Post Quirinale e pre Sanremo

postato il 1 Feb 2022
Post Quirinale e pre Sanremo

Una finestra su ciò che succede tra noi mortali per respirare dopo una settimana quirinalizia, su cui non prendo parola finché non si sono assestati partiti, partitini, correnti, maggioranze e minoranze a Roma e nelle regioni, perché ho fatto il pieno di pettegolezzi da talk show.

Ieri sera in quasi duecento femministe milanesi, e qualcuna dal centro e dal sud, abbiamo discusso della situazione che sta attraversando la Casa delle Donne di Milano con cui mi ero collegata, insieme a quella di Roma, sperando di trovare lì il coraggio di diffondere una posizione femminista rispetto all’elezione di una Presidente della Repubblica che potesse acquisire un peso politico.

Non c’è il presidenzialismo, per fortuna, e mi contrapporrò a Meloni, Renzi e Salvini per quanto posso e dovremmo farlo convintamente noi femministe e ne parleremo.

Ma poiché la nostra Costituzione non pone limiti a candidature se non quello dei 50 anni compiuti, abbiamo pieno diritto di avanzare un nome, meglio che una rosa come ha fatto Salvini facendoci capire chiaramente perché diventa strumentale. Avremmo condizionato almeno i liberi e le libere pensatrici, così li chiama un vecchio democristiano come Cirino Pomicino, e non franchi tiratori come chi vuole mettere vincoli di mandato agli eletti in Parlamento, per controllarli meglio.

Un solo voto a Rosy Bindi e un numero imprecisato di nomi ridicoli, o di piccoli schieramenti come Alternativa del misto, che volevano comportarsi da partito o di sfide nel centro destra. Se invece le elettrici ci avessero ascoltato, non l’avremmo purtroppo eletta ma avremmo fatto sentire con loro la nostra voce, come dovrebbe essere in democrazia, se ci rappresentassero.

Invece siamo uscite strumentalizzate, prese in giro e totalmente inascoltate anche dalle elette di sinistra che si dicono femministe. Sarà il caso che allacciamo rapporti immediati con loro, e con chi sta al governo, in questo ultimo anno di legislatura se vogliamo portare a casa il cognome materno, sanare le violenze indotte dalla gestione della legge sulla bigenitorialità, ricevere almeno una parte dei fondi Pnrr, perché di halfofit non se ne parla.

A questo proposito è stato interessante ascoltare da Laura D’Aprile, che se ne occupa nel dipartimento della transizione ecologica, in un webinar organizzato dal MFE. Economia circolare e agricoltura sostenibile, energia rinnovabile e idrogeologica, reti e mobilità sostenibile, efficienza energetica e riqualificazione edifici, tutela terra e acqua si dividono i quasi sessanta miliardi stanziati da UE e la rete di raccolta, differenziazione e riciclo rifiuti insieme a acque reflue, fanghi di depurazione e materiali inerti hanno una attenzione particolare. Sono già arrivate 758 richieste e 9 sono state approvate. Quante pensate siano di donne con cui siamo in contatto, o di donne semplicemente?

Ci sono solo 20 giorni di tempo per presentare altre domande. Pochissime sono arrivate dal sud. Le è stato chiesto cosa si intende per economia circolare e la definizione condivisa è stata “azioni e riforme che creano catene di valore dagli scarti”. L’informazione integrata sugli illeciti ambientali resta molto difficile e tantopiù suppongo la governance di questo processo per capire in quali mani reali vanno a finire le risorse stanziate.

Certo che le notizie odierne su 440 milioni di bonus sisma e facciate finiti nelle mani di delinquenti organizzati con base a Rimini ma rami fino in Puglia attraverso prestanome e quelli dei sostegni a imprese a Treviso con false certificazioni scoperte dall’inchiesta della Finanza “ pozzo senza fondo” o tutti i redditi di cittadinanza finiti nelle mani di mafie non fanno ben sperare.

Prima che per tutta la settimana non si parli altro che di Sanremo per distrarci un po’, qualche ecofemminista ha voglia di mandare informazioni rispetto al suo territorio in modo di calarci nella triste realtà in cui ci hanno relegate, ad occuparci solo di resistere perché ci sfrattano cambiando la serratura di notte come è successo alla Biblioteca delle Donne Bruzie o escludendoci dai bandi come alla Casa delle Donne di Milano a cui va tutta la nostra solidarietà e il nostro appoggio? Questo è un altro modo di distrarci ovviamente e i governi locali di sinistra non brillano di certo. Come Sala, che dice addirittura di essere ecologista e vuole distruggere un bosco urbano per un nuovo stadio al posto di quello storico di San Siro.

Sempre oggi qualche info su siccità mai vista al nord e niente neve. Smog a gogo. Anche su questo vogliamo confrontarci? Proporre?

Sempre qua, a disposizione come i colibrì di Wangari Maathai a spegnere incendi anche sulle montagne della Valle d’Aosta.

Pubblicato in: Donne, Istituzioni, politica,

Commenti:

  • anna 1 Febbraio 2022

    Ottimo, Laura

  • Maria Francesca lucanto 1 Febbraio 2022

    Giro l’articolo a Ferdinando Laghi, l’unico ambientalista eletto alla regione Calabria… Grazie O Laura Cima,

  • Pinuccia 7 Febbraio 2022

    Condivido Laura

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