UOMINI COMPLICI

postato il 25 Nov 2022
UOMINI COMPLICI

Date come quella di oggi vorrei dimenticarle. Di fronte al dolore immenso delle sorelle che hanno subito direttamente o indirettamente stupri, violenze e maltrattamenti preferisco da anni il silenzio piuttosto che le celebrazioni ufficiali o gli scritti di circostanza in rete. Reggo meglio sarcasmo e ironia. Dipende sicuramente dai miei ottanta anni, i primi quindici dei quali esclusi perchè allora si rimaneva bambine a lungo e nella mia famiglia sono cresciuta senza paure, nonostante tre anni sotto i bombardamenti di cui ho qualche immagine che non so se reale. Da quando ho capito non ho mai smesso di ribellarmi e credere che prima o poi ce l’avremo fatta. E di stare male ogni volta, e indignarmi.

Ho provato poche volte in questa lunga vita violenze maschili, mai preoccupanti, e le ho sempre fronteggiate: quando occorreva ho tagliato netto anche con donne che mi buttavano addosso le miserie subite e l’invidia. Sono stata fortunata. O sono stata accorta perchè ho preso coscienza presto e collettivamente l’ho rafforzata nei bellissimi anni di lotta e speranza che abbiamo vissuto insieme amiche mie. Tutte le mie esperienze politiche e istituzionali sono state collettive e le meravigliose donne che ho incontrato fanno parte di me e ne ho raccontato nel mio primo libro, una autobiografia politica che ho titolato il complesso di Penelope perchè mi era chiaro il fai e disfa la tela a cui siamo tutte state costrette da questo maledetto patriarcato. Recalcati un mese dopo titolò uno dei suoi tanti libri il complesso di Telemaco.

Le nostre cose che gli uomini copiano o utilizzano mi lasciano indifferente. Con gli anni ho perso sempre più curiosità per molti di loro, che mi paiono spesso scontati nelle cose che fanno, dicono o trasmettono. Mentre non posso perdonare nessuno di quelli che uccidono donne, siano esse conviventi o no, parricidi e stupratori, a pagamento o no. Dopo i femminicidi seriali del camorrista che si aspettava un passaporto per fuggire all’estero, vedi caso da una donna che pagava abitualmente per fare sesso, ed è stato consegnato alla polizia da un’altra donna, di cui posso solo lontanamente immaginare l’angoscia, sua sorella, ho provato nausea per un articolo di un sedicente scrittore e per la complicità di un direttore. ma anche di una vice che glielo hanno pubblicato. E per le due pagine successive di costrizione. Sarà certo un caso che il virus o batterio, arrivato contemporaneamente dal nido di mio nipote, mi ha fatto vomitare per giorni ma non mi sono ancora liberata del tutto e così oggi pubblico questo post senza mezzi termini.

Naturalmente ho molto amato nella mia vita, donne e uomini, ma soprattutto bambini. Così oggi sono felice con l’ultimo maschio di famiglia che ha appena compiuto un anno e che porta il cognome che ho dato a suo padre, con l’aggiunta di quello di Piero che l’ha riconosciuto dopo per permettermi di fare una cosa che la prassi italiana delle anagrafi non prevedeva. Victor Cima Serniotti è il mio grande amore attuale. La Corte Costituzionale mesi fa ha dichiarato in modo chiarissimo illegittima questa procedura perchè discriminatoria e anticostituzionale, retaggio del patriarcato. Ma il parlamento continua a non fare la legge e anche ieri nel dibattito rituale non ho sentito qualcuno impegnarsi a farlo. Avremo un’altra commissione, questa volta bicamerale, ma intanto le leggi, l’ultima il codice rosso, non verrano applicate, i bambini figli di padri violenti continueranno a venire sottratti alle madri con la violenza in nome di una bigenitorialità voluta bypartisan, la 54/2006, donne continueranno a morire e subire, nel nostro come in tutti gli altri paesi del mondo, popoli interi a ingrassare uomini bulimici e dittatori della peggior specie, lobby di armi, di inquinatori e di sfruttatori di ogni tipo di risorsa di cui riescono ad appropriarsi ad arricchirsi a dismisura.

Sono così contenta che alcuni uomini comincino a definirsi traditori o disertori del patriarcato ma sono troppo pochi che hanno aperto gli occhi anche tra quelli anziani come me. Tra i ragazzi giovani e giovanissimi succede qualcosa? Mi fate sapere amiche insegnanti, madri, sorelle e innamorate? E quante, delle generazioni dopo la mia, hanno già raggiunto la consapevolezza che non se ne esce se la stragrande maggioranza dei maschi sono complici silenti o parlanti e ancora troppe donne ancelle, vittime o gregarie? Quante accademiche si stanno ribellando ai loro baroni come abbiamo fatto noi negli anni settanta? Datemi una speranza mentre abbraccio anche Paolo, l’unico uomo che abbiamo inserito nel nostro elenco di sottoscrittici del Decalogo ecofemminista.

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