Penelope si è stancata
postato il 20 Ott 2014
Una bellissima settimana siciliana tra amiche vecchie e nuove a discutere, tra donne e amici curiosi, di questa politica partitica e istituzionale, ormai intollerabile per la maggioranza di noi, a condividere le mille iniziative che portiamo avanti sui territori per rappezzare i danni di una crisi senza fine che distribuisce miseria e non lavoro, a ipotizzare una società in cui noi donne smettiamo di fare le gregarie di presunti oppositori di sinistra a un governo di larghe intese che si definisce di sinistra.
Ieri è comparso sul Manifesto a pagamento un ennesimo annuncio di volontà di riunificazione della sinistra, con l’autorevole firma di Luciana Castellina, e altri duecento comunisti che si definiscono sinistra lavoro. Si prepara un progetto che dia fiato a Landini e Camusso, delusi da Renzi ma incapaci di rompere con il partito del PD a cui parteciperà anche Sel e probabilmente la minoranza civatiana. All’indomani del successo elettorale di Tsipras, Sel ha visto uscire una parte del suo gruppo parlamentare che voleva dialogare con Renzi, e in seguito ha avallato liste di alleanza con il PD nelle regionali dell’Emilia Romagna e della Calabria.
I Verdi non sono da meno. Anch’essi in Emilia Romagna hanno scelto di aderire alla coalizione con il PD, unendosi a scelta civica e Psi e rompendo lo splendido isolamento che nelle europee, nonostante un neonato Green Italia cost0la di Legambiente, li aveva portati a un risultato ben misero, o,91%.
Mi pare che il chiarimento di Paolo Ferrero indichi la volontà della parte rimasta di Rifondazione impegnarsi nella costruzione del soggetto politico l’Altra Italia, partendo dalle realtà territoriali dei comitati unitari nati in campagna elettorale e, organizzati e retti essenzialmente da donne, sia nella raccolta delle firme che nelle fasi successive. Poiché al di là delle parole contano i fatti, la coerenza è dimostrata dalla partecipazione alle liste elettorali di l’Altra Emilia Romagna e l’Altra Calabria che potevano prefigurare il nuovo soggetto politico, trasposizione Tsipras dalla Grecia all’Europa e poi in Italia, capace di attrarre gli astensionisti che ormai si avvicinano al 50% e di contrastare le grandi intese europee ed italiane. Anche Alba, formazione non partitica e un po’ clandestina tra le fondatrici dell’esperienza europea, parrebbe intenzionata a proseguire il percorso insieme alla piccola formazione guidata da Ingroia. Molte donne che si sono spese finora in questo progetto non vogliono lasciarlo cadere e si ostinano a portarlo avanti soprattutto a livello territoriale, anche se spesso sempre più disorientate e amareggiate da ulteriori divisioni indotte in nome dell’unità della sinistra da supposti leader che si barcamenano in questa situazione.
Quindi la calamita Renzi continua ad attirare molta parte della vecchia sinistra radicale ma anche i Verdi. Mentre si criticano aspramente le scelte relative all’art. 18, allo sblocca Italia, al TTiP, ci si allea con il partito e il governo.
Renzi dal canto sua promuove giovani ministre e promette pure gli 80 euro alle neo mamme per conquistarsi l’elettorato femminile.
E chi come me e come molte mie amiche non si lascia incantare ma fa i conti ogni giorno con la dure realtà in cui vivono le donne, giovani e meno giovani in Italia, da chi si può sentire rappresentata? Qualcuna può farsi trascinare in questo squallido razzismo di Salvini che ha riempito la piazza di Milano? o dalle urla e dai vaffa di un Grillo che ha riempito il Circo Massimo a Roma?
Nei dibattiti siciliani prevalevano delusione e disincanto, ma anche voglia di non arrendersi. Alla fine le palermitane che lottano contro mafia e antimafia di regime, come le amiche dell’associazione Rita Atria, che portano avanti progetti nel quartiere Zen, tra mille difficoltà e pochi aiuti, come Maruzza Battaglia ne hanno fatto nascere un gruppo politico, per ora virtuale, di donne che avrebbe l’ambizione di diventare protagonista in politica.
Le altre amiche che hanno discusso con me di Penelope in giro per l’Italia, che si trovano addosso la stessa insoddisfazione ma la stessa passione che non le fa cedere, altre che non vogliono più correre per gli uomini e le loro divisioni o le loro aspirazioni, ma sentono la necessità di giocarsi un protagonismo differente in politica,che si curi del quotidiano e delle relazioni, che risolva problemi e dia indicazioni, vorranno unirsi a noi?
Da Marea e da politiche in-differenti è già nato un invito prezioso alla europarlamentare svedese eletta con una lista femminista perché venga a Imola, Genova e Torino a farci capire che forse si può anche in Italia se ci crediamo.
Soraya si è detta disponibile a venire in Italia a confrontarsi con noi. Che ne dite? Cominciamo a pensare in una prospettiva più autonoma?