Schierarsi è lo sport più diffuso
postato il 15 Mag 2021
Credo di aver fatto il pieno in questi giorni di schieramenti, più o meno mascherati, che riportano noi donne indietro di decenni vendendo invece modernità, responsabilità verso altri oppressi, verso il futuro del nostro paese o dei palestinesi, verso il “bene”. Che ci richiamano all’altruismo, alla comprensione, alle direttive di partito o di gruppo parlamentare, alle responsabilità di governo, alla cura degli altri e del mondo.
Ma soprattutto sopporto sempre meno tutte le energie perse a schierarsi su una provocazione. Se la persona incinta con i peli sulla prima pagine dell’Espresso, “la diversità è ricchezza”, è uomo o trans. Se Rula Jebreal ha fatto male, è una irresponsabile perché non è andata da Bianchi a parlare di palestinesi, se Bianchi è maschilista o è uno rispettoso di tutte le diversità tanto che lo hanno pure premiato. Se il pdl Zan deve essere subito approvato senza emendamenti al Senato, come ha imposto Letta, e se chi vuole invece aprire una seria discussione nella società è amico di Salvini, transfobico o omofoba, etero, terf o cis. Oppure se Zan deve essere affossato e che non se ne parli più. Se Draghi e il Papa hanno ragione a pretendere che le donne facciano figli perché sennò l’Italia non ha futuro, e quindi benvenga l’assegno che le convicerà. Oppure meno male che le donne si sono responsabilizzate e non ne fanno più, così madre terra respirerà e si combatteranno catastrofi, povertà inquinamento e surriscaldamento.
Ma qualcuno di questo maschi che pretendono di decidere per noi, che si dichiarano veri libertari e progressisti, o delle donne che si schierano con loro, che giocano e sprecano il loro tempo a polemizzare, hanno mai immaginato cosa potrebbe essere oggi un mondo, una società, in cui donne libere e autonome trasformano utopie o distopie di cui è piena la fantascienza e non solo, in un processo reale di cambiamento, insieme a uomini che sono stanchi di questo modo prescrittivo di decidere per altri, per tutte e tutti? Che leggono e studiano e propongono, trovando lo spazio per realizzare, il consenso di chi non ha paura di progettare, di disobbedire ai capi e ai media, di uscire da questa fase soffocante in cui stiamo sempre più precipitando? Che si giocano le passioni buone, come le definiva Elena Pulcini, che amano la bellezza e la diffondono, che comunicano con empatia, che non invidiano né giudicano ma convincono.
Abbiamo perso la capacità di ascoltare, di guardare negli occhi, di capire ( e non imporre) ragioni, desideri. Di cercare le nostre radici e andare a fondo dei problemi. Sempre in superficie a lamentarsi ed accusare con le certezze di cui ci mascheriamo. E se invece di etichettare provassimo a identificarci nell’altra persona che fronteggiamo, a conoscere i perché e a chiederci quanto siamo succubi di questa violenza che ormai invade tutto. Sto male anch’io ogni volta ad ogni morte in mare, per covid, sotto i missili, le botte, gli stupri e i femminicidi, le macerie e le frane di ogni genere. Ringrazio le amiche che sono capaci ogni giorno di comunicarci paure e malesseri, ma anche gioia e speranza. Che mi ricordano e segnalano fatti e scritti da cui imparo, che mi sorprendono e mi aiutano.
Ma soprattutto vorrei ritrovare la capacità di guidare insieme i processi reali di cambiamento, pur sommerse come siamo da tanta ignoranza e arroganza che ci soffoca ogni giorno. Da opportunismi che ci fanno schierare da una parte che è sempre sbagliata se non l’abbiamo scelta consapevolmente perché la vogliamo. Da vecchi schemi che non reggono più. Insieme ce la faremo di nuovo. Noi ecofem ci stiamo provando. Silenziamo tutto il rumore che ci circonda, tutti i numeri non spiegati con cui ci bombardano e le direttive contraddittorie. E poi, con l’aiuto della primavera che fiorisce, profuma e illumina, pensiamo e lavoriamo nella direzione che ci piace e ci fa stare meglio. Riprendiamo a sorridere, a ridere e a divertirci come facevamo manifestando per liberarci. Un abbraccio alle giovani che sanno incuriosirci e incuriosirsi perché del loro entusiasmo ci nutriamo.
Ecco, uno sfogo, ne avevo proprio bisogno.
Commenti:
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Grazie Laura del tuo sfogo! riesce ad essere un sospiro di sollievo anche per me
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Esatto. Salvate il mondo, donne, affinché noi possiamo continuare ad affossarlo! Non ne posso più nemmeno io. E non solo di questo. Aria, luce, altre cose. Ne abbiamo un bisogno infinito.
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Laura grazie. Esprimi al meglio la sfiducia e la depressione che ci stanno isolando, ma riusciremo a risollevarci!
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Sfogarsi è un salvavita.
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Evviva grazie mille carissima e che incanto questo nome cognome o forse soprannome! Sono soltanto Elena Mazza Niro ed è tutto vero ed anagrafico.. Forse è l’umanità intera che sta FRANANDO (così forse la Terra sarà salva) e davvero sono stata investita da una frana di sassi terra e pietre il 6.9.19 ma per fortuna mi sono salvata come disse Elena pulcini!