L’America delle donne
postato il 13 Nov 2006Questo è il titolo di prima pagina che l’Espresso ha scelto per dare un segno di svolta radicale alla politica americana dopo la vittoria dei democratici che ha segnato la crisi dei neocon a partire dalla sconfitta della strategia della guerra preventiva responsabile della situazione senza uscita in Iraq e in Afghanistan. Lungi dallo sconfiggere il terrorismo questa strategia, che ha legittimato anche la politica di repressione cieca di Israele, l’ha alimentato e ha fatto aumentare i consensi ai fondamentalisti islamici portandoli al governo in Iran e in Palestina e rafforzandoli enormemente in Libano, in Iraq, in Pakistan e in Afghanistan dove talebani e signori della guerra che controllano le coltivazioni di oppio hanno esautorato di fatto Karzai.
Questa politica brutale ha sostituito il lavoro dell’intelligence nel contrasto al terrorismo e l’ha piegata anche in Italia ad operazioni del tutto illegali come il sequestro di Abu Omar o lo spionaggio politico da vendere per usi interni.
Tra le speranze di un futuro migliore per il mondo di cui sono investite le due leaders democratiche, Nancy Pelosi e Hillary Clinton, ritratte esultanti in prima pagina dopo la vittoria, c’è anche quella che si apra una nuova fase politica in cui le donne giochino un ruolo di primo piano nel disegnare i destini del nostro pianeta, destini di pace e nonviolenza, di maggiore giustizia e speranza di vita per i nati in ogni luogo, Nord o Sud, Oriente come Occidente.
Peccato che i Verdi italiani, nati 20 anni fa con questa consapevolezza e questa intuizione, tanto che il primo gruppo parlamentare alla Camera vide una parità di genere nella rappresentanza e un direttivo di sole donne, abbiano ancora perso un’occasione storica.