Affermazione Verdi e crisi incombente del governo in Italia

postato il 19 Ott 2018
Affermazione Verdi e crisi incombente del governo in Italia

La realtà politica cambia velocemente ed è non facile decodificarla, frantumati come siamo e ridotti a confronti in rete, spesso superficiali e sgradevoli, o in piccoli gruppi di intervento locale e amicali come succede a me. Da pochi giorni improvvisamente è come si fossero aperti spiragli per chi vuole ragionare e circola un po’ di aria nuova nell’asfittico dibattito politico di media, talkshow e rete in Italia.

Tutti i media italiani hanno registrato sorpresi l’affermazione dei Verdi che si avviano in Germania, Belgio e Lussembugo a diventare il secondo partito, come già sono in Austria dove avevano anche vinto le elezioni prima che fossero annullate e ripetute. I loro messaggi in campagna elettorale, rassicurano l’elettorato, stanco di contrapposizioni tra vecchi schemi obsoleti di chi ha governato decenni e sovranisti di destra. vengono elette in Baviera, Bruxelles e Lussemburgo giovani donne come la leader trentenne che porta alla ribalta elettorale una nuova immagine dei Grunen piú matura politicamente, adeguata alla nuova fase, che fa sperare in un loro protagonismo anche nelle prossime elezioni europee, nel contrastare la destra xenofoba. Ecco come la portavoce europea Monica Frassoni  commenta “ci sono alcune cose che vorrei precisare rispetto alla strada che penso sia necessario seguire. Le questioni ambientali sono importantissime ma francamente se le politiche ambientali sono più o meno accettabili, ma poi si buttano i migranti a mare, si discrimina, si penalizzano le donne, si governa l’Italia attraverso un algoritmo misterioso o dei neofascisti, io mi ribello e cerco di contribuire alla costruzione di un’alternativa al di là delle politiche ambientali. Che peraltro, sia chiaro, non sono poi cosi positive, se si eccettua la posizione dell’Italia in sede europea, che in effetti é cambiata per il meglio. In particolare per le Europee, non possiamo chiuderci in una discussione “ambientale”, perché non si possono avere politiche ambientali davvero efficaci senza un quadro europeo funzionante, senza cittadini consapevoli, organizzati e alla fine liberi. Impegno federalista europeo chiaro e senza ambiguità, ecologia al centro delle priorità di politica economica, sociale, estera perfino, qualità della democrazia, partecipazione e valorizzazione del ruolo centrale delle donne in politica e delle società. Se dobbiamo riorganizzare lo spazio ecologista, io voglio che dell’ecologia politica facciano parte anche qualitá della democrazia, diritti ed Europa e magari le tante persone che con convinzione ci lavorano. I verdi Bavaresi e i Belgi non hanno vinto solo con l’ambiente: ma con proposte per superare corruzione e malgoverno, razzismo, esclusione e nazionalismo. E hanno saputo parlare e coinvolgere mondi e persone che andavano ben al di là dell’identità “verde”. Non é un caso che lo slogan dei verdi bavaresi alle elezioni regionali sia stato “Per una Baviera umana nella nostra Europa”. Ho ben visto l’impegno quotidiano e per molto tempo nascosto dei deputati valloni e brussellesi che hanno scoperto malaffare e corruzione, o le decine di militanti di Bruxelles che, lavorando in squadra con i loro leaders, impegnati anche loro a fare buste o attaccare i manifesti, erano ogni giorno per strada con testi concreti ed esaurienti e sono andati alla ricerca non solo di voti ma anche delle voci di una città cosi diversificata e complicata e ne sono diventati cosi il primo partito. Ho molto criticato la deriva identitaria della sinistra, fonte inesauribile di guai. Non mi pare il caso di chiudersi in una “identità verde” ancora piú piccola e angusta, proprio ora che un’onda verde europea dimostra che una alternativa a nazionalismo ed esclusione e a un conformismo europeista pigro e inconcludente c’é ed é proprio l’ecologia politica, intesa in senso larghissimo e accogliente….”

Nel frattempo a Bruxelles si terrá il prossimo mese un vertice tra le leader del movimento/partito svedese Feminist initiative di cui ho scritto in un mio post.

La leader di Feminist Initiative é Soraya Post, una coraggiosa rom che é stata eletta al PE con lo slogan “fuori i razzisti, dentro le femministe”, é stata invitata in Italia da Monica Lanfranco e due anni fa é stata animatrice di assemblee affollatissime a Torino, Genova ed Imola insieme a quella che allora era la segretaria del partito, una vietnamita ventinovenne che l’aveva fondato a diciannove anni. Da allora Feminist Initiative si é sempre piú rafforzata nel Nord e nell’Est Europa. A Torino, qualche mese fa, ci siamo incontrate a Laadan, alla presenza anche della neoeletta finlandese e alla nuova responsabile del partito che proviene dall’estrema sinistra. Il loro progetto da subito é stato di far nascere in tutta Europa ed arrivare alle prossime elezioni in grado di eleggere almeno una rappresentante in ogni stato, sufficienti a costituire, per la prima volta nella storia, un gruppo femminista nel PE.

Per renderci conto della portata innovativa di questa scommessa, proviamo ad immaginare cosa significherebbe avere nel nostro parlamento un gruppo femminista in grado di fare da nostro riferimento  rispetto all’attacco alla 194, al ddl Pillon, alla perdita di posti di lavoro, al taglio del welfare, allo smantellamento del sistema sanitario e ad altri attacchi alla nostra libertá e ai nostri diritti. Liberiamo la nostra fantasia e portiamola al potere, come dicevamo nel ’68. Allora usarono la stategia della tensione e il terrorismo per fermarci rispetto ai successi di divorzio e aborto, oggi globalizzazione/protezionismo, precariato, espulsione dal mdl, azzeramento dei servizi, aumento degli stupri, femminicidi, razzismo tendono a renderci inoffensive. Questo governo maschile e sessista non rappresenta certo un “governo del cambiamento” per noi, anzi, ci porta un soffocamento delle nostre aspirazioni e libertá, un peggioramento delle nostre condizioni di vita. Cosi come il futuro del nostro pianeta e delle speci che lo abitano, noi compresi, non sembra preoccupare minimamente nonostante i cambiamenti climatici abbiano creato ormai una situazione irreversibile che bisognerebbe contenere il piú possibile garantendo la sicurezza di vita che non é piú garantita, visto l’aumento di gravi e rare malattie, l’indebolimento del sistema immunitario per l’abuso di antibiotici, vaccini e l’inquinamento crescente di acqua, aria, terra e cibo.

L’opposizione a questo governo non vede certo un forte pensiero ecofemminista: i verdi, dopo l’ultima scelta alle politiche di coalizzarsi con Renzi hanno perso la credibilitá che il simbolo del Sole che ride, pur dopo le scelte sbagliate precedenti dell’Arcobaleno e di Ingroia che l’avevano giá indebolita, conserva ancora simpatia tra i tanti che ne vorrebbero un rilancio forte e autonomo, fuori da sinistra di governo o sovranista, che non aiuta di certo le donne in questa fase anche se il femminismo é presente tra molte militanti deluse e zittite (che fine ha fatto il documento delle cento e piú donne pds che si titolava con il grido di guerra delle protagoniste di pomodori verdi fritti?). L’ecologia invece ha poco spazio da sempre nella sinistra di governo, cementificatrice e inquinatrice, contaminata da malaffare e mafie, corrotta e compromessa con interessi egoisti e investimenti irresponsabili? Vediamo che succederá in potere al popolo, formazione che si é presentata alle scorse politiche su iniziativa dei giovani napoletani di ex-Opg, antagonisti e impegnati nel mutualismo, rimasti soli dopo l’uscita di Pci e Rifondazione, con la loro leader Viola che nei tavoli di discussione dell’assemblea di domani propone ambiente e diritti, donne, lgbt in due tavoli diversi. Una parte di NUDM vi fa riferimento sotterraneo, una parte invece é di ispirazione anarchica e non disposta al neomunicipalismo che ha invece sostenuto a Napoli il sindaco De Magistris, con ex-Opg, asilo Filangeri e Massa Critica e altri che ormai si impegnano nel sociale, cultura e formazione in 12 luoghi ad uso civico, concessi grazie a delibere costruite insieme alla giunta e approvate in consiglio.

Non entro nel merito degli scontri in corso nel governo,  evidenziati dalla manovra economica che sta elaborando. Quello che ormai é evidente nei 5Stelle l’attacco ai luoghi delle donne, case e centri antiviolenza, e dalla Lega con Fortuna, Pillon, Salvini e tanti altri muscolosi esponenti della Lega, cloni di Salvini é tutta l’impostazione contro le donne e per rafforzare una visione patriarcale ben chiara nel contratto e nei tavoli anche per la manovra dove la Castelli e l’unica presente in ruolo di segretaria. Anche Raggi e Appendino, su cui anche io avevo puntato, ormai mi sembra che sopravvivano con molta ambiguitá, difficoltá e incapacitá.

L’aspettativa per un protagonismo istituzionale di donne autonome é comunque molto alta, a misurare dai molti contatti ecofemministi che sono in rete con me: chiedo a tutte le amiche di pronunciarsi e lavorare da oggi per un protagonismo collettivo che ci faccia uscire dalla marginalitá.

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