Un progetto che continua

postato il 3 Dic 2016
Un progetto che continua

I tre giorni passati a Torino per promuovere il progetto di formazione contro la violenza sessuale USVreact e  in convegno, quello per i “5 anni del Cirsde, centro interdisciplinare di ricerche e studi delle donne e di genere, hanno segnato uno di quei momenti storici che preparano una svolta. Ad una settimana dall’incontro romano di “nonunadimeno” e da quella ricca, vivace e partecipata manifestazione contro la violenza, a cui abbiamo partecipato in tante, e che ricorderemo per darci forza negli anni a venire, le relazioni , gli interventi e in primis quello della Presidente della Camera Laura Boldrini, hanno scavato nelle radici, hanno analizzato la situazione attuale e hanno anche fatto proposte che tengo in conto per capire come, insieme , possiamo metterci alla guida di processi di cambiamento positivi nella nostra società.

Non posso ovviamente fare un report delle quattro sessioni (Terre, Corpi, Lavoro, Potere) che sarà comunque redatto, ma passare informazioni che mi sembrano significative, articolare domande e ricordare suggestioni. Le domande sono quelle che ho posto anche in quella sede: le istituzioni e le organizzazioni politiche e di movimento tengono in qualche conto gli studi e le ricerche delle donne e di genere? Riusciamo cioè a condizionare la cultura politica attuale e attraverso quali canali? Quali prospettive politiche diverse stiamo esprimendo, anche nella scelta dei percorsi di ricerca, che ci fanno capire le differenze tra di noi e ci danno la forza di non subire quelle maschili come nella recente vicenda referendaria? Nella società liquida postglobalizzata che l’elezione di Trump, dopo la Brexit, ci hanno reso evidente, come riusciamo ad inserirci nel processi decisionali, a vincere e non subire la sfida digitale, ad utilizzare piattaforme decisionali (ad es. quella Rousseau in uso dai 5stelle per sollecitare progetti legislativi proposti dalla società civile e non solo dai militanti)? Come mai in Italia, in una fase in cui i guasti dell’inquinamento e del clima, delle guerre sui civili, producono migrazioni epocali che gli Stati fronteggiano sollevando muri e lasciando morire, incidono sulla nostra salute e aspettative di vita che si stanno riducendo, sulla fertilità e la voglia di fare figli mai stata così bassa, dopo la stagione delle Donne Verdi l’ecofemminismo si è fermato?

Intanto l’amica Linda Laura Sabbadini con le sue due relazioni ci ha insegnato come leggere ed utilizzare quel patrimonio enorme di informazioni che possediamo dall’inizio di questo secolo con le statistiche di genere (e pretendere che vengano fatte, e fatte bene considerando anche l’invisibile mentre Istat tende a risparmiare e semplificare usando solo più dati amministrativi e non indagini). Ad esempio ci dicono che l’astensione tra le donne cresce ma aumenta contemporaneamente la partecipazione politica. Questo fatto ci chiama in causa perché essere femministe oggi vuol dire stare di più con le donne che partecipano ai processi politici, e non esserne estranee, ma ci dimostra che oggi uomini e anche donne che dovrebbero rappresentarci nelle istituzioni, sono sempre meno credibili per un numero crescente di donne. E, di conseguenza, ci richiama alla responsabilità diretta di selezione della classe politica nelle istituzioni .

Poi Laura Boldrini mi ha commossa quando ha rivendicato il suo impegno alla Camera per creare un intergruppo donne visto che quando ero capogruppo dei Verdi l’avevo promosso, trenta anni fa, con successo, sul modello delle nostre 21 madri costituenti che hanno saputo disegnare i valori della nostra Carta lavorando insieme, arricchite dalle loro differenze. BES (indici di benessere) più il bilancio di genere oggi sono realtà anche in Parlamento e dovremmo poter valutare quanto denaro pubblico viene speso a favore delle donne. Per intanto l’emendamento alla legge di stabilità per l’indennizzo degli orfani di femminicidio e l’aumento di fondi per politiche di genere e centri antiviolenza (ma che siano quelli gestiti da femministe non è chiaro) sono un piccolo passo avanti, come la sala delle donne con i tre specchi sopra la targa Presidente della repubblica, Presidente del Consiglio, Presidente del Senato, ruoli da settanta anni occupati solo da uomini. Le studentesse in visita si fotografano ma vanno preparate le condizioni perché qualcuna li ricopra, altrimenti la nostra Repubblica continua ad essere maschile e la Presidente, solo donna agli altri livelli delle nostre istituzioni verrà bersagliata ancora da le vergognose mail, fake news e battute che circolano sul Web che lei ha avuto il coraggio di denunciare, pubblicandole sul suo sito. “Delegittimare, azzoppare, ridicolizzare” è il vile obiettivo politico di chi lo fa, minacciando anche stupro e morte. Questa è la cultura del femminicidio. Quante di noi, oltre lei, ne sono oggetto se sono visibili e non gregarie?

Due iniziative di rilievo che ha promosso, “perché le parlamentari oggi devono dare un segnale forte nella prima legislatura con il 30% di donne”, e che voglio ricordare qui: il rilancio della associazione Donne Europa già fondata nel dopoguerra da Ursula Hirschmann come Femme pour l’Europe, a cui ha lavorato tanto Luisa Passerini con il Cirsde  e la commissione Jo Cox, presieduta da Chiara Saraceno, sempre del Cirsde, contro l’odio, le discriminazioni e il razzismo.

E il primo o la prima che dice una cavolata contro di lei, con me ha chiuso. E per ora mi fermo qui e mi scuso con le amiche che hanno fatto le interessanti relazioni di cui, primo o poi parlerò.

Commenti:

  • Franca Balsamo 3 Dicembre 2016

    breve sintesi che coglie alcuni punti essenziali.

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