rinasce dagli USA: Obama stravince
postato il 5 Nov 2008
McCain ha appena ammesso la sconfitta e riconosciuto la piena vittoria di Obama con un bel discorso pubblico in cui si è inchinato alla volontà chiara espressa dal popolo americano e alle capacità di Obama che ha saputo dare voce “a tutti quelli che pensavano di non contare”. Si è addossato la colpa della sconfitta e, pur riconoscendo che le differenze permangono, ha assicurato la massima collaborazione al nuovo presidente e la sua elezione storica che ha cancellato le ingiustizie del passato e ha riportato gli USA ad essere di nuovo “il più grande paese del mondo”.
Mentre aspetto emozionata il discorso di Obama sono totalmente coinvolta dall’entusiasmo e dalla gioia del popolo americano e devo riconoscere ancora una volta la forza di una grande democrazia che mai come in queste elezioni ha saputo dimostrare la sua maturità.
In un momento di grande difficoltà come quello che la recente crisi finanziaria ed economica ha aperto, ha saputo superare totalmente la paura che l’attanagliava dall’11 settembre 2001, dall’attentato alle torri gemelle, scommettendo su un futuro nuovo nelle mani di un giovane afroamericano.
Gli Stati Uniti non si sono spaccati in questi due anni di campagna durissima e arrivano a riproporsi come guida forte per tutto il mondo, uscendo dall’isolamento in cui li aveva cacciati la politica irresponsabile, gretta e guerrafondaia di Bush che, con la sua squadra di “old stupid white men”, è il vero sconfitto di questa battaglia elettorale.
McCain è stato costretto ad attaccarlo molto più duramente di Obama per differenziarsene e Obama ha avuto lo spazio di giocare il suo sogno con una grande forza interiore, mai scalfita da attacchi anche pesanti che ha ricevuto. Non ha fatto errori in questi lunghi due anni.
Ora Obama ha iniziato il suo discorso “Se c’è ancora qualcuno là fuori che dubita del fatto che l’America sia il posto dove tutto è possibile, che ancora si chiede se il sogno dei nostri Padri sia vivo oggi, che ancora si interroga sul potere della nostra democrazia, stasera ecco la risposta. … E’ la risposta data da giovani e vecchi, ricchi e poveri, Democratici e Repubblicani, neri, bianchi, ispanici, asiatici, nativi americani, gay, etero, disabili e non disabili. … C’è voluto molto tempo, ma stasera, grazie a quello che abbiamo fatto in questa giornata, in questa elezione, in questo specifico momento, oggi il cambiamento è in America.”
Ha riconosciuto le capacità di McCain e ne ha richiesto la collaborazione.
Partito come candidato fuori dal circuito di Washington, con pochi soldi ha vinto grazie al popolo che l’ha appoggiato perchè responsabile rispetto ai rischi delle guerre in Iraq e in Afganistan, della crisi finanziaria e con la speranza di” Yes we can” che viene scandito ancora una volta dal numerossissimo pubblico di Chicago. Questa crisi ci ha insegnato che non possiamo avere Wall Street fiorente mentre la gente sta male. Ricorda il destino comune del mondo e la volontà di sconfiggere chi vuole la guerra.
Ricorda la storia degli Usa attaverso la storia di una donna nera di 106 anni. La speranza del futuro di pace per i nostri figli riaffermando il sogno americano.
Stamattina è un altro giorno in tutto il mondo dove chi ha subito l’arroganza e il cinismo finalmente si sente con Obama, protagonista della sua storia e della storia del mondo.
Commenti:
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Cara Laura,
anche questa volta il commento al tuo bel scritto è indiretto. Riguarda le affermazioni di Berlusconi sull’abbronzatura di Obama.
Un abbraccio
ElviaSiamo ancora commosse e commossi per ciò che, in alcuni momenti, non avevamo forse neanche osato sperare e che invece si è avverato, e Barack Obama è lì, Presidente nero degli Stati Uniti d’America.
E mentre trepidiamo, e insieme siamo fiduciosi, circa il suo destino e il suo lavoro, che annuncia un’era di speranza per molti, Silvio Berlusconi, da Mosca, lo definisce “giovane, bello e abbronzato” e dice, poi, che gli ha fatto una carineria.
Ci mancherebbe che fra uomo di stato e uomo di stato ci passassero le “carinerie”! Che cosa potremmo pensare?
Il nostro presidente del Consiglio pare non avere il controllo delle parole che dice e non sa distinguere i contesti in cui una cosa può essere detta, mentre un’altra non si deve dire. Non ha il senso della misura. E perciò non distingue fra ciò che sono le “carinerie” , sempre attinenti alla sfera privata, e ciò che è il rispetto, che deve essere il cardine luminoso della politica, la sua ossatura inossidabile, e le parole che si dicono lo devono testimoniare in modo netto.
Se Silvio Berlusconi non è in grado di compiere atti di rispetto sentito, dobbiamo, tutte e tutti, pretendere che compia, almeno, atti di rispetto formale e che usi un linguaggio conseguente.
“Carinerie” e rispetto appartengono a valori categoriali diversi e vanno usati secondo un ordine mentale e politico che deve essere reso visibile.
Anche nero e abbronzato sono altre due categorie valoriali abissalmente diverse.
Abbronzato vuol dire uno stile di vita, è l’uomo bianco, di solito benestante, che forse vuole apparire perennemente vacanziero.
La storia dei neri non conosce vacanze.
Ora Barack Obama è il nero presidente degli Stati Uniti, dopo secoli di annegamento dei neri e della negritudine, che è anche la parte colpita e dolente di noi, della psiche profonda dei popoli.
Volendo usare una metafora bellissima, potremmo dire audacemente che ora Obama sta camminando sulle acque.
Guai se un bastone arriva ad inabissarlo, guai se inabissano ancora i valori della differenza e del rispetto, e di tutti gli ideali che nobilitano e intensificano la vita e fanno della democrazia un luogo di popoli e scambi vivaci e arricchenti.
Difficile?
Camminare sulle acque è difficile.
Difficile come tutte le cose belle e importanti, per le quali si impegna la vita.
Penso che Obama darà un contributo importante al risanamento dei suoi Stati Uniti, e di riflesso, anche al mondo e penso che ce la farà perché è animato dalla speranza, che ha in sé inspiegabili, ed ignote, riserve di energie.Elvia Franco
Udine 7-11-08