Porte e finestre chiuse a Torino

postato il 20 Ott 2017
Porte e finestre chiuse a Torino

Sono arrivata in Liguria perché domenica a Genova ci sará una doppia presentazione al Book Pride: a mezzogiorno presento il libro di Guido Viale “Slessico familiare”’, in cui una delle voci racconta come i nostri spazi siano stati occupati dalle auto’, e alle 17 Viale con Monica Lanfranco presentano il libro che ho curato con Franca : “L’ecofemminismo in Italia: le radici di un rivoluzione necessaria”.
In realtá sono scappata prima da una cittá che ha ormai un’aria irrespirabile, Torino la piú inquinata d’Italia con il doppio di polveri sottili della soglia massima, in cui da mesi non piove, e dove la sindaca é indagata per falso in bilancio su un’area ex Westinghouse che volevamo verde e invece sará cementificata per raggiungere il pareggio di bilancio con gli oneri di urbanizzazione. Dal tempo delle Olimpiadi Torino è anche una delle cittá piú indebitate d’Europa e da allora le banche, in particolare quella che qui nasce, il S.Paolo, decidono come si governa la cittá.
L‘Appendino chiede di tenere chiuse porte e finestre, di non passeggiare e tanto meno fare footing, ferma la circolazione delle auto diesel e minaccia il blocco totale del traffico. Nespoli dalla stazione spaziale chiede cosa sta succedendo in tutta la Val Padana coperta. Uno smog che nemmeno nella Londra all’inizio della rivoluzione industriale era cosí minaccioso e diffuso e causava tante morti. In pensione io posso scappare con pochi altri privilegiati ma i bambini che vanno a scuola, le mie nipoti, e chi lavora non lo possono fare, respira e poi gli diranno che per non prendersi influenza e bronchite deve vaccinarsi.
Per questo Rossana Becarelli, che ha passato le vacanze a viaggiare per l’Italia per incontrare chi si stava ribellando al decreto Lorenzin sui vaccini, e teme per questo di essere radiata dall’ordine dei medici come amiche omeopatiche che sono anche sotto processo, mi ha coinvolta nella preparazione a Torino di una giornata di approfondimento con mamme preoccupate per la sperimentazione di Big Pharma sui loro bambini, sindaci che si trovano ad affrontare l’applicazione del decreto, ma anche il debito crescente e l’inquinamento diventato intollerabile anche per la siccitá conseguente al cambiamento climatico.
E cosí stiamo lavorando ad un progetto che segnerá anche il debutto dell’associazione “applicare la Costituzione” di Paolo Maddalena che introdurrá e seguirà tutta la giornata dandoci preziose indicazioni su questi tre temi trattati: il diritto alla salute e alla scelta delle cure, l’inviolabilitá dei corpi e il debito illegittimo che grava sulle cittá. Ma ve ne parleró quando avremo un programma definitivo per il 19 novembre.
Intanto stamani vi racconto un bellissimo mio sogno di questa notte che c’entra con tutto ció, ma devo interpretarne il significato anche con il vostro aiuto. Sono in una Torino che ho giá sognato tempo fa, quasi in centro dove abitavo da piccola, e esploro uno splendido castello fortezza che si distende per chilometri sulla riva del Po, selvaggia e inabitata come la collina che lo fronteggia. Questa volta lo esploro insieme alle amiche femministe alla fine di una riunione. Giriamo ammirate tra rovine interessanti ed un po’ inquietanti come in un labirinto da cui emergono muri insuperabili che bloccano il passaggio a nord, ma si aprono finestre e spazi sul fiume da cui ammiro una distesa di acque, ponti medioevali e cascate sul fiume, rocce emerse e immerse, piene di vegetazione, come le ho viste in quel paesaggio splendido al confine tra Vietnam e Cina, dove si vive nelle case galleggianti all’ombra di montagne verdi.
Stanca di arrampicarmi e di scendere nelle cantine, decisa a tornare per non accumulare troppi chilometri, ma dispiaciuta di abbandonare quelle meraviglie e le mie amiche che continuano ad aggirarsi nei meandri del castello, con pochi uomini in lontananza che cercano di arrampicarsi sui muri per uscire, scelgo di invertire il cammino verso Sud e scopro che mi è stata preparata una cameretta aperta senza porta e con una finestra senza vetri sul fiume da cui si ammira questo paesaggio che mi incanta e un bellissimo albero con frutti arancio rossi che da lontano mi paiono albicocche. Sono felice e penso che devo ricordarmi di portare con me il portafoglio mentre mi avvio sui miei passi da dove sono entrata, per incontrarmi con Piero giovane e Andrea piccolo, i miei uomini di famiglia, che giá intravedo lontani. Mentre scendo vedo contadini che raccolgono e mettono nelle cassette la frutta dell’albero, che scopro essere frutti autunnali, bellissime mele che vorrei portare con me.
Mentre scrivo orecchio i commenti di Omnibus sulla mozione Renzi contro Visco e penso che, visto le dichiarazioni in sintonia di Berlusconi, avranno entrambi ricevuto ordini dall’alto, da quella finanza che mi pare nel sogno, sia il muro invalicabile del castello.

Pubblicato in: Ambiente, Donne,
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